outdoortest.it GUIDA ALL'ACQUISTO DEI TUOI ATTREZZI SPORTIVI
OUTDOORTEST

TORNA AL MAGAZINE

Cosa fare in caso di ipotermia mentre si aspettano i soccorsi

Alex Barattin del Soccorso Alpino e Speleologico, in questa intervista, ci dà dei pratici consigli su come affrontare il freddo e trattare l'ipotermia

Scritto il
da Luca Tessore

Vi siete mai ritrovati in una situazione in cui non riuscivate più a prendere calore e l’unica cosa a cui riuscivate a pensare era di raggiungere un posto caldo per non battere i denti e sentirsi di nuovo in forze? Se frequentate la montagna, ma non solo, anche il mare e gli ambienti outdoor in generale questa situazione è tutt’altro che remota; tremori e sensazione di freddo sono soltanto il preludio di quello che può evolvere in ipotermia vera e propria. In particolare, nel caso di incidente in valanga, nel fortunato caso in cui il travolto abbia una sacca d’aria per respirare, secondo le statistiche, l’ipotermia sopraggiunge già nella prima ora dal travolgimento: muoversi con consapevolezza farà la differenza. Per questo abbiamo voluto fare alcune domande ad Alex Barattin, delegato del Soccorso Alpino e Speleologico della zona Dolomiti Bellunesi.

Alex Barattin soccorso alpino
Alex Barattin, delegato del Soccorso Alpino e Speleologico della zona Dolomiti Bellunesi
Intervista ad Alex Barattin

Ciao Alex, cosa si intende per ipotermia?

“In campo medico è una situazione ben precisa in cui si trova il paziente, cioè quando la sua temperatura corporea interna scende sotto i 35°C. Quindi, prima di trovarci in questa condizione, il nostro corpo farà di tutto per combattere il freddo, a partire dai tremori e dalla sensazione di freddo che percepiamo.”

Quando è più probabile andare incontro ad ipotermia durante le nostre escursioni?

“Sicuramente quando ci sono dei cambiamenti di stato dell’atmosfera. Per esempio, quando un fronte d’aria fredda incontra un fronte d’aria caldo. In questa situazione si generano dei turbinii e un aumento dei venti, e da un momento all’altro ti ritrovi con il cielo coperto e un drastico calo delle temperature. Anche l’incidente in valanga è una situazione in cui le probabilità di andare incontro ad ipotermia sono alte. La neve compressa fa sì che ci sia la maggior superficie possibile di contatto con il corpo che inevitabilmente perderà calore.

Per avere il massimo delle probabilità di estrarre vivo il compagno, lo si deve liberare nel giro di 15 minuti (n.d.a. probabilità di sopravvivenza 90%), nel caso in cui ci sia una sacca d’aria e il travolto può continuare a respirare non tarderanno ad arrivare i sintomi dell’ipotermia. Le statistiche ci insegnano che nel giro di 45 minuti l’ipotermia potrebbe aver già causato danni irreparabili e la probabilità di sopravvivenza sarà calata al 30%.”

Soccorso alpino ricerca in valanga
Squadra del Soccorso alpino Veneto ricerca in valanga_ph Soccorso alpino Veneto

Cosa possiamo mettere nello zaino per fronteggiare l’ipotermia?

“Quando si fa un’escursione, specie in ambiente innevato o in alta quota, non devono mai mancare il ricambio di guanti, una maglietta asciutta e, possibilmente anche una fascia o cappello in più non guastano. Ma soprattutto è molto importante indossare i vari capi prima di avere freddo; ci capita spesso di soccorrere escursionisti in stato d’ipotermia con il materiale ancora nello zaino!

Altro aspetto fondamentale per combattere l’ipotermia è l’idratazione. Nonostante il freddo inibisca lo stimolo della sete, e non ci viene molta voglia di bere, dobbiamo sforzarci di farlo. Se percepiamo il bisogno di bere, vuol dire che siamo già molto oltre. L’ideale è bere ogni 15-20 minuti piccoli sorsi d’acqua, non serve a nulla fermarsi dopo un’ora e strafogarsi. Specie d’inverno la sacca idrica è l’ideale, in quanto essendo a contatto con la schiena manterrà l’acqua calda e ci sarà più facile bere.”

Quali sono gli errori più comuni che possiamo commettere nei confronti dell’ipotermia?

“Intanto, come dicevo prima, avere capi nello zaino e NON utilizzarli al momento opportuno. Questo atteggiamento spesso si verifica in un gruppo dove chi ha freddo non vuole far rallentare i compagni e resiste. Nelle gite di sci alpinismo come anche nelle escursioni a piedi, il leader del gruppo deve sempre vigilare che tutti siano in condizioni ottimali e nel caso fare una pausa. Nel caso in cui il vostro compagno, magari fermo da un pò di tempo, inizia a tremare aiutatelo a prendere calore frizionandolo, e facendolo muovere per riattivare la circolazione nelle parti periferiche; in queste situazioni sono molto utili gli scaldini tascabili per mani e piedi.

Utilizzare i capi che si hanno nello zaino contro l'ipotermia
Indossare i capi caldi prima di percepire il freddo_Ph Luca Tessore

Qualora ci si trovi difronte ad un caso di ipotermia, come potrebbe accadere in seguito ad un incidente da valanga, ed il travolto è rimasto sotto la neve per più di 30 minuti, dobbiamo liberargli le vie aeree ma evitare di muovere il corpo. Inoltre, non dobbiamo somministrargli alcolici, né frizionarlo energeticamente, queste procedure potrebbero essere fatali. L’ideale è coprirlo con un telo termico o un vostro capo, e aspettare i soccorsi.”

Grazie ad Alex Barattin abbiamo imparato alcuni pratici consigli su come prevenire, e nel caso, trattare l’ipotermia mentre si aspettano i soccorsi; un grazie va anche a tutti i soccorritori per il prezioso servizio che offrono 365 giorni l’anno e al quale tutti noi appassionati di sport outdoor dobbiamo molto. Se volete approfondire il tema dell’ipotermia e imparare a riconoscerne i sintomi questo articolo è quello che fa per voi:

Il corpo umano e il freddo: scopriamo i sintomi dell’ipotermia


Potrebbero interessarti anche

Altracom s.a.s. di Alfredo Tradati - via Buonarroti 77 I-20063 Cernusco s/N (MI) - P.IVA 05019050961 - info@altracom.eu - Outdoortest.it è una testata giornalistica registrata con Aut.Trib.di Milano n. 127/2020. Direttore Responsabile: Alfredo Tradati

Made by

Pin It on Pinterest