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Michelin Technical Soles

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da Redazione outdoortest.it

L’evento era nell’aria, ma adesso che dai rumors si è passati alla realtà, il mondo outdoor non sarà più lo stesso. Il colosso degli pneumatici Michelin porta a termine la fase progettuale e si presenta a OutDoor 2015 in partnership con Salewa per lanciare due nuove suole da “Mountain training” montate su altrettante calzature del marchio di Bolzano.

Il progetto non si limiterà alla realizzazione di suole tecniche sviluppate con i marchi partner ma, a detta dello stesso AD di JVInternational (braccio operativo di Michelin nel progetto), Ambrogio Merlo, punterà a innovare in ogni ambito in cui il know-how del marchio francese possa trovare adeguato terreno di coltura.

Del resto l’interesse di Michelin per le suole delle calzature, in particolare da lavoro, risale agli anni ’30 del secolo scorso. L’ho personalmente scoperto un anno fa’, trovandomi a Clermont Ferrand (sede del Gruppo) per compiere escursioni sul mitico Puy de Dome. Pernottando in una locanda tipica della cittadina, uno di quei posti “francesi” dove ti aspetti di vedere Maigret seduto al bar, per intenderci, ho notato una locandina consumata appesa ad una parete dietro la reception. Il soggetto era il famoso “omino Michelin” (in arte Bibendum) nell’atto di sollevare una scarpa e mostrare orgogliosamente la suola scolpita. Lo slogan decisamente chiaro: Le coup de la semelle Michelin (il colpo della suola Michelin). La stessa posa, oggi, è stata utilizzata per il lancio “moderno” del progetto Technical Soles, con la sola differenza che Bibendum non ha più il sigaro fumante in bocca.

Nella partnership con Salewa, concretizzatasi proprio alla fiera di Friedrichshafen con la presentazione di due suole (Lite e Ultra), specializzate per terreni outdoor di diversa natura, sono state unite da un lato l’esperienza in campo outdoor dei tecnici del gruppo Oberalp, dall’altro la sapienza (e la potenza del settore R&D) di Michelin in fatto di interfaccia tra “corpi in movimento” e suolo.

Abbiamo analizzato, sebbene solo in condizioni “a secco” senza possibilità di prova, le due versioni per trovare subito alcuni aspetti di estremo interesse. I dettagli della scultura, la disposizione dei tasselli, la forma e dimensione dei rilievi, la combinazione di differenti densità di gomma fanno pensare ad un grip multidirezionale efficace, e a una elevata capacità di espellere i detriti (soprattutto fangosi);

i supporti in materiale più strutturato (non rigido) posizionati lateralmente a livello dell’arco plantare oltre a dare maggiore supporto alla parte più sollecitata del piede durante corsa e cammino, sembrano assicurare stabilità torsionale all’intero sistema suola/tomaia;

ma quel che più ci ha attratto, è la suddivisione a “T” rovesciata, dell’intera mappa della suola. Si tratta di due tagli netti, uno trasversale che divide la zona di impatto al tallone dal resto della suola (sistema ammortizzante già in uso da tempo da parte di altri produttori), e uno (originale e decisamente innovativo) longitudinale con andamento a “parentesi” che in effetti divide esterno ed interno della suola, creando una linea di frattura che ha il compito di differenziare la capacità ammortizzante dell’intero sistema nella fase attiva del passo di corsa, quando dal primo appoggio (totalità del piede), con la rullata, si passa alla spinta (avanpiede/esterno). La validità di tale soluzione dipenderà dal grado di flessionalità delle due parti, determinato dalla composizione dei differenti materiali in uso.

Inutile dire che l’aspettativa per il test sul campo si fa febbrile, ma dovremo attendere fino all’autunno, quando saranno pronti i modelli definitivi delle scarpe Salewa, e outdoortest.it effettuerà la prima sessione “estiva” di test in Alto Adige, dal 28 al 30 settembre.

Restate sintonizzati, seguiremo assiduamente e molto da vicino lo sviluppo dell’azione Michelin nel mondo outdoor, una ventata di novità che non mancherà di scuotere il sistema e stimolare ulteriore crescita.

 

 

 


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