outdoortest.it GUIDA ALL'ACQUISTO DEI TUOI ATTREZZI SPORTIVI
OUTDOORTEST

TORNA AL MAGAZINE

OutDoor 2013. Il settore rallenta ma non perde l’ottimismo

Scritto il
da Redazione outdoortest.it

Giovedì e venerdì, tutto regolare. Grande affluenza di pubblico specializzato, negozianti, buyers, giornalisti. Stand pieni, soprattutto quelli dei marchi più in vista, corridoi trafficati, eventi frequentati e seguiti. Poi un calo visibile di presenze che si nota fin dall'esterno della  Fiera, con parcheggi non completamente riempiti, come invece da anni si era soliti osservare. All'interno, tra gli espositori, cominciano a circolare timide conferme di un temuto "passo indietro", non una recessione, ma in ogni caso l'inversione di un trend di crescita ormai in atto da quasi due decenni. Ovviamente non per tutti il fenomeno ha lo stesso peso o è visto nel medesimo modo. Lo schieramento è piuttosto netto, tra nord e sud… delle Alpi. Sopra ci sono i paesi "outdoor oriented" per definizione (Scandinavia, Germania, Svizzera, Austria e solo parzialmente la Francia); sotto ci siamo noi, Italia, in compagnia degli spagnoli, entrambi paesi naturalmente "outdoor", ma non così le nostre mentalità. E così appare normale apprendere dagli operatori tedeschi che, nonostante il probabile calo numerico a OutDoor 2013, la crisi sta passando alle spalle, con un 2013 in crescita, seppur limitata, rispetto al precedente anno. Tutta un'altra storia se gli interlocutori sono mediterranei, e ancor di più se italiani. Fatta salva la naturale inclinazione al lamento, all'auto commiserazione, tipiche della nostra indole, i dati provenienti da queste aree geografiche non sono effettivamente buoni. Si parla di intere regioni italiane, come Emilia e Toscana, dove le vendite sono letteralmente  "piantate", valli alpine e località rinomate dove solo ora, a estate inoltrata, si comincia a muovere qualcosa. Si racconta, e purtroppo lo fanno anche alcuni marchi stranieri, dei mancati pagamenti da parte di alcuni negozi, vera piaga dilagante, devastante tanto quanto la scarsità di vendite. In questo scenario non c'é ovviamente posto per ipotesi di inversioni di tendenza o, addirittura, segnali di ricrescita. Anzi.

Il fattore "negozio"
L'anello da migliorare della catena sembra, in effetti, essere questo. La totalità delle aziende intervistate, in massima parte italiane (La Sportiva, Aku, Scarpa, Tecnica, Salewa, Camp, …) ma non solo (Dynafit, Millet, Leki, Columbia, Gore-tex, Mammut, Polartec, The North Face, …), indica nel settore del trade il nodo cruciale, il punto nevralgico attraverso il quale il mercato si esprime e il cui malfunzionamento è in grado di mettere a repentaglio l'intero sistema. I numeri del versante italiano sono crudi e parlano chiaro: poche decine di negozianti sono soliti frequentare la Fiera e quest'anno si è registrato un ulteriore calo. Di più, la maggioranza di chi si è preso la briga di venire sul lago di Costanza, è altoatesina, mentre le restanti regioni, comprese quelle alpine, hanno latitato, se non disertato. Motivi? Costi, tempo, periodo, crisi… Tra i produttori c'é chi non ha peli sulla lingua, e parla di alibi. Come è possibile – dicono – che un professionista della vendita, appassionato del proprio mestiere, non senta il bisogno, anzi il dovere di aggiornarsi? Del resto è proprio quando le cose non girano per il verso giusto che diventa imprescindibile sfoderare nuove idee, elaborare differenti strategie, imboccare nuove strade… Non è così in ogni settore? A questo punto manca la voce dei diretti interessati, poiché a loro va il diritto di replica e Outdoortest non mancherà nel prossimo futuro di raccogliere queste testimonianze.

Il fattore "azienda"
Se dovessimo fare una termografia dei punti caldi della Fiera in base alla frequentazione degli stand, osserveremmo le aree rosse in corrispondenza si, dei marchi più importanti storicamente, ma soprattutto di quelli più attivi nel momento, più pronti a percepire le variazioni dei mercati o, meglio, capaci di prevenirne gli scossoni. In sintesi, chi sta fermo, non importa quanto grande sia, rischia il collasso e il crollo. Assenti le novità di prodotto sostanziali. Molti ritocchi, nuovi style ma, a detta delle maggior parte degli operatori, manca una scintilla, una tecnologia, una funzionalità come fu il carving per lo sci, la “29” per la bicicletta, capace di ispirare un cambio di passo del settore, inducendo i clienti all’acquisto. In questo senso, molto apprezzabile l’iniziativa del marchio Columbia, che ha presentato prodotti ad alto contenuto tecnologico “visibile”, ad un punto prezzo ribassato (al di sotto dei 150 euro per un guscio con 20.000mm colonna/acqua) rispetto al passato, dimostrando di comprendere le attuali difficoltà del consumatore e proponendo soluzioni.

Il fattore “fiera”
Un comunicato trionfalistico ha chiuso, come sempre, la 20° edizione di OutDoor 2013. Nonostante tutti gli operatori abbiamo segnalato un sensibile calo di visite, i dati ufficiali indicano una riduzione di sole 265 unità (!) rispetto alla passata edizione. Sorge qualche legittimo dubbio sull’attendibilità dei sistemi di conteggio adottati. Inoltre, laddove vengono citate le voci degli operatori, immancabilmente troviamo grandi marchi tedeschi e, saltuariamente, nordamericani, che si sbilanciamo decisamente ad indicare ricrescite di mercato importanti difficilmente riscontrabili altrove. Del tutto assenti i commenti di aziende italiane, francesi, spagnole, ma anche del nord Europa. Del resto si sa, il mercato di lingua tedesca è quello che tiene nell’outdoor, ma sarebbe davvero un peccato che la Fiera di Friedrichshafen, solo per mera ambizione di numeri e di “cassa”, subisse un’involuzione geografica, arroccandosi nei baluardi sicuri di casa propria. OutDoor 2013 è stata comunque un’ottima edizione, tenuto conto della contingenza economica internazionale. L’entusiasmo tipico del comparto outdoor non è venuto a mancare. Ed è proprio per questo motivo che sfoderare un ottimismo esagerato, sopra le righe, non solo è scorretto, ma pericoloso per l’intero sistema. Nei momenti di crisi, è questo oggettivamente lo è, un bagno di realismo è doveroso e proprio la fiera, come istituzione, ha il compito, anzi, la missione di aprire gli occhi agli operatori, di non nascondere le criticità per stimolare la ricerca di soluzioni. Ci sentiamo di consigliare allo staff di Friedrichshafen un’attenta, onesta e completa riflessione su basi realmente internazionali, poiché solo così lo status di leadership conquistato negli anni e costantemente sbandierato tornerà ad essere confermato e supportato da contenuti veri e non da meri proclami di marketing.


Altracom s.a.s. di Alfredo Tradati - via Buonarroti 77 I-20063 Cernusco s/N (MI) - P.IVA 05019050961 - info@altracom.eu - Outdoortest.it è una testata giornalistica registrata con Aut.Trib.di Milano n. 127/2020. Direttore Responsabile: Alfredo Tradati

Made by

Pin It on Pinterest