Il surf è lo sport outdoor acquatico che forse più di tutti richiama alla mente l’estate, spiagge paradisiache e natura selvaggia. Consiste nel cavalcare le onde con una tavola, con la quale si possono eseguire manovre e acrobazie, scivolando sulla parete dell’onda stessa.
Il surf da onda ha origini antiche e la sua culla sono le isole Hawaii. Un tempo era un’attività di nicchia, praticata con attrezzatura artigianale. Per molte persone era ed è un vero e proprio stile di vita. Oggi è certamente diventata una disciplina più popolare. Grazie anche alla sua diffusione, località, scuole e aziende hanno risposto alla domanda di mercato con prodotti e servizi all’avanguardia.
Per scoprire e conoscere gli aspetti del mondo del surf che tanto affascinano, facciamo quattro chiacchiere con Franz Orsi, atleta professionista di windsurf e SUP, coach della nazionale portoghese di SUP, action photographer e allenatore high performace di surf da onda. Il suo lavoro di atleta, fotografo e brand ambassador lo porta a vivere a contatto con l’oceano e a viaggiare per il mondo per praticare gli sport che più ama, documentandone il lifestyle, la filosofia e l’evoluzione.
Attrezzatura da surf da onda
“Il surf da onda, essendo uno sport outdoor, è soggetto a tutte quelle variabili, come temperatura, meteo, stato del mare che ne influenzano la pratica. Per questo è importante essere in grado di sentirsi a proprio agio e sicuri in qualsiasi condizione con attrezzatura adeguata. Per i principianti si consiglia un approccio graduale alla disciplina, preferendo spot semplici, condizioni del mare facili e temperature miti. Per chi è agli inizi si consiglia di comprare o affittare una tavola stabile, preferendo i modelli soft top. Queste tavole sono dotate di pinne morbide e sono rivestite in materiale soft per evitare impatti violenti. Bisogna poi disporre del leash, che è quella corda che connette la parte posteriore della tavola (tail) alla caviglia del surfista per non perderla in mare o creare problemi. In Italia soprattutto, date le temperature del mare in inverno, è necessaria una muta specifica da surf che deve avere una buona flessibilità. Infine, a meno che non si utilizzi una tavola soft, è necessario disporre di prodotti anti-derapanti, come wax o paraffina, da applicare sulla superficie superiore della tavola per avere il giusto grip.”
Scuole e spot ideali per il surf da onda
“La maniera migliore e più veloce per iniziare a surfare è quella di affidarsi a una scuola. In Italia ne esistono diverse, sparse per tutta la penisola, ma è importante assicurarsi che quella scelta abbia istruttori con formazione adeguata certificati dalla FISW Surfing e dalla International Surfing Association. Successivamente al primo approccio ci si può affidare a professionisti che eseguono corsi di perfezionamento e veri e propri surf camp. Consiglio, in quest’ultimo caso, agli interessati di verificare il programma dei camp per sincerarsi della serietà e completezza del percorso.
Le onde in Italia sono confinate perlopiù ai mesi invernali. È però è buona prassi non cominciare le prime esperienze con temperature glaciali, ma è consigliabile sfruttare l’autunno o parte della primavera. La scelta del luogo dove iniziare, soprattutto per un principiante, è importante per questo è bene affidarsi a un istruttore o a una scuola che indirizzeranno negli spot adatti, che devono avere onde facili, sicure e di grandezza adeguata al livello del surfista, litorale ampio con fondo sabbioso. Quando si affrontano poi le prime esperienze da soli non bisogna mai farlo senza interpellare chi conosce il luogo, i locals, per informarsi su pericoli nascosti, come rocce sul fondo, correnti, venti, inquinamento. Nel nostro paese ci sono varie regioni particolarmente adatte alla pratica del surf. Il Tirreno è uno dei mari più proficui in termini di giorni di onde. La Toscana, la Sardegna, il Lazio, la Liguria sono ottimi posti ma anche la Calabria, la Sicilia e la Puglia.”
Regole del surf da onda
“Per iniziare a surfare al meglio bisogna fare un corso. Dopo aver fatto pratica e dopo essersi resi indipendenti non bisogna dimenticare di informarsi sempre sugli spot, parlare con i locals. Il surf è uno sport molto legato al localismo e ogni spot ha le sue regole: bisogna dimostrare rispetto verso la comunità locale.”
Allenamento
“Per poter praticare surf da onda bisogna avere una base atletica. Un grosso step iniziale è la comprensione della dinamica del movimento e del mare. Bisogna cercare di prepararsi il più possibile fuori dall’acqua, simulando il più possibile i movimenti che si praticano in mare, e avere dominio del nuoto. Importante è avere buona mobilità articolare, in quanto il surf è un’attività in cui non mancano torsioni e compressioni. La pratica dello yoga è un ottimo allenamento per sciogliere tensioni e mantenere l’elasticità. Volendo si possono praticare anche esercizi di respirazione per allenarsi a rimanere rilassati sott’acqua.”
Tipi di tavole
“Si possono classificare le tavole in base al loro shape e al tipo di materiale utilizzato. Lo shape è importante perchè determina il tipo di performance. Per i principianti è consigliato una forma più stabile con volumi generosi. Più volume c’è e più galleggiabilità ci sarà e di conseguenza più facile sarà stare in piedi sulla tavola. Per questo, la tavola ideale per chi è agli inizi è la Mini Malibù che ha appunto uno shape pensato per facilitare la stabilità e la fase di takeoff (prendere l’onda): è lunga, voluminosa e ha una prua rotonda e piena. Le tavole Mini Malibù sono una via di mezzo tra le tavole Short e le tavole Long, che rappresentano le due grandi categorie di tavole da surf. All’interno di questa classificazione esistono altre categorie. Ci sono poi tutte le varie tavole retrò, Fish, e infine le Gun per le onde grandi.”
Difficoltà e consigli
“Come detto in precedenza diverse sono le difficoltà che in mare può incontrare il surfista. Per questo bisogna sempre informarsi sulle correnti, sui venti, sul fondale. Inoltre, prima di entrare in mare bisogna indossare la muta giusta alla temperatura dell’acqua e dell’aria presente e assicurarsi di sentirsi in forma e non improvvisarsi surfisti pensando di poter sottostimare l’ambiente marino.”