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5 errori nel bikepacking comuni e come evitarli

Analizziamo 5 apsetti che se trascurati possono rovinare la nostra avventura a pedali.

Scritto il
da Martina Tremolada

Il bikepacking è un’avventura straordinaria, un modo per esplorare la natura selvaggia e mettere alla prova i propri limiti, ma come ogni disciplina outdoor, nasconde delle insidie. Soprattutto se siamo alle prime armi, la possibilità di commettere errori è dietro l’angolo. E un’esperienza indimenticabile si potrebbe trasformare in un continuo imprecare forze umane e sovrumane che nemmeno pensavamo esistere. Ma niente paura!
Con la giusta preparazione e consapevolezza, possiamo evitare queste trappole comuni e goderci ogni singolo chilometro.

Giuseppe Papa, esperto cicloviaggiatore

1. Il primo degli errori nel bikepacking: la zavorra inutile

Uno degli errori più diffusi tra i bikepacker è il sovraccarico. L’entusiasmo di partire all’avventura porta spesso a voler portare con sé “tutto il necessario”, trasformando la bici in un mulo da soma.
Se viaggiamo in relax senza badare alla performance misurando velocità, chilometri e watt, un grammo non farà la differenza. Possiamo evitare di valutare il peso di ogni singolo componente dei nostri bagagli e concentrarci su ciò che è necessario per partire e goderci il viaggio in modo rilassato. Ecco, rilassato. Per far si che l’esperienza sia piacevole e magari anche indimenticabile, non possiamo trascurare completamente il peso sulla bici.
Il peso complessivo dipende da molte variabili quale la bici stessa, la nostra attrezzatura e il grado di autonomia con cui vogliamo affrontare il cicloviaggio. Se pedaleremo in zone remote senza possibilità di rifornimenti giornalieri, dovremo considerare di avere del peso in più per portare acqua e cibo a sufficienza. Se viaggiamo con la tenda al seguito, avremo sicuramente più peso rispetto a chi decide di trascorrere le notti in struttura.
Detto questo, possiamo attuare qualche accorgimento per non portare peso in eccesso che a ogni pedalata, soprattutto in salita o su terreni sconnessi, si fa sentire.
La prima cosa da fare, quindi è chiederci, “Mi servirà davvero? C’è un’alternativa più leggera o multifunzionale?”. La multifunzionalità degli oggetti è sicuramente una qualità da non sottovalutare. Inoltre, possiamo optare per versioni mini di prodotti da bagno, dentifricio, ecc. in particolare, per i saponi trovo sempre molto utile portarli in versione solida: occupano e pesano poco, durano tanto. Se viaggiamo in gruppo, possiamo anche dividere gli oggetti comuni come kit di pronto soccorso o attrezzi per la manutenzione della bici.
Infine, possiamo valutare il peso complessivo della bici e dei bagagli. Proviamola per un’uscita, magari di un weekend su un tracciato poco impegnativo e facciamo un bilancio di ciò che abbiamo usato e di ciò che è rimasto nelle  borse. Questo ci darà preziose indicazioni per i viaggi futuri.

2. Un altro degli errori nel bikepacking: non conoscere la bici

La bici è il nostro mezzo di trasporto, il nostro alleato più fedele. Eppure, può succedere che si parta per un cicloviaggio senza un controllo del mezzo e senza conoscere le riparazioni di base.
Innanzitutto occorre lavare la bici in modo approfondito prima della partenza, in questo modo possiamo anche accorgerci se c’è qualche problema o qualche vite fuori posto. Portarla dal meccanico per un check-up è sempre una buona idea: gli occhi esperti sapranno infonderci tranquillità prima del viaggio. Se siamo alle prime armi con le riparazioni di base, come per esempio cambiare una camera d’aria, possiamo chiedere consigli e/o esercitarci in modo da essere poi autonomi.
Nelle nostre borse non potrà manca il kit per le riparazioni d’emergenza di cui avevamo parlato in questo articolo.
Inoltre, non dobbiamo sottovalutare la posizione in sella. È di fondamentale importanza avere la bici regolata secondo le nostre caratteristiche e preferenze. Per questo possiamo farci aiutare da un ciclomeccanico, con laurea in fisioterapia, che prenderà le nostre misure e quelle della bici per aiutarci a pedalare senza dolori. Una volta aggiustate le misure, usciamo per qualche chilometro e diamo feedback a chi ci ha aiutati a trovare la posizione giusta per eventuali microregolazioni successive. Personalmente mi ha aiutata a riacquistare fiducia e rendere la pedalata decisamente più piacevole ed efficace.
Durante il viaggio, infine, è bene avere cura della bici tenendola pulita, lubrificando la catena regolarmente e coccolandola – le nostre amiche a pedali hanno bisogno di attenzioni.

errori comuni nel bikepakcing, Analisi pressioni sulla sella, Fisiobike di Paola Paonessa
Analisi pressioni sulla sella, durante la visita da Fisiobike di Paola Paonessa

3.  Scarsa pianificazione dell’itinerario e delle risorse

L’improvvisazione ha un fascino tutto suo, ma tra gli errori nel bikepacking più comuni c’è proprio il partire senza una pianificazione, almeno sommaria, dell’itinerario. A volte basta poco per trovarsi su strade sbagliate, troppo trafficate, con tratti impraticabili o senza rifornimenti per chilometri.
Se vogliamo tracciare ogni metro della nostra avventura a pedali, gli imprevisti sicuramente diminuiranno. Ma non possiamo considerare che si annullino ed essere pronti a gestirli al meglio è sicuramente uno degli ingredienti fondamentali di un cicloviaggio.
Possiamo anche considerare di avere un’idea generale del percorso, e programmare la tappe man mano che ci spostiamo. In questo caso occorrerà prendersi del tempo la sera per decidere la tappa seguente. Il mio consiglio, in questo caso, è programmare a distanza di due giorni. Cioè appena finita una tappa, avremo già la tappa del giorno successivo programmata e ci concentreremo sulla tappa del giorno dopo ancora. In questo modo la gestione degli imprevisti sarà più fluida e se un giorno arriviamo tardi o molto stanchi, possiamo permetterci di “giocare il jolly” e riposarci il più possibile (a patto che poi il giorno successivo pianficheremo due tappe).
In ogni caso, ci sono alcune informazioni da tenere presente prima della partenza come per esempio i dislivelli o i tratti dove ci sono dei valichi, i punti d’acqua, i possibili bivacchi o le strutture ricettive. Un itinerario ben studiato non toglie spontaneità: anzi, ci dà la libertà di scegliere e improvvisare con maggiore consapevolezza.
Utilizzare app di navigazione, consultare blog e forum di altri viaggiatori o interagire sui social aiuta a costruire un percorso adatto alle nostre esigenze. È utile anche stampare una mappa o salvare le tracce offline per evitare eventuali brutte sorprese in zone senza connessione.
Infine, pensare a delle “vie di fuga” – deviazioni o tratti alternativi più facili – ci permette di gestire eventuali contrattempi, come maltempo o stanchezza. Anche in questo caso, un buon piano non serve a controllare tutto, ma a lasciare spazio all’imprevisto senza farci perdere la rotta.

Wikiloc app di navigazione outdoor intuitiva.
Wikiloc app di navigazione outdoor intuitiva.

 

4. Sottovalutare l’importanza dell’abbigliamento adeguato in relazione al meteo

Un altro degli errori nel bikepacking che può trasformare un’esperienza piacevole in una giornata da dimenticare è sottovalutare l’abbigliamento in relazione il meteo. Guardare le previsioni prima della partenza sicuramente aiuta a orientarci su cosa ci aspetta. Ma, si sa, non ci sono più le mezze stagioni e il tempo cambia in fretta, soprattutto in montagna o nelle regioni più esposte al vento e alla pioggia.
L’abbigliamento è la tua prima linea di difesa contro gli elementi. Pedalare sotto un temporale improvviso con abiti inadatti o ritrovarsi infreddoliti al tramonto, senza un cambio asciutto, non è solo sgradevole: può anche compromettere il proseguimento del viaggio. Per evitare questo errore, occorre equipaggiarsi in modo versatile e vestirsi a strati.
Quest’ultima è sempre la regola d’oro. Prepara uno strato base traspirante, uno strato intermedio isolante e uno strato esterno impermeabile e antivento.
Una giacca antipioggia leggera ma efficace, una maglia termica di riserva e un paio di guanti impermeabili possono davvero fare la differenza. L’abbigliamento tecnico è ottimo alleato: traspirante, caldo e resistente agli odori. In generale è sempre meglio scegliere materiali che assorbano l’umidità e si asciughino rapidamente, come la lana merino o i sintetici specifici per l’outdoor. Non dimentichiamoci guanti, cappello o scaldacollo, occhiali da sole e crema solare. Anche d’estate, le temperature possono scendere drasticamente in quota o di notte.
Fondamentale è anche l’organizzazione dei bagagli: riporre l’abbigliamento in modo ordinato o semplicemente abitudinario ci aiuta a sapere quali strati abbiamo a disposizione e prendere velocemente i vestiti da pioggia in caso di maltempo improvviso.

proteggersi dalla pioggia in bici
Robert Thomson on Flikr

5. Il più sottovalutato degli errori nel bikepacking: trascurare noi stessi

Il bikepacking non è solo pedalare. Richiede una buona dose di resistenza fisica e, soprattutto, resilienza mentale. Sono aspetti che, anche giustamente, spesso si annebbiano davanti alla nostra passione e voglia di pedalare all’avventura che sono il vero motore. Ma occorre sempre prestare la giusta attenzione al nostro corpo, senza esagerare.
Nel cicloviaggio, ci muoviamo solo con le nostre forze, eppure, uno degli errori nel bikepacking più frequenti è quello di non dare la giusta importanza a cibo e acqua, soprattutto nei percorsi lunghi e nelle zone più isolate. Spesso, presi dall’entusiasmo o dal paesaggio, dimentichiamo di bere regolarmente o di fare piccole pause per mangiare. Il risultato? Arrivano i crampi, il calo di energie, o peggio ancora la disidratazione. Una condizione che, in mezzo a una foresta o su una lunga strada bianca sotto il sole, può diventare un serio problema. Per evitare tutto questo, è utile creare delle abitudini semplici ma efficaci: sorseggiare ogni 15-20 minuti, anche se non sentiamo sete, e programmare piccoli snack ogni ora, privilegiando alimenti energetici e facilmente digeribili.
Infine calibrare le tappe in base al nostro allenamento è fondamentale per riuscire a pedalare in modo efficace più giorni consecutivi. Se pedaliamo oltre misura, magari affrontando dislivelli importanti, non è detto che non riusciremo a completare quella tappa, ma sicuramente il giorno dopo saremo stanchi e affaticati.
Occorre quindi avere una buona conoscenza di se stessi, del proprio potenziale e della gestione delle energie. Senza dimenticare di ascoltarsi e dare spazio a ciò che ci suggerisce l’istinto.

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