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Noleggio italiano: l’identikit di un illustre sconosciuto

Se ne parla al primo Ski Rental Summit l'11 aprile a Prowinter

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da Redazione outdoortest.it

Un parco sci rinnovato completamente in media ogni 5 anni che comprende nel 90% dei casi anche lo snowboard e nel 17% gli sci da freeride e freestyle. Il 6% dei noleggiatori offre la possibilità di affittare anche sci da sci alpinismo e solo il 4% da sci nordico. Sono questi i primi dati sul noleggio italiano emersi dallo studio condotto da Prowinter Lab, l’osservatorio per il noleggio di Prowinter coordinato da Alfredo Tradati di Outdoortest. Questi numeri e molti altri saranno sotto i riflettori del primo Ski Rental Summit che si terrà alla Fiera di Bolzano l’11 aprile, nell’ambito di Prowinter 2018.

Il progetto di Prowinter Lab, promosso dalla Fiera di Bolzano, è nato un anno fa dalla consapevolezza del vuoto informativo legato al mondo del rental sul territorio nazionale. L’osservatorio è stato costituito quindi proprio con lo scopo di indagare il mondo del noleggio italiano, identificarne i tratti caratteristici, in modo da poter lavorare collettivamente, in un secondo momento, per migliorarne le prestazioni. Così il team di lavoro come primo step l’anno scorso ha stilato ex novo un censimento di punti noleggio: 863 quelli individuati, dislocati in 19 regioni italiane, con una maggiore concentrazione in Alto Adige seguito da Trentino, Lombardia e Piemonte. Successivamente gli analisti hanno iniziato a contattare ad uno ad uno i noleggiatori e a profilarli: un lungo lavoro condotto a macchia di leopardo per fornire campioni attendibili, che sarà completato in futuro. I dati sensibili raccolti riguardano il numero di addetti impiegati mediamente e in alta stagione, la metratura del noleggio, la tipologia di prodotti affittata, la frequenza del turnover dei prodotti, in particolare degli sci e la formazione del personale.

Il 50% delle interviste condotte in questo primo anno di lavoro è andato a buon fine e ha portato delle risposte precise, mentre il restante nella maggioranza dei casi si è scontrato con l’impossibilità di parlare direttamente con il titolare, il che lascia aperta la possibilità di raggiungere l’obiettivo nei prossimi mesi. Ad ogni modo i dati raccolti ad oggi tratteggiano un panorama a dir poco disomogeneo e variegato della Penisola e non lasciano dubbi sul fatto che enormi siano le differenze tra una località e un’altra, tra un piccolo punto noleggio di 20 metri quadrati e un colosso di 5000.

“Ci siamo resi conto che non esistono standard comuni e che il livello di alcune importanti catene non è per niente condiviso sul territorio nazionale – spiega Alfredo Tradati, anima e coordinatore dello studio sul noleggio italiano condotto da Prowinter Lab -. Nelle regioni consolidate ha senso parlare di grandezza del noleggio, numero di prodotti, ecc; in altre regioni si verifica semplicemente una rendita di posizione, per cui noleggi insignificanti dal punto di vista della qualità e del servizio che offrono, vivono in quanto gli unici davanti a un impianto”.

È importante tenere conto delle disparità geografiche quando leggiamo le medie emerse dallo studio dell’Osservatorio sul noleggio italiano, perché una media nazionale può evidentemente essere molto lontana da una realtà regionale, per eccesso o per difetto.

Alfredo Tradati - coordinatore Prowinter Lab
Alfredo Tradati – coordinatore Prowinter Lab

“In media i noleggi italiani dispongono di 3 addetti e i punti noleggio sono in media grandi 100 metri quadrati – continua Tradati -. Oltre agli sci, il 90% noleggia snowboard, il 100% noleggia le protezioni, sebbene in questo campo la qualità del prodotto cali di molto. A questo punto dello studio intuiamo che il 17% dei noleggi italiani può noleggiare anche sci da freeride e da freestyle, solo il 4% noleggia lo sci nordico e il 6% lo sci alpinismo (anche se, se si guarda al solo Alto Adige, il dato sul noleggio da sci nordico sale al 48% e da sci alpinismo al 28% e pure in crescita!). In quanto al ricambio annuale dei prodotti, la media del turnover totale del parco sci è ogni 4 o 5 anni. Il 70% dei noleggi interpellati dichiara di svolgere un qualche tipo di formazione del personale, per la maggior parte interna. Il 30% invece dichiara di non fare nessuna formazione organizzata ma di basarsi unicamente sulla propria esperienza personale o quella del titolare”.

Di questi dati e di molti altri si andrà a discutere al primo Ski Rental Summit in programma l’11 aprile alle 14:30 nella Sala Cevedale della fiera di Bolzano, nell’ambito di Prowinter 2018. Il futuro sarà quello di completare la profilazione dei noleggi e di continuare la ricerca nella direzione delle indicazioni che emergeranno dal Summit, a cui parteciperanno non solo noleggiatori e produttori di sci, ma anche esperti che rientrano nello stesso scenario in cui si inserisce il mondo del noleggio. L’idea infatti è che il noleggiatore possa svolgere un ruolo sempre più importante nell’ambito del sistema turistico di una località sciistica, tanto più quanto sarà capace di lavorare in sinergia con gli altri attori e fungere da collegamento con altri servizi del turismo invernale.

“L’obiettivo dello Ski Rental Summit – conclude Tradati – è quello di ragionare intorno al concetto di ‘noleggio responsabile’ basato su tre pilastri: sicurezza, qualità e formazione del personale, nonché alla responsabilità stessa che appartiene a chi noleggia l’attrezzatura. Vogliamo con questo summit aprire gli occhi ai noleggiatori, renderli consapevoli e aumentare quindi la qualità generale del servizio”.


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