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Coronavirus e attività outdoor: aggiornamenti e notizie

La situazione attuale in merito al virus COVID-2019 in Italia, Europa e nel mondo

Alice Dell'Omo Scritto il
da Alice Dell'Omo

La situazione attuale in merito alla diffusione del virus COVID-2019, chiamato Coronavirus, è in continua evoluzione in Italia e nel mondo. Difficile è fare previsioni, i dati cambiano di giorno in giorno. Risulta fondamentale in questo momento informarsi in maniera pragmatica e responsabile e rispettare in Italia quelle che sono le regole, le raccomandazioni, i divieti presenti nell’ultimo decreto ministeriale firmato dal Presidente del Consiglio Conte l’11 marzo scorso (qui il testo integrale).

In questo contenitore aggiungiamo ogni giorno le notizie che ci giungono da tutto il mondo e che riguardano più direttamente la nostra sfera d’azione: l’ambiente e l’azione outdoor. Cerchiamo di capire come viene percepita e gestita altrove questa crisi sanitaria e quali comportamenti vengono adottati dai diversi Paesi per salvaguardare, da un lato, la salute pubblica e, dall’altro, la possibilità di continuare a svolgere un’attività di base salutare.

Il quadro è variegato e presenta profonde differenze di interpretazione all’interno dello stesso Arco alpino, nonostante la distanza che ci separa dagli altri Paesi europei sia davvero minima.

La pratica di attività outdoor in Italia

Questa emergenza impone sacrifici a tutti, compresi gli sportivi, che in Italia sono molto numerosi (ISTAT parla di 21 milioni di persone): in queste settimane, in cui il legittimo claim è “state a casa per il bene di tutti” chi è abituato a praticare sport indoor e outdoor deve inventare circuiti di allenamento tra le mura domestiche per non cedere all’apatia e al pessimismo.

Gli impianti sciistici e tutti gli impianti sportivi (palazzetti, piscine, palestre) sono ormai chiusi, la Federazione Ciclistica Italiana, FCI, invita i propri tesserati a stare a casa, ad allenarsi con i rulli: “Restare a casa è l’unica soluzione per contenere il contagio; si suggerisce con forza di adottare questa linea di comportamento. L’attività di allenamento, sino al 3 aprile, è permessa a chi ha lo status di professionista, perché fa parte del proprio lavoro, e agli atleti di interesse olimpico. In tutti gli altri casi la Federazione invita a sospendere in questo periodo di allenamenti all’aperto. Chi può si alleni a casa con i rulli, in attesa di nuove disposizione e in attesa che la situazione si normalizzi” (qui la comunicazione ufficiale).

AMSI_#DISTANTIMAUNITI

Lorenzo Delladio, CEO e presidente La Sportiva, ha deciso di chiudere l’azienda, per il bene della collettività. Queste le sue parole pronunciate ieri: “ho deciso di fermare l’azienda da domani mattina fino al 3 aprile. Tutto questo avrà importanti conseguenze negative per tutti noi: di fatturato, finanziarie, di presenza sul mercato e di sacrifici personali, ma siamo certi che servirà per farci ripartire con più motivazione una volta terminata questa emergenza. Chiaramente se questa mia determinazione non sarà seguita dai miei colleghi imprenditori e soprattutto dalla politica centrale di Roma, avrà poca efficacia. Pertanto, auspico che tale scelta possa convincere tutti che questa è l’unica strada possibile per uscirne insieme”. Qui l’articolo dedicato: “Uniti, anche se divisi, scaleremo anche questa cima”.

La Sportiva

Non sono vietate le passeggiate a piedi e in bicicletta a patto che si esca da soli e in ogni caso venga mantenuta una distanza di sicurezza di un metro con chiunque si incontri. Chi pratica mountainbike, per esempio, si domanda se possa comunque uscire in solitaria: non ci sono risposte specifiche a riguardo ma bisogna usare il buon senso per le attività soggette a infortuni per non dover ricorrere al servizio sanitario nazionale, impegnato nell’urgenza Covid-19. Tra l’altro molti parchi sono stati chiusi, come quello del Comune di Monza.

Per approfondire il tema e leggere i consigli del soccorso alpino: L’attività sportiva ai tempi del Coronavirus

Adam Quadroni, Fat bike Livigno
Adam Quadroni, Livigno, credit Kikka Mattia

Aggiornamenti dal mondo

Rispetto ai giorni scorsi sono state attuate misure di contenimento in ambito sportivo per la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019 in altri paesi d’Europa e del mondo, tra questi la Cina, che ha appena chiuso la parete Nord del Monte Everest, la Svizzera, la Francia e l’Austria.

L'attività sportiva ai tempi del coronavirus

Austria

Come in molti altri paesi, anche in Austria si sono verificati casi di infezione da Coronavirus. Le autorità austriache sono ben preparate in uno scambio costante con le autorità e le istituzioni competenti dei paesi limitrofi e a livello europeo, nonché con le proprie compagnie di assicurazione, al fine di reagire in modo coerente agli sviluppi attuali. L’obiettivo primario è quello di contenere la malattia adottando misure coerenti, come in tutti i paesi europei. Per quanto riguarda gli impianti sciistici il Tirolo ha deciso di concludere la stagione. A partire da domenica 15 marzo, tutte le aree sciistiche saranno chiuse. Inoltre, tutte le strutture ricettive saranno ufficialmente bloccate dopo il 16 marzo. Il lunedì è stato quindi scelto in modo che gli ospiti potessero organizzare il viaggio di ritorno (fonte: https://volksblatt.at/coronavirus-alle-skigebiete-in-tirol-nach-wochenende-geschlossen/).

Attualmente esistono restrizioni all’ingresso in Austria per i viaggiatori provenienti da aree a rischio. I voli diretti da Iran, Corea del Sud, Cina e Italia sono sospesiIl traffico ferroviario dall’Italia è stato sospeso. Le persone che entrano in Austria dall’Italia devono presentare un certificato medico di un test negativo per COVID19. In caso contrario, l’ingresso sarà rifiutato. Il transito senza scalo è consentito. Allo stesso modo, i cittadini di paesi terzi che hanno soggiornato in un’area a rischio COVID19 nei 14 giorni precedenti l’inizio del viaggio devono presentare un certificato medico che attesti il risultato negativo del test. Il certificato medico non deve essere più vecchio di quattro giorni al momento dell’ingresso. I paesi per i quali esiste un avviso di viaggio in relazione al Coronavirus sono considerati aree a rischio. Il governo federale austriaco ha inoltre emanato un divieto per i grandi eventi con più di 500 persone (all’aperto) o più di 100 persone (al coperto). Alcune realtà culturali hanno già cancellato gli eventi.

Crediti: https://www.austria.info/

Francia

Alle 20 del 12 marzo, in diretta dall’Eliseo, il presidente Emmanuel Macron ha annunciato che a partire da lunedì “asili, scuole materne, elementari, medie, licei e università rimarranno chiusi, fino a nuovo ordine”. Ma lontani da Parigi, ad esempio a Chamonix (come ci aggiorna il nostro tester Andrea che vive li), nulla sembra cambiato: le attività sportive proseguono ma quel che suona più strano è che i giovani continuano ad assieparsi nei locali, gomito a gomito, ignari di ogni possibilità di contagio.

Photo by Giulia Gasperini on Unsplash

Svizzera

La sanità ticinese lancia un appello al Consiglio di Stato e prefigura uno scenario allarmante: 2.500 persone ospedalizzate, con 250 pazienti ventilati su un’ondata epidemica di 60 giorni: “In Ticino si rischia una situazione ancora più grave (rispetto alla Lombardia, ndr), alla quale non potremo far fronte se la crescita dei contagi non verrà contenuta. È dimostrato dall’esperienza di altre nazioni nel mondo – la Cina, la Corea e Paesi come Codogno in Italia – che l’unica misura preventiva efficace per ridurre il numero di contagi consiste in azioni decise che diminuiscano nel modo più assoluto i contatti tra le persone”.  I firmatari della lettera in questione sono: il direttore dell’Eoc Pellanda; il capo area medica Ferrari; il suo vice Lepori; il coordinatore della taskforce e capo delle cure intense Merlani; e per la clinica Moncucco il direttor Camponovo e il direttore sanitario Garzoni. “La cellula di crisi dell’Eoc, della clinica Luganese Moncucco, i dirigenti e i medici dell’Eoc e della Moncucco vi pregano, senza esitazioni, di avere il coraggio di prendere misure radicali da applicare in modo tempestivo” (fonte: liberatv.ch).

Questo però è il messaggio ufficiale pubblicato sul sito stmoriz.com che conferma l’apertura degli impianti sciistici e dei servizi delle località turistiche in Svizzera e in Engadina nonostante le stazioni vicine come quelle austriache chiuderanno domenica prossima: “Nell’Alta Engadina, il rischio di infezione non è maggiore che altrove, sebbene siano state confermate diverse infezioni. Per permetterti di goderti appieno il tuo soggiorno in Engadina e di avere la risposta alle domande più rilevanti sul Coronavirus, abbiamo raccolto le informazioni più importanti per te. Sci, sci di fondo, escursioni invernali, slittino – nonostante le misure di sicurezza relative al Coronavirus, le vostre giornate di sport invernali in Engadina saranno piene di divertimento e azione – con condizioni di neve perfette. Alberghi, ristoranti, ferrovie di montagna e musei sono attivi e funzionanti, mentre piste e piste sono, come sempre, al top.

Eventi su larga scala con oltre 1000 persone sono vietati in Engadina e in tutta la Svizzera. Questo divieto si applicherà almeno fino al 15 marzo. Se è probabile che un evento attiri meno di 1000 persone, gli organizzatori valuteranno il rischio insieme alle autorità cantonali. Il Freeski World Cup Corvatsch, il Swiss Freestyle Championship e il Corvatsch Spring Festival si terranno, secondo lo stato attuale, come da programma e come da programma. Non ci sono restrizioni d’ingresso per l’Engadina o la Svizzera, gli ospiti sono i benvenuti“.

Crediti: https://www.stmoritz.com/

Cina

La Cina ha appena chiuso la parete Nord del Monte Everest. Per ora, nonostante le problematiche del COVID-19, il lato Nepalese è ancora in attività.

Gli operatori che effettuano spedizioni sul lato nord dell’Everest sono stati informati oggi che la Cina ha annullato tutti i permessi per la stagione primaverile a causa del Coronavirus. “Sono d’accordo con la decisione”, ha dichiarato Adrian Ballinger, fondatore di Alpenglow Expeditions. “Stavamo propendendo all’annullamento sulla base delle notizie della scorsa settimana e pensiamo che ancora una volta la Cina stia dimostrando la leadership nel dare priorità alla sicurezza dalla loro parte della montagna”. Naturalmente, la maggior parte delle spedizioni dell’Everest si svolge ogni anno sul lato meridionale della montagna, che è controllata dal Nepal. Ma passare dall’altra parte della montagna “non è un’opzione per Alpenglow”, secondo un comunicato dell’azienda.

“Il Nepal potrebbe seguire l’esempio della Cina e chiudere anche la loro stagione”, ha dichiarato Ballinger nel comunicato. “Anche se non lo fanno, la minaccia di un focolaio COVID-19 e le questioni di fondo dell’ascesa dal lato sud, tra cui la mancanza di una gestione efficace, il sovraffollamento e una cascata di ghiaccio imprevedibile, rendono tale spedizione non sicura ai nostri occhi. Non è una scommessa che siamo disposti a fare”. Tuttavia, Lukas Furtenbach, fondatore di Furtenbach Adventures, disse che avrebbe trasferito la sua operazione nella parte nepalese.

Il mese scorso, il primo ministro nepalese ha dichiarato: “Il Nepal è privo di Coronavirus”. E oggi SummitClimb, fornitore esterno, ha inviato ai suoi clienti un’e-mail sulla mancanza di pericolo: “Il governo del Nepal riferisce un caso di Coronavirus. La persona ha ricevuto il trattamento, è guarita, è stata ritestata e non ha il Covid-19. Il personale dell’aeroporto di Kathmandu sta controllando la febbre di ciascun viaggiatore, se ne viene trovato uno, viene portato immediatamente in ospedale. Finora, nessuno ha il virus Covid-19. La maggior parte dei voli dalla Cina sono stati cancellati e tutti i confini terrestri con la Cina sono chiusi. L’India ha un’incidenza molto bassa di Coronavirus Covid-19 e il personale di frontiera India/Nepal sta controllando la temperatura di ogni individuo all’entrata”.

La scorsa settimana, il Nepal ha messo in quarantena 71 persone dopo il loro ritorno nel paese dopo le celebrazioni del capodanno cinese a Chengdu e Pechino. E i funzionari nepalesi hanno recentemente aggiunto le fasi del visto per i viaggiatori che entrano da otto paesi con i più alti livelli di Coronavirus. Il solito processo per la maggior parte dei visitatori è ottenere un visto all’aeroporto una volta arrivati. Ora i visitatori provenienti da Cina, Iran, Italia, Corea del Sud e Giappone devono assicurarsi i loro visti nel loro paese d’origine prima di arrivare in Nepal. Una limitazione simile entrerà in vigore per i viaggiatori provenienti da Francia, Germania e Spagna a partire dal 13 marzo. Nel frattempo, l’Himalayan Times riferisce che i dottori della cascata di ghiaccio si stanno dirigendo verso il campo base per iniziare a riparare la rotta attraverso la cascata di ghiaccio di Khumbu. Le guide Sherpa che lavorano con le International Mountain Guides con sede nello Stato di Washington continuano come di consueto e progettano di costruire il loro campeggio al campo base il 21 marzo.

Se il Nepal non chiuderà il suo versante dell’Everest quest’anno probabilmente ci saranno meno scalatori rispetto al 2019, quando 1.136 persone erano sulla montagna. I funzionari della scorsa settimana hanno detto che si aspettano che il numero di alpinisti venga ridotto della metà a causa delle cancellazioni da cinesi, giapponesi e coreani. E mi è stato detto direttamente da diversi alpinisti occidentali che ritarderanno i loro piani dell’Everest fino al 2021 a causa di problemi di virus. Ma sarà ancora affollato, con forse 300 stranieri più lo stesso numero di alpinisti di supporto sulla vetta più alta del mondo (fonte: https://www.outsideonline.com/2410191/coronavirus-everest-2020-impact).

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