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L’agricoltore professionista si è portato a casa due ori ai Campionati Mondiali di Sci Alpinismo.

Sebastien Guichardaz, giovanissimo atleta, data di nascita 23 settembre 1999, ha le idee molto chiare: sci alpinismo per passione ed esserci per il suo territorio.

Daria Bondavalli e outdoortest Scritto il
da Daria Bondavalli

Abbiamo chiamato Sebastien per chiedergli quali sono state le sue sensazioni nel portare a casa due ori ai Campionati Mondiali di Sci Alpinismo che si sono tenuti dal 2 al 6 Marzio ad Andorra; le parole di Sebastien ci hanno trasmesso molto di più.

 

Sebastien Guichardaz

 

Sebastien ha lavorato sodo per guadagnarsi la partecipazione ai mondiali, il suo stato mentale e forma fisica erano ottimi: “La testa fa il 50% della performance e l’altro 50% lo fa lo stato fisico. Nello Sprint ho fatto una discreta gara, ma sinceramente nell’individuale e nel vertical non mi aspettavo questo risultato; se non ti aspetti qualcosa è ancora più bello quando accade. Ho avuto anche un po’ di fortuna, il percorso è stato cambiato a causa del maltempo e quello nuovo era più adatto alle mie caratteristiche, vengo dal fondo e in discesa ho ancora molto da imparare”.

Cogne, paese di nascita di Sebastien, è una località dove si trovano 50 km di piste da sci di fondo e 8 km di piste da discesa e tutti i ragazzi della zona che si approcciano allo sci iniziano con lo sci di fondo. Sono stati i genitori di Sebastian a fargli scoprire lo sci alpinismo; il ragazzo ha iniziato a praticare lo sci alpinismo utilizzando l’attrezzatura da sci di fondo, ha sentito che questa disciplina faceva per lui, ha comprato l’attrezzatura specifica e da lì non l’ha fermato più nessuno. Per Sebastien lo sci di fondo allena la mente a far fatica, abitua a soffrire e quindi, nello sci alpinismo nella fase di salita, un fondista è più avvantaggiato; è nella discesa che: “Sono più impedito, ma piano piano ho imparato anche se ho ancora molta strada da fare”.

 

Sebastien Guichardaz

 

Abbiamo chiesto a Sebastien che strategie mentali e fisiche ha utilizzato per non perdere la motivazione durante questo periodo complesso: “Io mi organizzo in modo autonomo per i miei allenamenti; in autunno, essendo parte della squadra nazionale, ho potuto usare gli impianti di risalita, per me lo sci alpinismo è una passione, il mio lavoro e l’agricoltore professionista. Potendo continuare a fare il mio lavoro non sono stato segregato in casa, la mia testa era impegnata sul lavoro e non pensavo alle gare”.

Il giovane atleta sottolinea l’importanza di avere altro oltre allo sport, altro che possa essere d’aiuto durante i momenti difficili: “Bisogna essere polivalenti, impegnati su vari fronti, ti aiuta ad essere sereno e libero e questo ti aiuta anche per affrontare le gare; prima e durante la competizione bisogna essere sereni e concertati, questo periodo è stata una bella sfida, prima di tutte le gare abbiamo dovuto fare il tampone ed era una costate incognita”. Sebastian oltre ad avere un legame di famiglia, sportivo e lavorativo con il suo territorio ha delle radici ben piantate nella comunità del posto; fa parte del direttivo della proloco del paese ed è un attivo partecipante nella organizzazione degli eventi “Mi piace esserci, io non sono solo un atleta che si allena e poi sta a casa”.

 

Sébastien e Fabien Guichardaz

 

Purtroppo per Sebastien la stagione delle gare è finita, avrebbe dovuto partecipare alle finali di Coppa del Mondo di sci alpinismo a Madonna di Campiglio ma è risultato positivo al tampone: “Io mi sento bene, ma funziona così, mi dispiace non esserci, ma mi considero comunque fortunato di aver potuto partecipare alle altre gare e di avere la possibilità di muovermi. Mi dispiace per chi non ha potuto raggiungerci per fare il tifo durante le gare; senza chi ci supporta la gara diventa un ambiente sterile”.

Sebastien conclude confidandoci un suo desiderio: lo sci alpinismo alle Olimpiadi del 2026. “Sarebbe un traguardo importate per questa disciplina, raggiungere questo obiettivo farebbe bene al movimento, non solo per la mia generazione ma anche per quelle che verranno; ci penso alle Olimpiadi del 2026 e confesso che mi piacerebbe partecipare ma da qui a cinque anni chissà cosa succederà”.

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