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Che cos’è il dry tooling

In questo articolo tante informazioni su che cos'è il dry tooling, l'attrezzatura necessaria e la scala delle difficoltà di questo sport

Andrè de Biasi Scritto il
da Andrè De Biasi

Il mondo degli sport outdoor è in continua evoluzione, introducendo nuove discipline che spingono sempre più al limite le capacità fisiche e mentali di atleti e appassionati. Il dry tooling è tra queste, e sta guadagnando sempre più popolarità tra gli amanti dell’arrampicata. Se non ne hai mai sentito parlare, questo articolo ti introdurrà a che cos’è il dry tooling, spiegandoti in cosa consiste, quali attrezzature sono necessarie e come vengono valutate le difficoltà delle vie.

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Matteo Pilon su A Line Above the Sky D15 (foto di Luca Battocchio)

 

Dry tooling: dov’è nato e che cos’è

Il dry tooling è uno “sport estremo” nato negli Stati Uniti. È una disciplina dell’arrampicata che unisce tecniche di scalata su roccia e ghiaccio, ma con una particolarità: si affrontano pareti prevalentemente asciutte (da qui il termine dry). Gli scalatori utilizzano attrezzi da ghiaccio, come le piccozze, e ramponi per affrontare superfici rocciose, fessure o strutture artificiali.

È nato come allenamento per l’arrampicata su ghiaccio e le cascate ghiacciate, ma successivamente si è trasformato in una pratica autonoma grazie alla complessità delle tecniche richieste. Occorre avere una buona esperienza nell’alpinismo, forza, e non aver timore del pericolo. Talvolta, infatti, i passaggi possono essere su pareti a 90 gradi, e in queste situazioni l’unico appiglio è quello della piccozza tramite le braccia, gambe e piedi che sono nel vuoto.

Il dry tooling si suddivide in due: il dry lead, che prevede una scalata con corda partendo dal basso, ed in genere le vie sono lunghe. La seconda specialità è detta power dry, e prevede una scalata alla cui base ci sono dei materassi di protezione, e le pareti sono perlopiù artificiali.

La possibilità di scalare in ambienti senza ghiaccio permette agli appassionati di praticare questa attività anche al di fuori dalla stagione invernale.

Matteo Pilon in un “yaniro” (foto di Luca Battocchio)

 

Attrezzatura necessaria

Oltre ad usare un vestiario a strati traspiranti e resistente all’abrasione, per praticare il dry tooling in sicurezza, e con efficacia, è fondamentale dotarsi di un equipaggiamento adatto. Di seguito l’attrezzatura necessaria per praticare questo sport.

  • Le piccozze da dry tooling differiscono da quelle classiche da ghiaccio sia per la forma più aggressiva che per il bilanciamento studiato per garantire un’ottima presa su roccia.
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I vari tipi di picozza

 

  • I ramponi solitamente sono più leggeri rispetto a quelli usati per ghiaccio puro, e dotati di punte anteriori affilate per massimizzare la precisione sugli appoggi rocciosi.

    dry tooling
    Rampone da dry tooling

  • Il casco è indispensabile per proteggersi da eventuali cadute di pietre o schegge.
  • I guanti devono essere sottili ma resistenti, per garantire una buona sensibilità nella presa delle piccozze.
  • L’imbrago deve essere comodo e compatibile con l’uso dei moschettoni per l’assicurazione.
Picche, caschetto e ramponi (foto di Luca Battocchio)

 

Scala delle difficoltà nel dry tooling

Così come nell’arrampicata sportiva e su ghiaccio, anche nel dry tooling esiste un sistema di gradi per classificare la difficoltà delle vie. I gradi più comunemente utilizzati sono quelli della scala M (derivante da Mixed), che vanno da M4 (relativamente semplice per chi ha esperienza) fino a M15, riservato agli atleti d’élite. Ecco una panoramica dei gradi principali:

M4-M5: vie tecnicamente non troppo complesse, adatte ai principianti.

M6-M8difficoltà intermedie, con movimenti più impegnativi e appoggi ridotti.

M9-M11: percorsi per esperti, che richiedono grande forza e precisione.

M12-M15vie estreme, con passaggi spettacolari e molto tecnici.

La valutazione delle difficoltà dipende da diversi fattori quali inclinazione della parete, qualità degli appoggi e prese disponibili, oltre alla lunghezza della via.

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Tana dell’orso (falesia di dry tooling a Belluno)

 

Come approcciarsi al dry tooling

Se sei un neofita, ecco alcuni suggerimenti per avvicinarti a questo sport in sicurezza. Il primo consiglio è quello di partecipare ad un corso, rivolgiti a guide alpine o scuole di arrampicata specializzate. Inizia in palestra indoor, invece che outdoor, molte strutture offrono aree dedicate al dry tooling, l’attività è più controllata e ci sono meno variabili che potrebbero aumentare le difficoltà. Un altro suggerimento è quello di allenarti gradualmente, partire da vie semplici per sviluppare le giuste tecniche e man mano aumentare il grado. Infine non sottovalutare la sicurezza, usa sempre l’attrezzatura adeguata e assicurati di essere accompagnato da persone esperte.

Il dry tooling rappresenta una sfida per gli appassionati di arrampicata e per chi è alla ricerca di un’esperienza diversa dagli sport tradizionali. Unisce adrenalina e sfida mentale, affrontare pareti complesse stimola concentrazione e determinazione. È uno sport versatile poiché può essere praticato su pareti naturali o su strutture artificiali, rendendolo accessibile tutto l’anno. Inoltre, è un allenamento completo facendo potenziare sia la forza fisica, resistenza che la coordinazione. Quindi, se sei un appassionato di arrampicata o semplicemente curioso di provare qualcosa di nuovo, questo sport potrebbe fare al caso tuo.

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