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Ferrate? Vediamo cosa sono

Le vie ferrate sono percorsi montani attrezzati con cavi metallici e passerelle, una via di mezzo tra l’escursionismo e l’arrampicata vera e propria.

Andrè de Biasi Scritto il
da Andrè De Biasi

Un’altra stagione estiva in montagna è arrivata, ed è iniziato ufficialmente quel periodo dell’anno che per definizione risulta essere il più adatto per progettare escursioni, trekking, arrampicate oppure le sempre più gettonate vie ferrate. Ma che cos’è una ferrata? Vediamolo insieme.

Che cos’è una ferrata

Con il termine “Via Ferrata” ci si riferisce ad un percorso attrezzato con cavi d’acciaio, scale, staffe e vari ancoraggi fissi, come passerelle in legno e ponti sospesi.
Grazie a queste attrezzature anche le persone relativamente meno esperte possono raggiungere cime normalmente riservate agli alpinisti più preparati. La ferrata può essere considerata come una via di mezzo tra l’escursionismo e l’arrampicata vera e propria.

Negli ultimi anni le vie ferrate sono diventate senza alcun dubbio l’attività outdoor più alla moda ed in continua espansione, sia per il crescente numero di frequentatori che per il continuo aumento di questi sentieri attrezzati in tutto l’arco alpino. Le ferrate permettono all’escursionista di ammirare meravigliosi panorami da un punto di vista differente. 

Per ridurre al minimo il rischio di cadere e farsi male, lungo il percorso si trova un cavo d’acciaio e altri ancoraggi che aiutano nella progressione dando sicurezza ai frequentatori delle ferrate, ma questo non basta. Prima di partire per una ferrata assicurati quindi di avere tutto il necessario, in questo articolo trovi l’attrezzatura da portare con te. 

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Ferrata Tissi M. Civetta (foto Andrè De Biasi)

 

Come sono nate le vie ferrate: storia e origini

Le vie ferrate, anche se hanno fatto il “boom” soprattutto negli ultimi anni, non sono una realtà recente, anzi. Il concetto di rendere più agevole l’accesso a una vetta o a un rifugio, infatti, risale a molto tempo fa. Già nel lontano 1492 Antoine de Ville, capitano dell’esercito francese, scrisse di aver utilizzato una scala a pioli per raggiungere la vetta del Monte Aiguille. Negli anni seguenti, soprattutto sulle Alpi orientali, nacquero altri sentieri attrezzati perlopiù a scopo bellico. I cavi di acciaio e altre attrezzature fisse aiutavano le truppe nei passaggi in luoghi particolarmente impervi, che gli permettevano l’accesso e il controllo delle linee di confine. In Dolomiti, infatti, le vie ferrate hanno per la maggior parte delle volte origine militare e furono attrezzate proprio durante gli anni della Prima Guerra mondiale.

La prima ferrata italiana nasce nel 1880, quando le guide alpine di Madonna di Campiglio attrezzarono il versante orientale della cima Brenta per facilitare il passaggio con i loro clienti. Nelle Dolomiti bellunesi, invece, è la “Scala del Minighel”. Luigi Gilarduzzi detto “Minighèl” nel lontano 1907 vide la possibilità di tracciare un percorso più diretto e veloce del vecchio, per raggiungere l’ex Rifugio Cantore (oggi Rifugio Giussani). Forgiò e infisse sulla verticale parete quasi 200 fittoni aprendo così la prima vera ferrata a scopo escursionistico nell’ampezzano. 

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Ferrata Tridentina(foto Andrè De Biasi)

Consigli utili per affrontare una ferrata

La prima cosa da fare per affrontare una ferrata è studiarla nei minimi dettagli dal percorso, valutare se si è in grado di superare i suoi tratti più impegnativi, e le eventuali vie di fuga. Occorre fare un’autovalutazione sulle proprie capacità e sui propri limiti, e bisogna saper rinunciare qualora l’itinerario scelto risulti, al momento, troppo impegnativo. 

Una volta davanti all’inizio della ferrata non ti resta che agganciare i moschettoni al cavo metallico e salire, aiutati con il cavo e lascia scorrere il cavo all’interno dei moschettoni. Una mano deve sempre essere sul cavo mentre l’altra sfrutta gli appigli sulla roccia, evita di salire mettendo entrambe le mani direttamente sulla roccia. Ricordati che stai facendo una ferrata non una via di arrampicata! Progredire senza l’uso del cavo metallico comporta un avanzamento più lento, impedendo così una salita agevole a chi ti segue.

Inoltre, i moschettoni devono sempre stare davanti alla mano che scorre sul cavo, in questo modo sono comodi al cambio tra un fittone e l’altro. Non appena raggiungi un fittone successivo aggancia il moschettone oltre ad esso, in questo modo si annulla il rischio di cadere fino all’infisso precedente. 

Un solo moschettone non è sufficiente per una totale sicurezza. I moschettoni devono essere usati entrambi in successione, sganciando il secondo soltanto quando il primo è già stato agganciato oltre il fittone. Non tirare troppo di braccia, usa anche la forza delle gambe altrimenti arriverai in vetta stremato. 

Un’ultima cosa importantissima: due persone non dovrebbero mai stare sullo stesso tratto di corda compreso tra due infissi successivi. Se il primo scivola, il secondo verrà inevitabilmente travolto, e le conseguenze potrebbero essere molto gravi.

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Sentiero ferrato sotto la cima M. Agner (foto Andrè De Biasi)

In Italia si contano ormai oltre 500 ferrate di tutte le difficoltà, con passaggi atletici e altre più classiche, alcune estremamente lunghe altre più corte da fare nei ritagli di tempo. Circa 150 ferrate si trovano nella sola area Dolomitica, considerata da molti uno dei “parco giochi” più belli per questo tipo di attività.

Vuoi salire una ferrata in tutta tranquillità? Se sei un principiante e non hai troppa dimestichezza con questo tipo di terreno, contatta una guida alpina. Ti darà sicurezza, e sarà il miglior modo per imparare ad utilizzare l’attrezzatura tecnica fornendoti consigli per affrontare le future ferrate in autonomia. In alternativa i CAI, ogni anno, organizzano dei corsi. Divertiti, ma con testa. Buone ferrate!

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