In questo articolo voglio parlare di un argomento ancora troppo scomodo, di cui spesso ci si vergogna, senza ragione, e di cui ancora si fa fatica a parlare. Ma è anche un argomento attuale, che tante appassionate di sport outdoor si trovano a dover gestire con regolarità, sia in montagna che nella vita di tutti i giorni. Parliamo di mestruazioni.
Come si fa a gestire il ciclo durante un’escursione? È possibile fare sport outdoor anche con le mestruazioni? Non ne parlerò dal punto di vista scientifico, non è il mio campo e non ho le conoscenze per farlo. Parlerò invece della mia esperienza in quanto donna, appassionata e professionista di montagna, e di quello che ho imparato durante i tanti anni di attività. Prima di iniziare, però, è doveroso sottolineare che l’esperienza di ogni persona è differente, e che questo articolo sarà quindi uno sguardo inevitabilmente parziale sulla questione. Proverò a trattarlo in maniera generale, consapevole del fatto che quello che scriverò potrà non essere vero per tutte le donne che leggeranno.

Trekking e mestruazioni
Ma veniamo al punto e alla domanda che ho posto all’inizio di questo articolo: si può fare trekking con le mestruazioni? Si può fare attività sportiva normalmente anche durante il ciclo? La risposta è assolutamente si. Con un po’ di pratica e qualche piccolo accorgimento si può organizzare qualsiasi tipo di avventura, in montagna e non, a prescindere del periodo del mese. E questo vale anche e soprattutto per i trekking e le attività di più giorni.
La prima reazione potrebbe essere quella di rimandare, di cambiare i piani, ma perché? Forse c’entra quell’aura di inadeguatezza che circonda le mestruazioni? Spesso facciamo ancora fatica a parlarne, soprattutto con le nostre controparti maschili, e piuttosto che parlarne preferiamo nascondere, nasconderci e rinunciare. Ma le mestruazioni non ci dovrebbero per forza limitare. L’importante è conoscersi e ascoltarsi, e di conseguenza imparare a gestirle anche in montagna.

Assorbenti o coppetta?
Passiamo adesso alla parte più pratica, ovvero la scelta degli assorbenti Se un tempo non c’erano molte opzioni, al giorno d’oggi ce ne sono diverse e potremo scegliere a seconda del tipo di attività e dei servizi disponibili durante la nostra avventura. Le cose da considerare sono due: il livello di igiene che riusciremo a mantenere durante l’escursione o il trekking e la durata della stessa. Se a fine giornata torneremo a casa sarà tutto molto più semplice, potremo tranquillamente farci una doccia, cambiare l’assorbente (qualsiasi esso sia) e buttare quello usato nella spazzatura.
Se invece saremo fuori per uno o più giorni le cose cambiano e sarà necessario fare più attenzione. Io tendo sempre a scartare gli assorbenti esterni, li trovo scomodi, non lasciano traspirare e creano una sensazione di umido poco piacevole. Per anni ho usato gli assorbenti interni ma questi ovviamente, una volta usati, vanno riportati a valle e dovremo quindi portarceli dietro per tutta la durata del trekking, non proprio l’ideale. L’opzione che preferisco, al momento, è la coppetta mestruale: decisamente molto più comoda, facile da usare e non crea alcun rifiuto. Non necessita di essere svuotata tanto spesso quanto vanno cambiati gli assorbenti, in quanto ha la capacità di raccogliere molto più sangue, e permette quindi di “dimenticarsene” anche per tutta la giornata. L’unica cosa da tenere in considerazione, in questo caso, è che dovremo trovare un modo igienico di svuotarla e pulirla, prima di poterla reinserire. L’ultima opzioni possibile sono le mutande mestruali, che potrebbero essere una valida alternativa alla coppetta. Richiedono, però, di essere lavate in lavatrice dopo ogni uso, e quindi forse non sono l’ideale per attività particolarmente lunghe. Non ho ancora avuto, però, l’opportunità di provarle e non ho quindi nessun tipo di esperienza personale per quanto riguarda il loro utilizzo e funzionamento.
Ad ogni modo è importante usare un metodo con cui ci sentiamo comode. È fondamentale sentirsi a proprio agio e un’escursione di più giorni non è il momento ideale di sperimentare con un nuovo metodo.

Kit mestruazioni
Quando parto per un trekking di più giorni e so che avrò il ciclo porto sempre con me un kit per gestire le mestruazioni, in modo da avere sempre insieme tutto quello che mi serve. Ecco quello che ci metto dentro:
- Coppetta mestruale (o assorbenti, abbastanza per tutta la durata dell’attività);
- Carta igienica o fazzoletti di carta;
- Gel disinfettante per le mani;
- Salviette umide;
- Sapone biodegradabile;
- Sacchetto della spazzatura, meglio se richiudibile ma vanno bene anche quelli che si usano per i cani (per conservare assorbenti usati, carta igienica e salviette umide);
- Paletta per scavare una piccola buca dove seppellire il sangue mestruale (non gli assorbenti mi raccomando!).

Leave no Trace
A costo di dire un’ovvietà, come con qualsiasi tipo di rifiuto, anche in questo caso bisogna riportare tutto a valle. Compresa la carta igienica usata, compresi gli assorbenti biodegradabili, che ci mettono comunque molto tempo per scomparire. Per quanto riguarda il sangue mestruale, quando ad esempio svuotiamo la coppetta, l’ideale sarebbe scavare una buca e seppellirlo, così come faremmo con le feci. Se non altro per evitare di lasciare tutto in bella vista.

Le mestruazioni, purtroppo, possono ancora essere una barriera per quelle donne che amano dedicarsi al trekking e alle attività sportive outdoor in generale. Spesso sentiamo di non poterne parlare liberamente e ci precludiamo la possibilità di fare ciò che ci piace. Ma non deve essere per forza così. Più ne parlo con amiche, colleghe e clienti e più mi accorgo della necessità di discuterne apertamente, così da rendere le mestruazioni un argomento “normale”, sul quale possiamo confrontarci, e non scomodo. Solo così ci sentiremo più libere di gestire il ciclo in maniera più spontanea e naturale, anche in montagna.