Il mare d’inverno è estremamente affascinante per tutti. Per gli amanti degli sport d’acqua, surf da onda, wind surf e wing foil, lo è ancora di più. Inoltre, imparare a gestire il freddo dei nostri mare, che tra l’altro non è estremo, ha i suoi vantaggi: per esempio la possibilità di prolungare le sessioni in acqua ma anche quello di poter surfare in momenti e luoghi poco affollati. D’inverno in alcune località, come in Liguria, le condizioni per fare surf diventano ideali: l’esposizione alle mareggiate di libeccio e di maestrale regala onde perfette a esperti e principianti.
Intervista a Gabrio Borgo
In questa stagione diventa ancora più importante scegliere e usare mute invernali adeguate. Per scegliere l’equipaggiamento giusto abbiamo intervistato Gabrio Borgo, esperto e nostro tester.
Che caratteristiche devono avere le mute invernali da surf?
“La prima caratteristica da valutare è l’elasticità: parola d’ordine sia per la facilità di indossarle sia per la libertà dei movimenti. Le mute invernali più economiche sono meno elastiche. Per verificarne l’elasticità basta tirare a sè una manica e si potrà notare da un modello all’altro la differenza. Altro aspetto è il colore: il colore nero si scalda con i raggi del sole e mantiene più calore. La misura
deve essere corretta. Bisogna scegliere la tipologia giusta: ad ogni sport la sua muta. Le cuciture devono essere saldate. Va bene la muta monofoderata per windsurf, kite e wing
e bifoderata per surf da onda”.
Quanto devono essere spesse le mute invernali?
“Se possibile meglio scegliere mute invernali multistrato: 3 mm braccia e gambe, 5 mm petto, 4 mm il resto. Esistono poi mute da 6 mm con il cappuccio integrato per le condizioni estreme. Importante è sapere che le mute da surf sono bifoderate (più lucide) e quindi più rigide perchè fatte per stare a contatto con l’acqua, mentre quelle da windsurf sono monofoderate quindi più elastiche ma più fragili perchè adatte al contatto con l’aria oltre che con l’acqua”.
Meglio con o senza cerniere?
“Le mute possono avere 3 tipi di chiusure:
- backzip:
ovvero cerniera sulla schiena. Sono più comode da indossare ma meno impermeabili. Se si acquistano bisogna controllare che abbiano una cerniera di buona fattura e siano foderate sia all’interno che all’esterno e in prossimità della cerniera. Ottima soluzione per le mute primaverili di spessore 3 mm. Se di qualità vanno bene anche le invernali. - front zip:
ovvero cerniera anteriore in orizzontale. Sono un po’ più ostiche da indossare ma la cerniera più corta permette di far entrare meno acqua e rimanere poi asciutti. - nozip:
è sicuramente la scelta migliore per quanto riguarda l’isolamento ma rimane molto scomoda da indossare e diventa imperativo acquistarla della misura esatta e di ottima qualità.
Credo che la scelta migliore sia la frontzip.
Di grande importanza sono le cuciture che possono essere di due tipi
- flatlock, una cucitura veloce e classica dove l’ago fora il neoprene in più punti. Ovviamente questi microfori fanno filtrare l’acqua e quindi se la trovate in una muta invernale è sinonimo di bassa qualità.
- glued and blind stitched, questa cucitura prima di tutto incolla tra di loro i vari pannelli e poi fora il neoprene su in solo lato limitando l’ingresso dell’acqua. Queste poi vengono termosaldate o all’interno o all’esterno e rivestite con un apposito nastro cucitura. Sono il top per le mute invernali”.
Come si può conciliare isolamento termico dentro e fuori dall’acqua?
“L’isolamento termico all’interno della muta avviene grazie a uno strato sottile di acqua che entra all’interno e si scalda con il nostro corpo. È necessario quindi che la muta sia aderente e che i punti delicati come polsini, caviglie e collo siano ben stretti. Personalmente appena entro in acqua allargo il collo per far entrare un pochino di acqua che riscalderò con il mio corpo e grazie al sole quando presente. Ricordiamoci che l’aria quasi sempre è più fredda dell’acqua nei mesi di novembre, dicembre, gennaio e febbraio mentre a marzo sarà più facile trovare l’acqua più fredda dell aria… questo vale per il nostro Mediterraneo. A seconda dello sport ci sono vari accorgimenti. Ad esempio nella pratica del windsurf, dove si naviga con il corpo esposto all’aria, è consuetudine ogni tanto buttarsi in acqua per riscaldarsi proprio per i motivi citati sopra. quando si esce dall’acqua è importante se possibile non fare immediatamente una doccia bollente ma tiepida in modo da adeguare il nostro corpo allo sbalzo di temperatura e allo stesso tempo levarsi la muta in doccia permette di sciacquarla dal sale, che è fondamentale per permettere al capo di asciugarsi a fondo e mantenere elasticità… sarà anche più facile svestirla”.
Quanto è importante il comfort?
“La muta è un accessorio indispensabile per praticare i nostri sport estremi che, in quanto tali, richiedono sforzi e i nostri muscoli devono essere liberi di lavorare senza trovarsi costretti in una morsa di neoprene. Fondamentale è quindi indossare una muta della misura giusta sia per isolamento termico sia per la libertà di movimento. Per chi pratica surf da onda è fondamentale avere una buona libertà nella rotazione della spalla per poter remare agevolmente e raggiungere la line up. Per il windsurfista, il kiters e il winger è necessario che gli avambracci non siano troppo stretti altrimenti si perderà completamente l’uso delle mani dopo pochi bordi. Esistono infatti modelli di muta da surf da onda e da sport acquatici diciamo da vento”.
Quanto può durare una muta da surf invernale?
“Ovviamente dipende dalle uscite invernali che un rider fa. Per mantenere inalterate le caratteristiche della muta è fondamentale sciacquarla in acqua corrente dolce dopo ogni utilizzo, indossarla e levarla con cautela senza sforzare le capacità elastiche (vi assicuro che dopo una sessione impegnativa di surf o windsurf non sempre si hanno le forze nelle braccia per svestire correttamente una muta). Molto importante è riporre la muta correttamente senza appenderla come una camicia alla gruccia ma piegandola sulla gruccia come i pantaloni, in questo modo si evita lo sfilacciamento del neoprene all’altezza delle spalle… una muta bagnata ha un certo peso e il tessuto non è progettato per sopportarlo la conseguenza è un allungamento e una deformazione all’altezza delle spalle”.
Che accessori servono dentro e fuori dall’acqua?
“Guanti: per i surfisti vanno bene quelli con le dita mentre per windsurfisti sono migliori le moffole che permettono di stancare meno le mani e gli avambracci. Calzari: solitamente i migliori hanno l’alluce diviso dalle altre dita per una questione di sensibilità. Cappuccio o berretto: ne fanno di tutti i tipi, tengono al caldo le orecchie e la testa, esistono anche con il pon pon”.