Il poter scoprire strade secondarie e poco frequentate immerse nella natura e nella tranquillità è uno dei piaceri che può regalare la bici gravel. Proprio per il tipo di strade che si vanno ad affrontare, tuttavia, spesso non è così immediato pianificare il percorso più remunerativo ed appagante. Infatti, allontanandosi dalle strade asfaltate per le quali GoogleMaps e StreetView ci possono far vedere quasi ogni metro, le strade sterrate e secondarie sono più misteriose e a volte possono rivelarsi dei sentieri scomodi da percorrere in bici. Vediamo allora quali strumenti usare per pianificare un giro in gravel.

Stabilire quale tipo di percorso siamo in grado di affrontare
Per pianificare un giro in gravel, per prima cosa dobbiamo valutare le nostre capacità di guida e stabilire quale tipo di percorso possiamo affrontare in sicurezza senza che diventi pericoloso o troppo stressante per via delle difficoltà tecniche. Ultimamente il mondo gravel sta andando sempre più verso percorsi tecnici che richiedono capacità di guida del mezzo che non si possono improvvisare. Meglio quindi partire in maniera graduale con le difficoltà del percorso sia in termini di tecnica che di sviluppo e dislivello. Oltre alle nostre capacità, dobbiamo poi stabilire cosa è in grado di affrontare il nostro mezzo. Sentieri molto sconnessi richiedono copertoni larghi, non meno di 40 mm. Se ci sono delle sezioni fangose dovremo avere dei copertoni molto tassellati per avere sempre il giusto grip. Salite ripide richiedono rapporti adeguati, specie se il fondo è sconnesso e scivoloso. Fatte queste valutazioni, possiamo quindi andare a pianificare il nostro giro gravel avendo bene in testa i limiti che non è saggio superare.

Pianificare un giro in gravel: disegnare il percorso
È la fase di studio iniziale che si rivela fondamentale per non andare allo sbaraglio. È anche una fase in cui possiamo sognare un po’ con le imprese che magari abbiamo in mente da tempo. In questa fase ci vengono in aiuto diversi strumenti.
Il primo è GoogleMaps con StreetView. Anche se è dedicato alle strade asfaltate, spesso sono presenti anche strade secondarie sterrate. Con StreetView, poi, possiamo almeno farci un’idea se quella strada sterrata che abbiamo in mente esiste davvero o no, andando a guardare se l’inizio di quella strada esiste oppure no. Anche la vista dal satellite aiuta molto in certi casi. Un elemento da non trascurare in questa fase è la presenza di eventuali blocchi fisici sul nostro percorso. Il primo è la presenza di proprietà private, magari difese da cancelli. Oppure ancora la presenza di frane con la conseguente chiusura di quel tratto di strada.
Per disegnare il percorso possiamo poi utilizzare App dedicate molto efficaci. Due tra le più popolari sono Strava e Komoot.
Con queste è possibile andare a vedere quali sono le strade più percorse dai rider nella zona che abbiamo in mente di esplorare. È la cosiddetta funzione Heatmap.

Su Strava è anche possibile vedere i vari segmenti in quella zona e verificare quando sono stati percorsi ricollegandosi all’attività dell’utente che ha registrato la sua corsa. In questo modo possiamo avere una discreta sicurezza sullo stato di percorribilità di quel tratto. Un altro aspetto da considerare è il tipo di fondo. Komoot fornisce delle indicazioni molto utili in merito a ciò, avvisandoci anche se in quel percorso che abbiamo disegnato ci sono tratti non ciclabili. Gli altri vengono invece suddivisi in strade asfaltate, single-track, sentieri, ecc. Sulla base di queste informazioni possiamo avere un’idea se il percorso che abbiamo disegnato si adatta alle nostre capacità e al nostro mezzo.

Pedalare in gruppo
Pedalare da soli ha il suo fascino, ma la gravel è anche un modo per socializzare e stare bene in compagnia nella natura. Insieme è anche più facile affrontare difficoltà, sia tecniche che fisiche, oppure imprevisti. Proviamo poi a partecipare a qualche manifestazione gravel se nella zona che vogliamo esplorare ce ne sono in programma. Questo è il modo migliore per scoprire nuovi sentieri che sicuramente saranno ciclabili e divertenti.

Dotiamoci di un GPS
Dopo aver disegnato il percorso, il modo migliore di seguirlo e non perdersi ai vari incroci è quello di avere un buon GPS con noi. Possiamo utilizzare GPS da escursionismo/trekking opportunamente montati sul manubrio della bici oppure i classici ciclocomputer di ultima generazione dotati di strumenti di navigazione. Quello che è fondamentale è che siano caricate le mappe della zona in modo da poter vedere su quali strade e sentieri stiamo andando e, nel caso ci perdessimo, come rientrare sul percorso pianificato. Ricordiamoci poi di valutare bene la durata della batteria del nostro GPS per verificare che ci copra per tutta la durata del giro. Se abbiamo in mente un lungo tour è buona cosa avere con noi un power bank di scorta.
