Cinque gare tra Mt. Tremblant (Canada) e Beaver Creek (Usa) cambiano i pesi specifici della stagione di Coppa del Mondo: Alice Robinson torna regina del gigante, Marco Odermatt firma un tre-su-tre pesantissimo in Colorado, mentre l’Italia piazza segnali molto solidi sia in campo femminile sia maschile.
Un weekend di sci vero, tecnico, selettivo, con condizioni mutevoli che hanno premiato lucidità, interpretazione e continuità.

Tremblant, gigante femminile: Robinson show e Italia in crescita
Gara 1 – Sabato: Robinson ritrova la scintilla
Il primo gigante canadese (6 dicembre) conferma che, quando Alice Robinson trova il feeling, può ancora essere la più forte in Coppa del mondo. La neozelandese domina la prima manche e gestisce la seconda chiudendo in 2:16.18, davanti alla croata Zrinka Ljutić (+0.94) e alla canadese Valérie Grenier (+1.00) .
Sul piano tecnico Robinson ha costruito tutto sul suo trademark: ingresso potentissimo e una conduzione pulita, meno “di forza” rispetto al passato. Un segnale importantissimo per la stagione.
Appena giù dal podio rivediamo una buona Camille Rast (4ª), una Shiffrin prudente ma presente (6ª), mentre alcune big, come Lara Colturi, faticano soprattutto nella parte bassa del tracciato.

Photo: Marco Trovati/Pentaphoto
Italia: ottimo weekend di Lara Della Mea, splendida 9ª (prima top ten di sempre) grazie a una seconda manche fenomenale (miglior tempo), e bella prova anche di Sofia Goggia, 8ª, concreta e in crescita nelle sezioni più tecniche.
Gara 2 – Domenica: Julia Scheib, gara perfetta
Il giorno dopo cambia tutto: è l’austriaca Julia Scheib a prendersi la scena di Coppa del Mondo con due manche aggressive e filanti. Vince in 2:13.00, davanti a Sara Hector (+0.57) e a una Robinson ancora ispirata, 3ª a +0.78 .
Molto bene anche Camille Rast e Mikaela Shiffrin, entrambe quarte ex aequo. Robinson è l’unica a salire due volte sul podio: la sensazione è che abbia trovato finalmente un equilibrio nuovo, più tecnico e più gestito.

Italia:
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Lara Della Mea è di nuovo sorprendente: 9ª, due manche mature.
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Sofia Goggia 11ª, con una seconda manche molto solida.
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Asja Zenere 13ª dopo una prima manche strepitosa (4ª), e una seconda più complessa ma da cui emergono segnali di crescita netti.
Le azzurre, complessivamente, escono da Tremblant rafforzate: tre atlete stabilmente nelle 15 significa base larga, finalmente.

Beaver Creek, discesa: Odermatt fa il vuoto e Paris risponde
Il 4 dicembre, sulla Birds of Prey, Marco Odermatt apre il weekend maschile di Coppa del mondo con una discesa monumentale: 1:29.84, linee alte, zero incertezze e una gestione perfetta del ripido centrale e del tratto finale .
Secondo l’americano Ryan Cochran-Siegle (+0.30), terzo il norvegese Adrian Smiseth Sejersted (+0.69).
Dominik Paris chiude 6° a +0.92: gara solida, costruita nella parte centrale con la sua consueta impronta fisica. Non è ancora il Paris dei giorni d’oro, ma il trend è chiaro: la velocità c’è.
Più indietro gli altri italiani, ma senza crolli: buona compattezza di squadra e margini evidenti verso le classiche europee.

Super-G: Kriechmayr perfetto sulla Birds of Prey, Paris 4°
Il superG di Coppa del mondo del 5 dicembre è una gara vecchia scuola: interpretazione fine, niente errori e scelte di linea decisive.
Vince Vincent Kriechmayr in 1:06.77, davanti al norvegese Fredrik Möller (+0.56) e all’austriaco Raphael Haaser (+1.03) .
Dominik Paris è 4° a +1.15: ancora una prestazione di enorme spessore. La sua conduzione nel tratto centrale è stata una delle più pulite della giornata.
Buone cose anche da Giovanni Franzoni, 10° a +1.50, sempre più convincente in superG.
La squadra italiana di velocità esce dalla tappa nordamericana in netta crescita, forse come non si vedeva da tre stagioni.

Gigante maschile: Odermatt domina, Vinatzer da urlo
Il gigante del 7 dicembre è l’ennesima dimostrazione che Marco Odermatt è semplicemente fuori scala. Vince in 2:20.59, nonostante una seconda manche meno brillante (25° tempo), ma con il margine costruito in apertura nessuno riesce ad avvicinarlo realmente.
La storia italiana del giorno, però, è il capolavoro di Alex Vinatzer:
secondo posto a +0.23, con una seconda manche devastante (3° tempo) e una precisione millimetrica nel muro iniziale.
Chiude il podio il norvegese Henrik Kristoffersen (+0.34). Molto bene anche Filippo Della Vite, 25° nonostante qualche sbavatura, ma in crescita di sensazioni.
L’Italia in gigante maschile non aveva mai avuto questa solidità della nuova generazione: Vinatzer e Della Vite stanno diventando un asse importante.

Gli azzurri e le azzurre: il punto della settimana
Le donne
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Della Mea è la rivelazione del weekend: due top-10, una seconda manche da miglior tempo e una maturità inattesa.
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Zenere mostra tecnica e personalità: la sua prima manche domenicale vale tra le migliori del circuito.
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Goggia, pur fuori dal suo terreno preferito, è solida e presente: l’approccio al gigante sta cambiando.
Gli uomini
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Vinatzer è al suo miglior gigante in carriera: finalmente la continuità che mancava.
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Paris esce dal Nord America con un 6° e un 4° posto: stagione impostata nel modo giusto.
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Franzoni conferma che il superG può diventare casa sua.
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Bene anche l’identità del gruppo: compatto, tecnico, in crescita.
Atleti in crescita
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Marco Odermatt: dominio tecnico totale.
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Alex Vinatzer: qualità, stabilità, un podio che pesa.
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Alice Robinson: due giorni di sci poderoso e maturo.
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Julia Scheib: vittoria di testa e tecnica impeccabile.
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Lara Della Mea: la rinascita azzurra.

Opinione – Un weekend che racconta il futuro del circuito
La sensazione più forte è che stiamo entrando nella Coppa del Mondo della complessità tecnica.
Non vince chi forza di più, ma chi interpreta meglio.
E in questo contesto, l’Italia sta mostrando una qualità nuova: non dipende più da un solo atleta, ma da una base larga che cresce insieme.
Il potenziale per un inverno divertente e competitivo c’è tutto.
E dopo Tremblant e Beaver Creek, la domanda è solo una:
si sta ridisegnando la geografia dello sci mondiale?
Forse sì. E l’Italia, finalmente, è seduta al tavolo giusto.
