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Cos’è la transumanza?

Vita pastorale sulle Alpi

Cecilia Mariani Scritto il
da Cecilia Mariani

Che cos’è la transumanza? Nell’immaginario di molti, alla montagna è spesso legato il ritratto bucolico di mandrie e greggi al pascolo mentre brucano indisturbate, magari vicino a una malga o a un rifugio. È la tipica immagine romantica da cartolina, che si è sviluppata negli anni e ha giocato un ruolo fondamentale nella diffusione di quell’idea di montagna pura e incontaminata che tanto ha giovato al turismo di questi luoghi.

Ma nonostante il turista veda un semplice ritratto, magari un po’ stereotipato, questo è ben lontano dalla realtà. Perché dietro a un gregge e a una mandria si nasconde quel lato della montagna che il turista non vede, e cioè la montagna come fonte di sostentamento, come luogo di lavoro e terreno da utilizzare per la sopravvivenza delle popolazioni che vivono quei territori. Realtà assai poco romantica, forse, ma pur sempre realtà.

Con questo articolo vorrei aiutare a comprendere meglio il territorio montano, luogo si di svago e di distacco, ma anche luogo abitato e utilizzato dall’uomo che ci vive. La montagna al di là delle immagini da cartolina, insomma. E vorrei farlo parlando di che cos’è la transumanza.

Transumanza
Vacca al pascolo in Trentino. Ph. Cecilia Mariani

Che cos’è la transumanza?

Con il termine transumanza si intende il complesso delle migrazioni stagionali su largo raggio territoriale e con accentuato dislivello verticale, con cui animali di grossa e media taglia si spostano, spontaneamente o condottivi dall’uomo, dalle regioni di pianura alle regioni montuose e viceversa (Treccani).

È un fenomeno diffuso in diverse regioni montuose del mondo, tra cui le Alpi, dove viene praticata la cosiddetta transumanza verticale. Ogni anno, in primavera e in autunno, i pastori spostano i loro animali dalle valli ai pascoli d’alta quota, dove passano la stagione più calda e dove possono continuare a nutrirsi di erba fresca mentre quella in valle finisce. Esiste poi anche la transumanza orizzontale, che prevede lo spostamento da una zona meno fertile a un’altra più adeguata ad ospitare il bestiame nella stagione estiva. Questo tipo di transumanza è ancora praticato prevalentemente nel sud Italia.

Nel 2019 la pratica della transumanza è stata dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.

Transumanza
Transumanza di un gregge verso il pascolo d’alta quota in Valle San Lucano, Dolomiti. Ph. Cecilia Mariani

Come funziona

A fine primavera si compie la monticazione, ovvero lo spostamento iniziale di animali e pastori dalle pianure ai pascoli d’alta quota. Questo processo avviene per gradi. Inizialmente si passa dalla valle fino ai “casolari” a 700/1000 metri di quota, poi alle malghe di bassa quota a 900/1300 metri, e infine alle malghe d’alta quota e alle baite, dai 1400 ai 2000 metri. Poi, dopo aver passato la stagione in quota, avviene la demonticazione, ovvero il processo inverso. In autunno, infatti, gli animali vengono riportati a valle, per passare l’inverno al riparo dalle intemperie. E così ogni anno, seguendo i cicli delle stagioni e adattandosi a quello che il territorio ha da offrire.

Transumanza
Ph. Maria Teneva su Unsplash

Benefici per il bestiame e per l’ambiente

È provato che la transumanza abbia dei benefici, sia per gli animali che per i luoghi in cui viene praticata. Per quanto riguarda l’animale, il cambiamento di dieta conseguente la pratica della transumanza permette di aumentare l’apporto nutritivo, che si riflette sia sulla salute dell’animale stesso che sulla qualità dei prodotti caseari e non che ne derivano. Aiuta inoltre l’animale a rimanere in salute, ad esempio aumentandone la muscolatura e le attività circolatoria e respiratoria.

L’effetto positivo sull’ambiente in cui pascolano questi animali, invece, deriva direttamente dalle deiezioni degli animali, soprattutto bovini, che forniscono elementi importanti per la coltivazione (come ad esempio l’azoto).

Transumanza
Pastore. Ph. Patrick Schneider su Unsplash

Transumanza e cultura

la transumanza è una pratica vecchia di secoli, e nel corso degli anni ha influenzato le relazioni fra le persone, gli animali e gli ecosistemi. Ha plasmato il modo di vivere di quelle genti che fanno della pastorizia la propria fonte di sostentamento, il loro rapporto con la montagna, e continua a farlo ancora oggi. Chi pratica la transumanza ha una profonda conoscenza del territorio in cui opera, lo rispetta, e di fatto la transumanza stessa è uno dei metodi più sostenibili di praticare la pastorizia. 

Fa tuttora parte dell’identità culturale delle comunità montane, e scandisce le fasi dell’anno grazie anche a festività annuali che segnano l’inizio e la fine di questa parentesi estiva, che aiutano a tramandare questa conoscenza alle nuove generazioni e creano una scusa di ritrovo e condivisione.

Transumanza
Ph. Angel Luciano on Unsplash

La transumanza ha radici profonde, quindi, motivazioni profonde, ed è giusto che il turista veda al di là dell’animale al pascolo e di quell’immagine da cartolina per capire davvero cos’è la transumanza. Forse questo lo aiuterà ad usufruire della montagna in un modo diverso, più consapevole, e non semplicemente a sfruttarla per il suo personale divertimento.


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