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Nepal. Emergenza acqua. L’aiuto dei Lama

Scritto il
da Redazione outdoortest.it

Kathmandu, 4 giorno.

Piove, e questo non fa che complicare ogni cosa. Il fango nelle strade già invase di macerie impedisce gli spostamenti, le telecomunicazioni sono incerte soprattutto perché la rete elettrica è in massima parte interrotta, pali abbattuti, cavi tranciati e nessuno che possa occuparsene adesso. La mia base è in un giardino poco lontano dal centro, una piccola tendopoli che però, ora, mi sembra il posto più sicuro della Terra. Ma spostarmi in città da qui non è facile. Sono in contatto con i colleghi del Kathmandu Post, stanno tutti bene e presto riprenderemo gli scambi di informazioni e articoli.

Io però intendo muovermi attivamente anche sul fronte umanitario. Sono in contatto con una Ong che si occupa direttamente del problema dell’acqua in situazioni critiche – www.charitywater.org – e per loro assicuro collegamenti, informazioni, articoli che possano innalzare la soglia di attenzione del mondo occidentale sul post terremoto, quando il clamore e l’emotività scemano, e con essi anche l’interesse. I problemi, ora, si ingigantiscono, soprattutto per la lentezza dei soccorsi, le difficoltà logistiche, l’impotenza di un governo senza risorse.

Nella tendopoli di Swayambhunath, il tempio delle scimmie, lo spettacolo è toccante, un pugno nello stomaco. Sono tanti, ammassati sotto tende di fortuna. Bambini spauriti. Donne e uomini che hanno perduto pezzi di vita e che possono contare nell’immediato solo sulla solidarietà dei monaci e, successivamente, nella speranza che i paesi ricchi rispondano presto e in modo decisivo.

Parlo con un Lama che sta distribuendo acqua a una lunga fila di nepalesi. Ha lo sguardo, nonostante tutto, sereno. Fa quello che può e quello che la sua missione gli suggerisce, e si rammarica di non poter fare di più. Gli chiedo di lui, e non sono preparata quando mi risponde che sabato, in poco più di un minuto di scossa, ha perso suo figlio. Non so cosa rispondere e accuso il colpo. La paura che ho provato nella mia casa al quarto piano impallidisce al confronto. Lo ringrazio e in cuor mio mi prometto che farò tutto il possibile per alleviare le sofferenze che vedo intorno.

Andando sul pratico, ecco quello che ho in mente. Oltre alla Ong segnalata www.charitywater.org, che vi invito a conoscere e supportare, sto attivando la cerchia degli amici e dei conoscenti che si fidano di me, affinché inviino denaro direttamente (a breve ci sarà un Iban internazionale). In questo modo potrò direttamente acquistare sul posto cibo e attrezzature davvero indispensabili, da distribuire in modo mirato e di persona (contribuendo inoltre a sostenere l’economia locale). Vi farò sapere tempestivamente di ogni acquisto e consegna.

Parallelamente, con il supporto di outdoortest.it e www.discoveryalps.it, sto muovendomi per trovare referenti fidati che possano ricevere materiali in donazione (da aziende, da privati), da smistare rapidamente a chi ne ha più bisogno. Il mio obiettivo è quello di aprire un canale continuo, che non si esaurisca nell’arco di qualche settimana, ma possa aiutare a far fronte alle emergenze che seguiranno e che, purtroppo, si protrarranno a lungo.

Conto su di voi.

 

 

 

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