“Dopo dieci giorni di degenza ospedaliera, eccomi finalmente a fare ritorno a casa. Mi sembra quasi strano poter togliere il pigiama, infilare tutte le poche cose nello zainetto, mettermi le scarpe e salutare i compagni di camera, medici e infermieri, che per più di una settimana sono stati la mia famiglia. Un po’ odiati, per i tamponi mattutini (alle 5.30..) e un po’ amati per quando ti allungavano un frutto in più dopo i pasti.
Ma ora è giunto il momento di rientrare al Campo Base. Muovo finalmente i primi passi al di fuori della camera. Cammino deciso, sulle gambe ancora un po’ doloranti, lungo il corridoio. Nelle finestrelle della porta di fronte a me vedo le facce felici di mio papà e di Giulia, venuti a prendermi. Sorrisi immensi, che si percepiscono chiari anche se dietro una mascherina. E poi sono caldi abbracci, non troppo forti, per non infastidire le mie costole rotte.

Il viaggio in macchina passa veloce, fino ad arrivare alla sagoma inconfondibile del Poncione di Ganna, che ti accoglie e ti da il benvenuto lungo gli ultimi chilometri sull’Autostrada del Laghi. E’ sempre lui che, tutte le volte che rientro da un viaggio, mi da per primo il bentornato a casa.
E finalmente casa. Sembra di averla lasciata solo qualche giorno fa. Giusto il tempo di togliere giacca e scarpe, e una bottiglia di vino è già aperta in mezzo al tavolo, finendo la serata tra chiacchiere e racconti.

Ora inizia un lungo periodo, dove riposo e fisioterapia saranno alla base delle mie giornate, per sperare di rimettermi in forma al più presto!
Le tre (o quattro, non si capisce bene..) costole rotte sono la cosa che mi preoccupa meno. Quello che mi preoccupa di più è una caviglia, che ha subito una forte distorsione, e un ginocchio che è ancora leggermente gonfio e dolorante.
Per questo motivo non voglio fare previsioni azzardate sul futuro e su quello che farò. Aspetterò che il corpo si sia perfettamente ripreso e sia in forze, per decidere se proseguire in questa fantastica avventura o terminarla qui.
Andando troppo in là con il tempo, infatti, potrei rischiare di incappare nelle prime nevicate autunnali, rischio da non sottovalutare (anche perché di neve ne ho già presa abbastanza quest’anno!). Prenderò in considerazione ogni minimo dettaglio, e poi deciderò il da farsi.
Per ora mi dedico a riprendere le energie, fare esercizi e cercare di recuperare al meglio, vivendo positivamente ogni momento.”

Sembra strano essere tornati a casa dopo cinque mesi di cammino. Elia ha percorso più di metà del Sentiero Italia CAI, dalla Sardegna al confine tra Toscana e Liguria. Cinque mesi intensi, di incontri inaspettati e ambienti tra i più diversi nel nostro paese. Si è fermato a un passo dalle Alpi, quella che forse sarebbe la stata la parte più impegnativa del percorso, almeno per quanto riguarda i dislivelli.
Ora però comincia un altro viaggio, fatto di fisioterapia e riabilitazione, per potersi rimettere in forma il prima possibile. Per continuare il viaggio poi si vedrà, di certo non è finita qui!