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La stecca di Kristoffersen e il capolavoro di Hirscher

Fuori il norvegese nella prima manche di Kitzbuehel, via libera per l'austriaco

alfredo tradati Scritto il
da Alfredo Tradati

Kitzbuehel, 22 gennaio 2017. Ad un’uscita di scena come questa non eravamo preparati. Henrik Kristoffersen che, in modo ingenuo, interpreta malamente l’approccio a una “figura” (una doppia), tagliando diretto e inforcando nel tentativo di uscirne nella giusta traiettoria verso la porta successiva, non è uno spettacolo cui siamo abituati.

A rendere le cose difficili più del dovuto, non solo al norvegese, ma anche a parecchi altri nomi illustri (tra cui i nostri Moelgg e Thaler) ci è riuscita la combinazione pendio/tracciatura della prima manche. Il primo modificato nel suo profilo, con numerose “ondeartificiali, alcune decisamente eccessive; la seconda a firma del coach tedesco Doppelhofer, oltremodo aritmica e “spigolosa“, tanto da costringere lo stesso Hirscher a continue correzioni forzate e favorire l’abbandono di ben 27 atleti.

Nel complesso, eccezion fatta per un fantastico Dave Ryding (1°) e un altrettanto efficace Stefano Gross (2°), non è stato un bello spettacolo, dovendo osservare recuperi, indecisioni, incertezze e discontinuità invece di quel meraviglioso “flow” che i migliori sono soliti offrici in un crescendo di livello che ha dell’incredibile.

Ma tant’è, chi conosce le gare di sci sa perfettamente che l’imprevisto è dietro ogni porta. L’inforcata, l’errata valutazione tattica, il terreno che ti tradisce, la concentrazione che a volte è sotto tono e a volte troppa… Ci sta tutto, e ogni atleta sa che si tratta esclusivamente della propria responsabilità.

Quando, invece, a cambiare le carte in tavola c’è anche l’eccesso di zelo di certi organizzatori come quelli di Kitzbuehel, che puntando ad un ulteriore incremento di spettacolo, di pathos, hanno messo mano all’orografia della pista Ganslern (onde, accumuli, movimentazioni), con risultati perlomeno discutibili, allora è diverso. Il buon senso avrebbe dovuto suggerire di eseguire numerose prove di gara (Fis,  Coppa Europa) prima di dare il via alla classica dell’ HKR (Hahnenkamm Race), facendo tesoro dei feedback e intervenendo laddove necessario.

La seconda manche è un’altra storia. Stefano Costazza, allenatore azzurro degli slalomisti, si mette dalla parte degli atleti e del pubblico, disponendo sul terreno porte ritmiche, spazi gestibili, interpretando a dovere l’originale terreno dello slalom classico di Kitzbuehel, addomesticando sapientemente le eccessive irregolarità artificiali volute dagli organizzatori. Ne è nata una prova divertente, stimolante, difficile ma sciabile, dove tutti i migliori hanno potuto provare a dare il meglio.  Uno su tutti.

Il capolavoro di Hirscher

Marcel Hirscher chiude la bocca a tutti. Dalle retrovie e con un gap di oltre un secondo, mette in scena il meglio della tecnica di slalom, un crescendo di destrezza, aggressività, potenza che, in mezzo al delirio del pubblico, lo ricolloca in cima al podio, con un distacco pesante.

Onore al merito del britannico Dave Ryding, che ha saputo gestire una pressione incredibile, dopo la pole position della prima frazione, sciando altrettanto bene e agguantando un fantastico e storico secondo posto nel luogo più emblematico della Coppa del mondo.

Il solido e metodico Koroshilov lavora sodo, non entusiasma, ma bada al sodo e porta a casa un terzo piazzamento importante, proprio alla vigilia del “suo” slalom di Schladming (martedì 24).

Si perdono per strada le illusioni di Stefano Gross, che inforca ingenuamente a poche porte dal via, in un tratto senza particolari difficoltà o problematiche tattiche; a anche quelle di Felix Neureuther, partito troppo prudente per poi commettere grossi errori sul tratto ripido centrale.

A questo punto la Coppa chiama Hirscher in modo perentorio. Difficile pensare ad avversari che possano concretamente sbarrargli il passo. Si tratterà solo di capire se sarà solo lagenerale“, oppure si aggiungeranno quelle di gigante e slalom. E, in mezzo, ci sono i Mondiali di St. Moritz

 


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