Via normale più difficile d’Italia… se è normale non dovrebbe essere difficile! Beh, non esattamente. Innanzitutto, la via normale è il percorso o via di salita più facile a livello tecnico per raggiungere una determinata vetta. E siccome gli alpinisti sono uomini e donne di fantasia e curiosità, una sola via per montagna non basta. Così nuove vie si sono aperte e si aprono tutt’ora su per i monti cercando l’estetica e la difficoltà nel gesto tecnico, un modo come un altro per continuare a sognare.
Solitamente quando si parla di via normale si associa il termine facile, e quindi più accessibile, ma pensate a montagne come l’Everest o il Cervino, anche loro hanno una via normale, ma nessuno di noi considera quelle vette facilmente accessibili.
Dove si trova la via normale più difficile d’Italia
Pensate che in Italia la via normale che più fa stringere i denti a climber e alpinisti di tutto il mondo non si trova né sulle Alpi né sugli Appennini, per la verità non si trova nemmeno in una località di montagna, ma si trova al mare.
Punta Caroddi chiamata anche Aguglia a tramontana, una guglia scolpita dall’erosione del vento e del mare sardo, che ti fa vedere il golfo del Baunei, dai suoi 170 metri sopra il livello del mare, che poi è appena lì sotto.
Il modo più semplice per godere di questo splendido panorama è essere un tipo da 6b; se non avete idea di cosa significhi 6b potete farvi un’idea qui!

Easy Gymnopédie
La via normale più difficile d’Italia è nata nel 1988, sette anni dopo la famosissima impresa di Manolo e Alessandro Gogna che scalarono quella che divenne “sinfonia dei mulini a vento”. Easy Gymopédie nasce dalle mani di Nadali e Amadori, oggi la ritroviamo interamente richiodata (dal 2013) e con 5 soste. Il calcare abbagliante di questo monolite non risparmia nessuno. Si inizia con un primo tiro un pò lucido, subito dopo uno strapiombo con prese rovesce e poi via via un susseguirsi di placche e fessure. La roccia migliora man mano che si sale, lungo questo campanile affacciato sul mare. La scalata sarà addolcita dalla vista, che compenserà ogni goccia di sudore spesa. La lunghezza della via è di 140 metri suddivisi in 5 tiri (6a, 6b, 6b, 6a, 5c).

Una volta arrivati in cima, godetevi il panorama, in attesa di una calata in doppia che vi lascerà senza fiato, lungo la via “Sole Incantatore”. Come sempre l’ideale è chiedere ai local informazioni sulla via, consigli e dritte per affrontare al meglio la scalata.

E chi non arrampica?
Beh, in realtà la guglia dà spettacolo già lungo il sentiero d’accesso alla cala Goloritzè, dove si trova la nostra famosa Aguglia a tramontana; infatti è dal 1995 che la cala è protetta in quanto riconosciuta come monumento nazionale. Per raggiungerla dal parcheggio di Su Porteddu ci si impiega un’ora e trenta minuti, da trascorrere lungo un itinerario che attraversa lecceti e arbusti mediterranei, per un totale di tre chilometri e 470 metri di dislivello. Potrete incontrare capre selvatiche e vecchie grotte che venivano usate dai pastori come ricoveri. Arrivati alla cala di ciottoli bianchi, che contrastano con il verde della vegetazione attorno, l’acqua turchese vi inviterà a tuffarvi. Lì potrete ammirare un arco di pietra che affonda nel mare e, grazie alle acque sorgive del Supramonte che raffreddano l’acqua del mare, si raduna una grande biodiversità di pesci che renderanno la vostra visita indimenticabile.

Penso che arrampicatori e non, la via normale più difficile d’Italia, meriti di essere vista almeno una volta nella vita, se poi è dall’alto della cima o dal mare poco importa, la bellezza vi conquisterà da ogni angolatura; quindi, cosa state aspettando la vostra prossima meta e lì che vi aspetta!