In un mondo ideale esisterebbe il crash pad perfetto: leggero, super resistente, comodo da portare, enorme quando aperto e magari anche economico. Ma la verità è che non esiste un crash pad perfetto per tutti, esiste quello perfetto per te, per il tuo stile, i tuoi blocchi, le tue giornate fuori. Questa guida ti aiuterà a capire come scegliere il crash pad boulder più adatto alle tue esigenze, senza perderti tra mille modelli.
Cos’è un crash pad
Innanzitutto diamo una definizione di crash pad: materasso portatile che si mette sotto il blocco quando si fa bouldering. Serve per attutire le cadute, proteggere da radici, pietre o atterraggi storti. Possiamo considerarlo come un airbag personale.
Tipologie di crash pad
Guardandoli da chiusi sembrano tutti simili: un materasso con due spallacci. Ma quando vengono aperti, le differenze saltano fuori immediatamente. Dimensioni, spessore, tipo di chiusura, materiali e comodità nel trasporto. Di seguito ti spiego quali sono i principali tipi di crash pad per bouldering e le situazioni in cui ognuno dà il proprio meglio.
Crash pad standard (a libro)
Si aprono in due con una semplice piega centrale. Sono i più diffusi e apprezzati da chi cerca un buon equilibrio tra superficie d’impatto e comodità nel trasporto. Vanno bene un po’ per tutto: dai blocchi in falesia ai sassi più vicini alla macchina, perfetti se non hai esigenze troppo specifiche.

Crash pad tri-fold
Sono quelli pieghevoli in tre sezioni, più compatti quando chiusi, pensati per infilarsi meglio nello zaino, nel baule di una macchina piccola o tra le rocce lungo un sentiero stretto. Comodi da trasportare, certo, ma spesso hanno una superficie un po’ più piccola o irregolare, e possono piegarsi male se la struttura non è ben studiata.

Crash pad modulare
Se arrampichi spesso in gruppo, o se ti piace coprire intere zone alla base dei blocchi, allora potresti orientarti verso i crash pad modulari. Sono formati da più pezzi che si uniscono tra loro, con velcro o clip, permettendoti di creare una base ampia, stabile e adattabile al terreno. L’unico limite? Il peso e l’ingombro. Non sono certo l’ideale se devi camminare a lungo o arrampicare da solo.

Crash pad ultraleggero/ da zaino
I crash pad ultraleggeri sono pensati per chi fa lunghi avvicinamenti o vuole portare con sé un secondo pad “di supporto”. Sono sottili, facili da piegare e infilare nello zaino, ma offrono meno protezione in caso di cadute alte. Perfetti come complemento, ma non come pad principale.

Crash pad “deluxe” o professionale
Infine, ci sono i modelli più tecnici e professionali: grandi, spessi, con materiali di alta qualità e sistemi di trasporto comodi come uno zaino da trekking. Sono pensati per chi passa tante ore sulla roccia, affronta linee impegnative o vuole semplicemente il massimo in termini di sicurezza. Di contro pesano, ingombrano, e spesso costano molto più degli altri.

Capire queste differenze è fondamentale, perché scegliere il crash pad sbagliato non significa solo spendere male i propri soldi, ma rischiare di compromettere la propria sicurezza o la qualità delle uscite. A seconda del terreno, dell’altezza del blocco, della compagnia e della fatica che sei disposto a fare nel trasporto, ci sarà sempre un tipo di crash pad più adatto rispetto ad altri. Insomma, quando si parla di crash pad per il bouldering, vale davvero la pena prendersi un momento per scegliere con cura.
Come scegliere il crash pad giusto per te
Scegliere un crash pad può sembrare semplice: entri in negozio, ne prendi uno che ti piace esteticamente, magari della tua marca preferita, e via. Ma se arrampichi anche solo un paio di volte al mese, capirai in fretta che non tutti i crash pad si comportano allo stesso modo, e la scelta giusta può davvero fare la differenza.
Spessore
Il primo fattore da valutare è lo spessore. Se arrampichi su blocchi bassi, con atterraggi puliti, può bastarti un crash pad sottile di 8 o 10 centimetri. Opta per 12 – 14 centimetri se scali linee più lunghe, assorbirà meglio l’impatto di una caduta dall’alto.
Dimensione
Altro aspetto da considerare è la dimensione della superficie d’impatto. I pad più grandi sono ideali se scali spesso da solo: offrono un’area più ampia e lasciano un margine d’errore maggiore nel posizionamento. Attenzione: più grande significa anche più peso, più volume e più fatica negli spostamenti, soprattutto in zone con avvicinamenti lunghi o sentieri tecnici. In questi casi, a volte è meglio avere due crash pad piccoli da usare in combinazione.
Trasporto
Il sistema di trasporto è spesso sottovalutato. Ma prova a portare un pad per mezz’ora su un sentiero ripido, magari carico di zaino e scarpette, e capirai subito quanto contano degli spallacci comodi, una cintura lombare ben fatta, e qualche tasca dove infilare l’essenziale. I modelli migliori ti permettono di portare tutto in un unico blocco, evitando mille borse e pesi sbilanciati.

Materiali
I crash pad sono composti da due elementi principali: l’imbottitura interna (le schiume) e il rivestimento esterno. Il “cuore” del crash pad è fatto di schiuma, e non una qualsiasi. Si usano solitamente due tipi. Sopra uno strato più rigido (schiuma a cella chiusa – alta densità), serve per distribuire l’impatto in modo uniforme; sotto (schiuma a cella aperta – bassa densità), uno più morbido assorbe l’energia e accompagna il corpo nell’impatto. Questa combinazione permette di evitare infortuni anche in caso di cadute da un’altezza significativa, e impedisce che “sprofondi” fino al suolo. Alcuni crash pad di fascia alta hanno anche un terzo strato intermedio o una schiuma in memory foam, per un’ammortizzazione più progressiva. A proteggere il tutto un rivestimento esterno, un tessuto spesso, resistente ed impermeabile. I crash pad di qualità usano materiali come Cordura o nylon balistico: resistono a spigoli, fango, pietre e a tutto quello che incontri lungo il sentiero. Non solo proteggono l’interno, ma evitano che il pad si rovini dopo poche uscite.

FAQ utili
Quanto costa un crash pad da boulder?
Dai 120€ ai 400€. Dipende da dimensioni, qualità e marca.
Quanti ne servono per arrampicare bene?
Almeno uno. Due se affronti linee più alte o atterraggi pericolosi.
Un crash pad vale per tutti i blocchi?
No, ad esempio se fai blocchi in falesia con atterraggi sconnessi, ti serve qualcosa di spesso e stabile.
Alla fine dei conti, il crash pad perfetto non esiste davvero. Esiste però quello giusto per te, per il tuo stile di arrampicata, per i blocchi che sogni di salire. Sceglierlo con attenzione non è solo una questione tecnica, è un atto di consapevolezza: sapere dove arrampichi, come cadi, quanto cammini, quanto tempo passi su quella roccia. Che tu sia un principiante che sta comprando il primo materasso o un boulderista esperto in cerca del pad definitivo, investire nel crash pad giusto significa investire nella tua sicurezza, nel tuo comfort e nel piacere delle tue uscite.