Calcolare la difficoltà di un percorso che pedaleremo non è affatto banale. Spesso ci troviamo a pianificare le nostre uscite in bici partendo da una mappa o da un giro di amici, da un tracciato condiviso da qualche blog o da un itinerario noto. Abbiamo parlato di come pianificare un percorso in questo articolo, ma molte volte, una delle più grandi incognite è lo sforzo che quella pedalata ci chiederà.
È chiaro, nessuno potrà mai dirci con esattezza se il risultato sarà proprio quello che ci aspettavamo, ma possiamo cercare di avere una previsione veritiera attuando alcune accortezze. Porre la giusta attenzione sui fattori di difficoltà che possiamo incontrare è un passaggio fondamentale per avere una valutazione scrupolosa di ciò che ci attende. Di conseguenza decidere se siamo in grado di affrontare il percorso che ci immaginiamo.
Vediamo insieme quali sono.
La lunghezza
Il fattore di difficoltà più semplice da trovare e da valutare è sicuramente la lunghezza del percorso. È immediato sapere quanto un percorso è lungo, non è altrettanto immediato sapere quanto ci metteremo a percorrere quella distanza.
L’errore più significativo che possiamo fare è valutare solo la lunghezza. Se, per esempio, abbiamo sempre pedalato in piano e su asfalto, possiamo sapere quanti chilometri abbiamo nelle gambe alle stesse condizioni. Ma se le condizioni cambiano, cambierà anche la resistenza dei nostri muscoli.
L’altimetria
L’altimetria è un altro fattore in grado di influire tantissimo sulla difficoltà di un determinato percorso. Spesso in bici tendiamo a guardare solo il dislivello positivo, cioè la distanza verticale che copriremo con le salite. Ma in alcuni casi anche quello negativo, ovverosia la discesa totale, può diventare molto influente. Non dobbiamo sottovalutare nemmeno la pendenza delle salite e delle discese.
Se si tratta di pedalate su fondo asfaltato o comunque molto compatto con pendenze basse o medie, la salita ci richiederà sicuramente degli sforzi, mentre la discesa sarà un piacevole momento di riposo.
Nei casi in cui la pendenza diventa significativa, se non aggressiva, le energie richieste in salita sicuramente aumenteranno, ma anche per affrontare la discesa ci vorrà attenzione a mantenere una velocità controllabile e una presa ben salda sul manubrio e sui freni.
Superfici e terreni
Nella scelta della bicicletta adatta a noi, e dei copertoni da montare, tendiamo sempre a dare molta importanza alle superfici che cercheremo maggiormente nei nostri itinerari. Anche quando dobbiamo calcolare la difficoltà di un percorso occorre guardare con attenzione alle superfici e ai terreni che incontreremo.
I tratti di asfalto e lastricato sono individuabili abbastanza facilmente e sono quelli che ci faranno perdere meno energie.
Più la superficie è uniforme, più è basso il fattore di difficoltà. Questo perché le ruote scorrono meglio e possiamo concentrare la nostra potenza nella pedalata, senza importanti accorgimenti tecnici.
Su sterrato la valutazione è molto più complessa e incide anche il tipo di bici che guidiamo (se rigida, ammortizzata front, biammortizzata, con quale geometria, quali ruote, ecc…). In questa sede ci interessa porre l’attenzione solo sul terreno.
Gli sterrati possono essere sia le strade bianche con qualche sassolino che copre la terra compatta, sia le pietraie, le sabbie, i sentieri con le radici o qualsiasi cosa possiamo trovare in natura.
Ogni mappa utilizza un modo differente di classificazione a cui è bene affidarsi, ma non bisogna fare l’errore di delegare totalmente la valutazione della difficoltà. I dati inseriti nelle mappe possono essere imprecisi, oppure possono esserci stati eventi naturali che hanno modificato il fondo del percorso.
Quindi come fare per avere una valutazione il più accurata possibile? Un buon metodo sono sempre le foto (recenti!), i satelliti, le immagini trail view di komoot o altri contributi simili. Se non conosciamo la zona e non possiamo avere informazioni sicure “da remoto”, è sempre bene chiedere all’ufficio del turismo o alle guide locali.
Chiaramente l’attenzione dovrà essere maggiore se andiamo in MTB sui sentieri montani, se pedaliamo un itinerario gravel in pianura padana, possiamo osare. Non ci saranno particolari problemi di sicurezza, ma potremmo trovarci a dover modificare il percorso e quindi accettare un calcolo della difficoltà per sua natura impreciso.
Le superfici sterrate, inoltre, possono richiedere grande attenzione e sforzo anche in discesa qualora ci trovassimo su percorsi tecnici. In questo caso, occorre quindi considerare di spendere delle energie anche nei tratti con dislivello negativo con conseguenze aumento della difficoltà totale del percorso.
Le condizioni atmosferiche
Anche il meteo gioca il suo ruolo quando si tratta di calcolare la difficoltà di un percorso. Pedalare in giornate soleggiate o con meteo stabile a temperature ottimali (circa 20 gradi) richiede il minor dispendio di energie possibile.
Se ci troviamo ad affrontare un percorso, sulla carta di mediamente impegnativo, in giornate con il meteo instabile, piovose o con caldo torrido, occorre considerare un aumento notevole della difficoltà. In caso di temperature elevate, la prima precauzione da prendere è avere un carico di acqua adeguato alla durata della pedalata e controllare se ci sono punti di rifornimento sul percorso.
Nel caso in cui le condizioni diventino proibitive, ad esempio forti nevicate, freddo intenso o violenti temporali, è bene prenderne atto e considerare se vi sono ancora le condizioni per continuare. Questa considerazione esubera dal calcolo della difficoltà e influisce sulla sicurezza della pedalata, che deve essere sempre prioritaria.
Il peso e le caratteristiche della bicicletta
Infine, ma non meno importante, occorre dare attenzione al mezzo con cui decidiamo di affrontare l’uscita.
Se stiamo affrontando un viaggio, la nostra bici sarà carica dell’occorrente. Non va sottovalutato il peso complessivo che dovremo muovere ad ogni singola pedalata, sono sempre e solo i nostri muscoli a portare avanti noi e tutto il nostro bagaglio.
Inoltre, ogni bicicletta ha una propria componentistica che gioca un ruolo fondamentale nel rendere piacevole o molto faticoso un percorso. Se ci immaginiamo di pedalare su un sentiero con una bici da corsa o con una mtb, lo sforzo percepito sarà ben diverso.
La bici da corsa monta gomme sottili e generalmente lisce, con un basso grip a vantaggio della scorrevolezza sui terreni uniformi. In aggiunta, solitamente, questa tipologia di biciclette monta dei rapporti più “duri”, pensati per spingere e incanalare tutte le energie per muoversi rapidamente.
La mtb, al contrario, ha copertoni generosi e spesso tassellati per garantire un’ottima presa sui terreni impervi e rapporti agili per affrontare le salite, anche ripide, su superfici sterrate dove serve un rapido movimento delle gambe per mantenere equilibrio, energie e un’adeguata ossigenazione dei muscoli.
Abbiamo considerato le due categorie più diverse tra quelle maggiormente utilizzate, ma anche le bici gravel, touring e adventure hanno le loro peculiarità.
Considerare tutti questi aspetti e attuare una valutazione complessiva è di fondamentale importanza per calcolare la difficoltà di un percorso. Così facendo dovremmo avere la possibilità di ridurre gli imprevisti e goderci la pedalata in tutta serenità.