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Le 5 ciclovie italiane più belle

Pedalare in Italia in sicurezza si può: vediamo 5 itinerari ciclabili da non perdere

Scritto il
da Martina Tremolada

In Italia si contano oltre 18 mila chilometri di itinerari ciclabili.

Pedalare lungo lo “Stivale“ permette di attraversare una moltitudine di panorami difficile da trovare altrove, ma il traffico intenso e disordinato potrebbe spaventare molti appassionati. Ecco che così assumono importanza le ciclovie e i percorsi su strade secondarie: seguendo gli itinerari dedicati alle biciclette e ai pedoni tutto diventa più rilassante.

Partendo da Nord e percorrendo lo stivale verso Sud (anche nelle isole non mancano ciclovie), vediamo cinque dei percorsi ciclabili più suggestivi.

  1. Ciclovia dell’alpe Alpe Adria
  2. Ciclovia della valle Olona
  3. Ciclovia della Food Valley
  4. Ciclovia Spoleto-Norcia
  5. Ciclovia dei Parchi

  1. Ciclovia dell’Alpe Adria
Uno dei tanti ponti ferroviari resi ciclabili. Photo by Nicola Brollo – Turismo FVG
Descrizione: Ciclovia Alpe Adria – Tarvisio-Venzone -Finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale e Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020 progetto BIKE NAT

Da Salisburgo a Grado (GO), la ciclovia dell’Alpe Adria con i suoi 415 km rappresenta una ben riuscita forma di cooperazione transfrontaliera per lo sviluppo della mobilità sostenibile.

Si è soliti percorrere l’itinerario da Nord a Sud per arrivare al mare, ma è possibile anche partire dalle coste italiane per raggiungere la città di Mozart.

La parte italiana del percorso è ben segnalata con la denominazione FVG-1 nei suoi 160 km con 730 m di dislivello positivo e ben 1460 m di dislivello negativo. La bassa difficoltà del tracciato lo rende affrontabile da tutti con qualsiasi tipo di bicicletta. Visto il fondo prevalentemente asfaltato, ma con alcuni tratti di sterrato compatto, la scelta meno indicata è la bici da corsa che potrebbe presentare rischi di foratura.

La maggior parte dell’itinerario si sviluppa in sede protetta riservata ai ciclisti ad esclusione di alcuni tratti a traffico promiscuo dove è bene prestare attenzione.

Lago di Fusine (inferiore)

L’ingresso in Italia regala alcuni chilometri immersi in un suggestivo paesaggio montano. Superato il centro abitato di Coccau, l’itinerario continua vero Tarvisio dove è possibile deviare per una visita ai laghi di Fusine: le fatiche della breve ma intensa salita sono ben ricompensate dalla bellezza dei limpidi bacini di origine glaciale circondati dalle rocce del gruppo del monte Mangart.

Proseguendo sulla ciclovia dell’Alpe Adria, si giunge a Camporosso a quota 800 m slm: questo è il punto più alto dell’itinerario. Dirigendosi verso sud si pedala sulla ciclabile in sede propria che ricalca il percorso di una vecchia ferrovia (particolare è la vecchia stazione di Ugovizza, oggi diventata punto di ristoro).

Pedalando sulla ciclovia dell’Alpe Adria non mancano punti di interesse storico e culturale. Nei pressi di Malborghetto sono ancora ben visibili i resti del forte di Hensel, una delle piazzeforti più importanti del sistema difensivo austro-ungarico edificata nel 1809.

Le iconiche mura di Venzone. Photo by Nicola Brollo – Turismo FVG
Descrizione: Ciclovia Alpe Adria – Venzone-Udine-Finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale e Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020 progetto BIKE NAT

Dopo aver superato alcune gallerie e piccoli centri abitati, si giunge presso un altro punto di interesse sul tracciato. Il borgo di Venzone è un’antica cittadina distrutta dal terremoto del 1976, ma ricostruita così come appariva nel medioevo.

Il percorso continua, tra strade e sentieri in buonissime condizioni, fino ad entrare nel centro di Udine che merita sicuramente una visita.

Superate Palmanova e Aquileia si è sempre più vicini al mare, tanto da cominciare a sentire la salsedine nell’aria dalla quale lasciarsi condurre fino alle porte di Grado e alla sua laguna.

Si possono trovare maggiori informazioni su https://www.turismofvg.it/ciclovia-alpe-adria-itinerario-completo

L’arrivo a Grado. Photo by Nicola Brollo – Turismo FVG.
Descrizione: ciclovia Alpe Adria – Udine-Grado Finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale e Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020 progetto BIKE NAT

  1. Ciclovia della Valle Olona

La pista ciclopedonale della Valle Olona si estende per circa 20 km da Castiglione Olona (VA) a Castellanza (VA) costeggiando l’antica Ferrovia della Valmorea e il fiume Olona. Il corso d’acqua che dà il nome alla ciclovia nasce alla Rasa di Varese, dopo 131 km confluisce nel Po a San Zenone.

Il tracciato si sviluppa in sede protetta ed è pianeggiante. Può essere percorso in entrambi sensi, procedendo da Nord verso Sud si pedala con un leggero falso piano costante che accumula 180 metri di dislivello negativi con soli 70 metri positivi.

Un passaggio della ciclovia della Valle Olona. Photo by Dido Schropa – Komoot

Il fondo è in gran parte sterrato molto compatto, questo rende la ciclovia della Valle Olona adatta a tutte le biciclette, con qualche difficoltà in più per le bici da corsa.

Viste le caratteristiche, la ciclovia della valle olona è particolarmente adatta alle famiglie con bambini e può essere percorsa anche in piena estate perché presenta tratti riparati dalla folta vegetazione circostante.

Per i più audaci, poche centinaia di metri dopo la partenza si può deviare verso “Il Piccolo Stelvio”: un precorso di 1,6 km con 120 m di dislivello positivo in cui affrontano cinque tornanti e la salita finale che stacca ripida e decisa dal paese. Il nome di questo tratto rispecchia la sensazione di essere sul fratello minore della famosa salita alpina.

All’altezza di Gornate Olona, si trova il monastero di Torba che fa parte del complesso archeologico di Castelseprio. Il borgo e i suoi numerosi complessi religiosi sono gestiti dal FAI e sono patrimonio dell’UNESCO da giugno 2011.

Parte di un vecchio treno

A conferma del fatto che sia un itinerario altamente consigliato ai piccoli ciclisti, l’ultimo tratto di ciclabile costeggia il parco del Medio Olona dove si può trovare un ampio parco giochi (con fontanelle e bagni pubblici). L’itinerario prosegue verso Olgiate Olona, per poi terminare a Castellanza.

Una capretta che attraversa la ciclabile

  1. Ciclovia della Food Valley

Se non in Italia dove? Non solo panorami bellissimi, ma anche pregiati e variegati assaggi enogastronomici.

L’itinerario di 80 km collega Parma a Busseto (PR) è pianeggiante (solo 130 m d+ e 150 m d-) e si sviluppa sulle superfici perlopiù asfaltate di ciclabili o strade secondarie a bassissimo scorrimento. Si suggerisce di percorrere l’itinerario da Sud verso Nord, ma nulla vieta il contrario.

Segnaletica della Food Valley Bike. Photo by Food Valley Bike

Partendo da Parma, dopo aver assaggiato il prosciutto crudo e aver visitato ai suoi monumenti – tra cui il Teatro Regio, il Parco Ducale e Piazza Duomo, si prosegue poi verso Sorbolo, il cui piatto tipico e la pasta al pomodoro e Parmigiano Reggiano.

Seguendo l’itinerario si pedala sulle sponde del torrente appenninico Enza e si sconfina nella provincia reggiana a Brescello dove si può gustare la tipica prugna zucchella e visitare le location di Don Camillo e Peppone.

Passaggio nel bosco. Photo by Food Valley Bike

Il tracciato porta fino a Mezzani, all’Oasi Naturale della Parma Morta che prende il nome delle acque, ormai scomparse, del torrente che sfociava nell’Enza. L’Oasi Naturale è stata istituita riserva naturale del 1990 e rappresenta un rifugio per numerose specie animali che non possono abitare i terreni circostanti coltivati. La specialità di questo punto di passaggio è l’anolino: pasta a cui ricetta si tramanda da generazioni.

La seconda metà della ciclovia della Food Valley, segue il corso del Po talvolta sugli argini ciclabili, talvolta allontanandosene leggermente. Si arriva così a Colorno, la patria del tortèl dols (esiste anche l’omonima confraternita) i cui ingredienti principali sono la mostarda, il vin cotto e il pan grattato.

Tortel dols. Photo by Food Valley Bike

Le ultime tappe del percorso presentano come piatto tipico i loro salumi. A Sissa Trecasali, dove si giunge dopo aver attraversato il fiume Taro, è possibile gustare la Spalla cruda di Palasone. Tenendo sempre il Po sulla destra, si pedala tra i campi per arrivare a Zibello dove non può mancare un assaggio al Culatello, salume dop prodotto dal 1735.

Il culatello di Zibello. Photo by Food Valley Bike

L’itinerario termina a Busseto, ma prima di dichiarare concluso il percorso si può visitare la casa natale di Giuseppe Verdi, oggi adibita a museo, sita nella frazione di Roncole.

Per chi volesse pedalare in compagnia sulla Food Valley Bike, il 4 giugno può partecipare alla pedalata ”Ingorda”, inoltre per fruire della ciclovia nel migliore dei modi, è possibile scaricare l’app dedicata: Food Valley Bike App.

Il cielo infuocato dalle luci del tramonto. Photo by Food Valley Bike

  1. Vecchia ferrovia Spoleto-Norcia

Il tracciato ferroviario da Spoleto a Norcia, inaugurato il 01.11.1926 e rimasto operativo fino al 31.07.1968, oggi è diventato un suggestivo itinerario ciclabile. Il percorso ciclabile, caratterizzato da gallerie e viadotti e immerso in un incantevole scenario naturale, è stato quasi interamente riqualificato e messo in sicurezza, è lungo circa 55km con 950 m di dislivello positivo e 720 m di dislivello negativo.

È un interario percorribile da tutti in quanto non presenta punti di particolare difficoltà, le biciclette adatte sono MTB, trekking e gravel. Occorre sottolineare che, vista la presenza di numerose gallerie, è bene dotarsi di una buona illuminazione.

Il Duomo di Spoleto. Photo by Fausto Manasse on Pixabay.

Partendo da Spoleto si può imboccare il raccordo alla ciclabile dal cimitero monumentale, da qui dopo 1,5 km si arriva alla partenza della vecchia ferrovia che porta fino a Norcia.

I primi 10 km dell’itinerario salgono sul versante del Monte Piano fino a raggiungere i 641 m di quota (si partiva da 330 m slm). La salita non è mai ripida (massimo 4%): pedalare lungo le vecchie ferrovie o i fiumi permette di non trovare mai pendenze eccessive. Infatti, appena terminato il tratto di salita si entra in una galleria, ad esclusivo servizio dei ciclisti, lunga ben 2 km che permette di non dover pedalare fino agli oltre 800 m di quota dei colli circostanti.

L’ingresso della lunga galleria. Photo by Viaggiatorelento on Komoot

Usciti dalla galleria, ci si tuffa su una divertente discesa che in 10 km porta a Sant’Anatolia di Narco da cui si prosegue in direzione San Felice pedalando su una sterrata compatta che costeggia la statale proteggendo i ciclisti dai mezzi a motore.

Procedendo sulla sterrata. Photo by Roberto Nuzzo on Komoot

Seguendo il percorso del fiume Nera, uno dei principali affluenti del Tevere, la vecchia ferrovia Spoleto – Norcia prosegue con un leggero falsopiano fino a Cerreto di Spoleto, da qui il tracciato si stacca dal Nera per seguire il corso del fiume Corno. Poco dopo, cominciano 7 km in cui – a causa del terremoto del 2016 – alla ciclabile si alternano dei tratti su strada statale dove è bene prestare attenzione.

Proprio dove il fiume Sordo confluisce nel Corno, si torna a pedalare in sede protetta e con il leggero falsopiano che continua, si arriva in 7 km in centro a Norcia, proprio alle porte del parco naturale dei Monti Sibillini e non distanti dalla piana di Castelluccio.

Il municipio di Norcia (pre-terremoto). Photo by Gunther Simmermacher on Pixabay

  1. Ciclovia dei Parchi Calabria

La ciclovia dei Parchi Calabria è un itinerario che si sviluppa per 545 km lungo il crinale principale dell’Appennino calabrese tra strade esterne ai parchi (323 km) e strade interne ad essi (222 km). Il dislivello è significativo, la quota minima è 19 m slm e quella massima 1690 m slm. Alternando salite e discese il percorso in totale conta oltre 10.000 m di dislivello positivo e poco meno di 10.000 m di dislivello negativo.

Il Bosco delle fate di Reggio Calabria. Photo by Ciclovia dei Parchi Calabria.

Il tracciato si sviluppa su piste e sentieri ciclabili a strade aperte al traffico con volumi di transito veicolare molto scarso, nella gran parte dei casi inferiore a 50 veicoli ogni ora. È un percorso adatto ai cicloviaggiatori che vogliono esplorare la biodiversità, ammirare i paesaggi appenninici e mettersi alla prova sulle salite. MTB, gravel e touring bike sono le biciclette adatte per avventurarsi sulla ciclovia dei Parchi Calabria.

Lungo il percorso si trovano strutture ricettive bike friendly dove potersi fermare la notte, in alcuni tratti scarseggiano i punti dove fare rifornimento di cibo quindi occorre organizzarsi.

Il Parco Nazionale dell’Aspromonte. Photo by Daniele Carletti, Becycling.net

Si è soliti percorrere questo itinerario da Sud a Nord. Partendo da Reggio Calabria, dopo soli 17 km si stacca dalla strada principale per entrare nel primo parco che si attraversa: il Parco Nazionale dell’Aspromonte. Si pedala fino a Fabrizia (al km 126) immersi nell’affascinante natura del Parco che dal 2021 fa parte della rete mondiale dei geoparchi curata dall’UNESCO.

Si percorrono meno di 10 km che già ci si ritrova immersi nel Parco Regionale delle Serre, istituito area naturale protetta nel 2004. Da Mongiana (km 133) a Caraffa di Catanzaro (km 223) si procede ammirando suggestive cascate e imponenti rocce granitiche nascoste tra i fitti boschi.

Il Parco Regionale delle Serre. Photo by Daniele Carletti, Becycling.net

Dopo una ventina di km, a Tiriolo (km 246) ci si trova alle porte del Parco Nazionale della Sila. Istituito ufficialmente nel 2002, è uno dei parchi capaci di custodire al suo interno uno dei più significativi sistemi di biodiversità. Basti pensare che il simbolo del Parco Nazionale della Sila è un lupo: considerato il più importante predatore dei boschi dell’Appennino e della montagna calabrese. Nel 1970 subì un grave declino demografico, rimanendo sull’orlo dell’estinzione, oggi nel parco ne sono presenti 15-20 esemplari.

Il Parco Nazionale della Sila. Photo by Daniele Carletti, Becycling.net

Dopo aver pedalato quasi 200 km nell’area del Parco Nazionale della Sila (fino a Bisignano, km 427), si percorrono una ventina di km di collegamento per entrare, all’altezza del lago di Tarsia (km 447) nell’area dell’ultimo parco attraversato: il Parco Nazionale del Pollino. Il parco nazionale più grande d’Italia è dal 2015 patrimonio mondiale UNESCO e accompagnerà i cicloturisti per circa 100 km fino a Laino Borgo, punto di arrivo della ciclovia.

Si possono trovare maggiori informazioni su https://www.cicloviaparchicalabria.it/it/

Il Parco Nazionale del Pollino. Photo by Daniele Carletti, Becycling.net


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