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Perchè proteggersi dal sole: ce lo spiega il Dott. Mario Cristofolini

Per godersi le giornate di sole senza incappare in spiacevoli conseguenze

Scritto il
da Luca Tessore

Una bella giornata di sole all’aria aperta è tutto ciò che ci serve per ricaricare le energie e ritrovare il buon umore, cielo azzurro, risate con gli amici, sole che ti brucia la pelle…ed ecco che arrivata sera ci ritroviamo “cotti” a puntino. Per sottolineare l’importanza di proteggersi dal sole abbiamo voluto intervistare chi di esperienza ne ha, sia con gli scarponi che con il camice bianco, il Dott. Mario Cristofolini, che è stato nella sua lunga carriera, primario del reparto di Dermatologia presso l’Ospedale S. Chiara di Trento. In questo articolo ci spiegherà i rischi legati alle scottature e quali accorgimenti adottare per proteggersi al meglio dal sole.

proteggersi dal sole
Foto di Anders Nielsen su Unsplash

Intervista

Spesso associamo la crema solare al mare escludendo la montagna dalla prassi di proteggersi, complici spesso le temperature frizzanti. Ci può spiegare quanto la montagna sia insidiosa anche da questo punto di vista?

I danni del sole dipendono dalla sua intensità e, l’intensità del sole dipende da alcuni fattori: uno dei fattori è l’altitudine. Più si sale di quota, meno gli ultravioletti vengono filtrati; tra le categorie di raggi ultravioletti gli UVB sono quelli che determinano più rischi di scottature e più cancerogeni, inoltre sono anche quelli che causano un danno a distanza.

Inoltre, in montagna, rispetto al mare, ci può essere il riflesso della neve e questo vuol dire moltiplicare quasi per due l’intensità del sole e quindi avere ancora maggiore danno.

Quali sono gli accorgimenti che consiglia?

La prevenzione dei danni da sole sono quelli della fotoprotezione o della corretta esposizione. Cercare l’ombra degli alberi, ripararsi con teli e ombrelloni quando si può. Inoltre, anche usare indumenti è molto importante: un cappellino, tessuti protettivi, una camicetta e gli occhiali da sole. Qualcuno trascura l’importanza di proteggersi gli occhi con delle buone lenti, ma anche gli occhi soffrono da ultravioletto.

Secondo accorgimento: evitare le ore centrali della giornata, quindi se sei al mare cerca di non andare a prendere il sole senza ombrellone.

Infine, ci sono gli schermi solari cioè le creme. Queste sono varie perché dipende dal fototipo della persona. Se una persona ha la pelle molto chiara dovrà avere uno schermo solare ad alta protezione mentre, se ha una pelle di fototipo 4-5 che sono quelle che non si abbronzano e non si scottano in questo caso può andare bene anche una 30 di protezione.

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Foto di Laurentiu Morariu su Unsplash

Quanto incide il fototipo sulla tipologia di protezione?

Ci sono alcuni dati molto importanti proprio nella letteratura scientifica, per esempio, in Australia e in Nuova Zelanda ci sono molti più tumori della pelle derivati dal sole perché le persone sono tutte dei caucasici che provengono dall’Inghilterra, quindi, con la pelle pallida e coi capelli rossi. Questa popolazione ritrovandosi in un ambiente “equatoriale”, dove l’irraggiamento solare è più forte si è ritrovata a dover affrontare una maggior dose di tumori cutanei e di invecchiamento cutaneo da ultravioletto. Un caso inverso lo ritroviamo negli Stati Uniti, qui la popolazione di origine africana non ha praticamente danni da sole. Il motivo è semplicemente perché si proteggono naturalmente con la cute molto pigmentata. Ritornando alla latitudine dell’Italia, qui possiamo trovare individui con la pelle chiara che sono molto più portati alla scottatura, all’invecchiamento solare e anche a sviluppare tumori della pelle.

Una frase che si sente spesso dire è: “Ormai sono abbronzato, la crema solare non mi serve più!” Quanto c’è di vero in questa affermazione?

L’abbronzatura rappresenta un danno, vuol dire che c’è stato il melanocita che ha dovuto bloccare i radicali liberi che ha trasformato in melanina. Il melanocita prende questa melanina e la mette nei cheratinociti, cioè nelle cellule della pelle, perché facciano in parte da protezione; quindi, è evidente  che la pelle abbronzata indubbiamente si scotta meno di quella non abbronzata, però vuol dire che è già stata danneggiata. Quindi, secondo me puoi ridurre, ma comunque è meglio continuare a proteggersi.

In caso di cielo nuvoloso è importante continuare a proteggersi?

Certamente perchè i raggi UV attraversano facilmente le nuvole.

Quali sono le buone pratiche che ruotano attorno alla protezione tramite crema solare?

Le protezioni solari sono efficaci perché in effetti è documentato che riducono i danni da sole, le cheratosi attiniche, i tumori della pelle e, riducono anche il numero dei nei che si prendono anche quelli a media distanza dall’esposizione.

E’ molto importante mettersi la protezione solare ogni due ore, soprattutto se si va in acqua.

Per i più piccoli ci sono delle attenzioni in più che dobbiamo avere?

Il danno vero quello che può portare ai tumori della pelle quindi ai carcinomi della pelle e anche al melanoma sono legati alle scottature subite da bambino; quindi, è molto importante proteggere i più piccoli, in particolare fino ai 15 anni, non soltanto con una protezione solare, ma anche con indumenti come camicette e cappellino ed evitare le ore centrali della giornata.

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Foto di Vidar Nordli-Mathisen su Unsplash

Una volta arrivati a casa dopo una lunga giornata esposti in alta quota magari su ghiacciaio, possiamo ancora fare qualcosa per la nostra pelle?

La pelle ha uno strato corneo e sopra questo c’è uno strato idrolipidico, questo può seccarsi un po’ a fine giornata. L’uso di una crema emolliente, di qualunque genere, è sufficiente a ripristinare le condizioni iniziali.

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Foto di BATCH by Wisconsin Hemp Scientific su Unsplash

Grazie al Dott. Mario Cristofolini abbiamo capito quanto sia importante proteggere i più piccoli e noi stessi dal sole, per godersi il calore sulla pelle e trarne tutti i benefici che soltanto una giornata all’aria aperta può regalarci.

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