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Vademecum del viaggiatore sostenibile: campeggio libero e bivacco

Ricordando le buone pratiche da seguire, analizziamo le differenze e i regolamenti per il campeggio libero e il bivacco, con particolare riguardo all’arco alpino

Scritto il
da Martina Tremolada

Escursionisti, cicloturisti e, in generale, amanti della natura spesso vedono il proprio desiderio di avventura scontrarsi con regole poco precise e divieti apparentemente incomprensibili. Cerchiamo di fare ordine per capire le differenze tra campeggio libero e bivacco e quando è possibile fermarsi a dormire in autonomia nella natura.

Camping sostenibile

Dormire in natura: le buone pratiche

Prima di entrare nel marasma della legislazione in materia, ci pare opportuno evidenziare alcuni aspetti relativi alle buone norme comportamentali da tenere quando si decide di dormire in mezzo alla natura.

Se stiamo pianificando un viaggio (sia esso un’escursione di qualche giorno o per un lungo periodo) con l’idea di fermarsi a dormire in autonomia, è bene informarsi sul territorio. Occorre controllare l’area in cui prevediamo di accamparci e, magari, individuare già qualche alternativa per il punto di sosta notturna. A questo scopo si possono analizzare le immagini delle mappe satellitari, le esperienze di chi ci è già passato e le informazioni disponibili sulla popolazione animale della zona.

Tuttavia, il passaggio dalla teoria alla pratica, si sa, può riservare sempre sorprese: cominciare la ricerca per il posto tenda un’ora prima del tramonto è una buona abitudine. Così se abbiamo sbagliato qualcosa nella ricerca in fase di pianificazione abbiamo modo per “aggiustare il tiro” e trovare un luogo dove poter dormire tranquilli.

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Per riposare in serenità nella natura è meglio accertarsi di non essere visti. L’area dove decidiamo di fermarci dovrà, quindi, essere protetta da sguardi indiscreti e, possibilmente, anche nel momento in cui la raggiungiamo (deviando per esempio dal sentiero o dalla strada principale) dovremmo cercare di non farci vedere.

Tutti gli avventurieri hanno a cuore la natura che li sta ospitando e ne sono molto rispettosi. Tra le buone pratiche da tenere presenti, infatti, rientra sicuramente l’abitudine di non lasciare rifiuti e non rovinare la vegetazione circostante. Per questo scopo è rilevante anche l’utilizzo di saponi biologici per lavare se stessi (ad esempio dentifrici, shampoo o sapone per il corpo), le stoviglie (se mangiamo con il fornelletto) e i propri capi (se necessario).

Infine, è sconsigliato accendere fuochi perché possono rendersi pericolosi e far divampare incendi che metterebbero a rischio la nostra sicurezza e potrebbero rovinare la vegetazione.

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Campeggio libero e bivacco: differenze

Innanzitutto occorre sottolineare la differenza tra campeggio libero e bivacco.

  • Per campeggio libero si intende la permanenza nello stesso luogo per oltre 48 ore con strutture tendate, che quindi rimangono montate anche nelle ore diurne.
  • Per bivacco si intende invece una sosta notturna, da dopo il tramonto a prima dell’alba, – o, più in generale, di breve durata – con o senza strutture tendate (pensiamo per esempio al bivysac come alternativa alla classica tenda).

Ne emerge, quindi, che nell’uso comune il termine campeggio libero viene usato impropriamente intendendo, di fatto, il bivacco. Informalmente, quindi, è quasi più confusionario usarlo nel suo significato stretto, ma quando si analizzano le regolamentazioni è bene tener presente le definizioni appena esposte.

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Campeggio libero e bivacco: le regole

In Italia non esiste una regolamentazione omogenea per campeggio libero e bivacco.

La massima fonte del diritto italiano è la costituzione e per ciò che ci interessa in questa sede si rende rilevante l’art. 117 Cost. Qui, il legislatore stabilisce la competenza statale o concorrente (Stato-Regione) per le materie elencate e lascia competenza residuale alle regioni per le materie non presenti nell’elenco inserito nel testo di legge. Possiamo individuare il turismo quale materia di riferimento per il campeggio libero e il bivacco: dopo la riforma del Titolo V (di cui fa parte l’art. 117 Cost.) del 2001, il turismo è scomparso dall’elenco delle materie diventando così di competenza regionale.

Inoltre, tra le fonti primarie si individua il D. Lgs. 31/3/1998 n. 112 che stabilisce che il regolamento per gli argomenti di nostro interesse è demandato alle regioni e agli enti locali (come per esempio i Comuni).

In pratica questo si traduce nell’esistenza di una molteplicità pressoché incalcolabile (pensiamo a quanti Comuni ci sono in Italia) di regolamenti potenzialmente differenti e nella conseguente estrema difficoltà per gli avventurieri di capire come comportarsi.

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Se per il campeggio libero le regole sono più uniformi, altrettanto non si può dire per il bivacco. Il motivo è ravvisabile nella differenza di durata. Il campeggio libero è generalmente vietato perché rimanere più di due giorni in un luogo non attrezzato comporta una serie di complicazioni riguardanti l’accensione di fuochi, l’approvvigionamento di acqua, le necessità igienico-sanitarie e la gestione dei rifiuti. Tutti questi aspetti sono fonte di problemi anche per la pubblica incolumità. A questo proposito interviene anche l’art. 16 Cost. che sancisce la libera circolazione di ogni cittadino sul territorio nel rispetto della sicurezza e sanità pubblica.

Per il bivacco, invece, la regolamentazione è decisamente più capillare. Spesso è consentito nelle aree montane perché inteso anche come riparo di emergenza in caso di imprevisti (eccessiva stanchezza, maltempo o altri avvenimenti che possono impedirci di raggiungere, per esempio, il rifugio o un’area attrezzata). Di seguito vediamo come bisognerebbe comportarsi nelle regioni che si estendono sull’arco alpino.

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I regolamenti delle regioni alpine

Liguria

Il regolamento regionale in materia di campeggio libero è lacunoso e non vi sono previsioni in merito. Per quanto riguarda invece i bivacchi, la Legge regionale n. 2 del 07.02.2008 disciplina i bivacchi nelle Alpi liguri stabilendo che sono da effettuarsi nei luoghi appositamente designati.

Piemonte

Il Piemonte è abbastanza permissivo. La Legge Regionale n. 54 del 1979 all’art. 16 ammette, infatti, la possibilità di campeggiare nello stesso luogo fino a 48 ore, purché non vi siano aree di campeggio nelle vicinanze. Occorre, però, inviare una comunicazione al Sindaco del Comune interessato 24 ore prima della sosta, specificando il periodo, il numero di partecipanti, il tipo di allestimento (ad esempio, tende) e la zona dove s’intende rimanere. Essendo il bivacco di durata inferiore alle 48 ore, potremmo ritenerlo incluso nella stessa regolamentazione.

Valle d’Aosta

A dispetto di quanto si possa immaginare, il campeggio libero e il bivacco non sono consentiti ovunque in VdA. La Legge Regionale n. 8 del 2002 permette di fermarsi a dormire in autonomia solo oltre i 2500 metri di altitudine e vieta sia il campeggio libero sia il bivacco in prossimità di rifugi e nell’area del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Lombardia

In Lombardia le lacune sono evidenti. La Legge Regionale n. 15 del 2007 conferma che spetta ai singoli comuni la decisione sul campeggio libero e sul bivacco. In questo caso è meglio contattare il comune dell’area dove preventiviamo di fermarci per informarsi.

Veneto e Friuli Venezia Giulia

Per entrambe le regioni, la Legge Regionale n. 40 del 1984 all’art. 12 prevede il divieto assoluto di campeggio libero al di fuori delle aree attrezzate. Pare davvero difficile reperire informazioni sul bivacco, quindi il consiglio, ancora una volta, è quello di contattare gli enti della zona di nostro interesse.

Trentino Alto Adige

In Trentino vige il divieto di sostare nei pressi di strutture ricettive, si ammette, però, la sosta per una durata inferiore alle 24 ore (chiaramente in zone senza espliciti divieti).

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Conclusioni

Con la speranza di aver portato un pochino di chiarezza in una materia governata dalla nebulosità e dalla molteplicità disordinata dei regolamenti, non ci rimane che consigliare di contattare direttamente l’ente della zona, soprattutto se si tratta di Parchi Naturali, dove andremo e di aguzzare la vista in cerca di cartelli che vietino (o permettano, anche sono davvero rari) il campeggio libero o il bivacco.

In ogni caso la prudenza e il rispetto della natura dovrebbero sempre essere buoni e inseparabili compagni per le nostre avventure.

Crediti foto: Martina Tremolada


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