Elan Ripstick Tour 88 sci da scialpinismo 2022/23

La serigrafia di Elan Ripstick Tour 88 è semplice, ma altrettanto efficace. Personalmente preferisco una rifinitura grezza, che lucida, ma devo dire che fa la sua bella figura.

Naturalmente riprende il verde, utilizzato sempre dal brand, in vari toni diversi: dal verde molto scuro in mezzo allo sci, al verde più petrolio sfumato sulle estremità. Delle sorta di squame percorrono lo sci lungo tutta la sua lunghezza, rendendolo più ruvido.

La parte dell'aspetto, degli Elan Ripstick Tour 88, che trovo più accattivante, come in tutte le mie altre recensioni, è trovare la soletta in verde fluo, che poi si riflette anche sulla neve nelle giornate più soleggiate.

Lo stesso colore è utilizzato anche per i fianchi dritti che diventano poi a forma piramidale oltre il fenolo. Ci piace! Vale anche per punta e coda, dove è presente una scanalatura sulla superficie dello sci a cui è stato tolto del materiale per agganciare le pelli.

Le geometrie dell'Elan Ripstick Tour 88 sono interessanti. La spatola dello sci è molto larga in modo da favorire l'ingresso curva, anche se il raggio comunque rimane medio (16,8m) sull'altezza 170cm testata da me.

Essa termina molto squadrata per facilitare anche l'aggancio delle pelli. Un tubo di carbonio ben in evidenza corre per quasi tutta la lunghezza per contribuire alla rigidità torsionale e per garantire un ottimo ritorno elastico. Si chiude il tutto con carbonio e fibra di vetro.

Generoso è anche il rocker, garantito dal sistema anfibio sulla spatola interna dello sci interno alla curva. Sullo sci interno invece prevale il camber, anch'esso generoso per garantire una buona risposta elastica.

La coda è relativamente piatta e meno sciancrata, sebbene sia leggermente pronunciata verso l'alto per svincolare lo sci nelle nevi più difficili.

Ho testato l'Elan Ripstick Tour 88 con l'attacco Fritschi Xenic 10 sulle nevi di Santa Caterina Valfurva. Siamo stati molto fortunati a trovare tutte le condizioni possibili, dalla neve fresca del primo giorno caduta nella notte, passando per le piste battute alla perfezione ed infine al firn dell'ultimo giorno quando le temperature sono salite.

Insieme allo sci ho utilizzato i miei Tecnica Cochise 130, con cui ho potuto testare anche i limiti di uno sci pensato più per il touring.

Per quanto sia leggero mi ha dato subito fiducia dalle prime curve, è leggero ma al contempo stabile. Sebbene fossero leggermente corti per i miei gusti, non ho avuto nessun tipo di problema, anzi, ne ho sicuramente apprezzato l'agilità. Nonostante si abbia meno spatola appoggiata alla neve, non si perde in stabilità.

Li ho testati fin da subito sulle piste e neve compatta tra gli impianti, la sensazione è stata di avere uno sci da pista leggero. Il rocker aiuta lo sciatore meno esperto nell'inizio curva, ma senza aggredire troppo come spesso accade.

Le curve strette sono il suo pane, è agile, veloce nel cambio ed una buonissima presa di spigolo ad inizio curva. Sia sulla pista, che sulla neve dura di un canale che abbiamo affrontato, con la giusta pressione sulla linguetta lo sci rimane fermo dove lo si mette.

Solo nella neve un po' tritata ad alte velocità ho fatto più fatica, ma non è il suo lavoro. Non c'è stato mai un momento in cui mi ha fatto dubitare, ho pensato solo a sciare.

Anche sugli archi medi ed a velocità più alte si comporta molto bene per la categoria in cui è inserito. Proprio per questo motivo sono convinto che sia il compagno ideale per la progressione tecnica e per chi ha bisogno di uno sci che fa tutto e bene.

In neve fresca il "pop" è davvero ottimo, spingendo al momento giusto gli sci fuoriescono facilmente dalla neve e con un cambio veloce si è già proiettati verso la nuova curva.

Il rapporto peso/galleggiamento l'ho trovato azzeccato per le giornate lunghe in montagna con 30 cm di neve. Anche in questo tipo di neve predilige archi più stretti in cui ci si può esprimere al meglio.

Anche nel firn primaverile del pomeriggio surfa una meraviglia, la spatola aiuta in ingresso curva e la coda svincola facilmente.

Per metterlo più in difficoltà ho dovuto portarlo sul ghiaccio della pista ripida, ma anche qui con la tecnica giusta non ha grandi problemi.

Si sente inoltre che le vibrazioni sono smorzate anche dal tubo in carbonio e dai fianchi arrotondati. Quando la neve invece diventava più ventata a tratti non ha avuto grandi problemi, anzi la coda piatta aiuta a scappare via.

Per quanto riguarda il sistema Amphibio, in effetti aiuta a chiudere prima la curva grazie al rocker accentuato sulla spatola dello sci interno. Si percepisce leggermente, ma sicuramente la preparazione dello sci ha un grosso impatto su questa sensazione. Ho provato ad invertire gli sci, ma è relativamente impercettibile.

Per concludere l'ho trovato perfetto per le condizioni che spesso si trovano sulle alpi: 30 cm di fresca caduta nella notte, la neve dura (non ghiacciatissima) di un canale invernale ed infine le lunghe giornate delle gite primaverili con rigelo in salita e firn in discesa.

Ho testato gli Elan Ripstick 88 anche in salita con le pelli. La lunghezza e il loro bilanciamento li rendono ottimi nelle inversioni ed adatti alle lunghe gite in montagna aperta.

Le loro pelli miste, 65% mohair e 35% nylon, sono leggere e soprattutto libere dalla manutenzione della colla. Si possono infatti sciacquare con l'acqua e con un panno incluso nella scatola. Davvero ottime e comode da agganciare grazie ai due gancetti in punta e coda sulle scanalature.