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Arrampicata: le 5 soste principali

La sosta è il "porto sicuro" durante la progressione su roccia; ecco alcune nozioni di base

Andrè de Biasi Scritto il
da Andrè De Biasi

Finalmente la bella stagione è in arrivo e porta con sé la voglia di fare le prime vie multi pitch. Qui sotto puoi trovare una semplice guida di ripasso sulle principali soste in arrampicata così da essere preparati per le prossime avventure!

La progressione su roccia può essere effettuata sia con una corda singola che con una mezza, e solitamente la sua lunghezza è di 60 m. Perciò si rende necessario frazionare la salita in modo da garantire l’ascesa in sicurezza. A determinare la lunghezza del tiro non è solo l’estensione della  corda ma anche la conformità della roccia che causa attriti rendendo la progressione faticosa. I migliori punti dove fare una comoda sosta sono le cenge, i grottini o i pulpiti. Parlando di soste in arrampicata, le possiamo dividere in due categorie principali: in serie e in parallelo.

Soste in arrampicata in serie

Le soste in serie sono le più usate nelle vie moderne soprattutto a spit, in quanto garantiscono una buona tenuta in caso di volo e non ripartiscono i carichi sugli ancoraggi, al contrario delle soste in parallelo. Vengono spesso usate anche per le calate in corda doppia.

5 soste arrampicata
Sosta in serie

I due ancoraggi vengono collegati fra loro con un cordone o direttamente con una catena, come sui monotiri in falesia. Su uno si lega l’assicuratore e sull’altro il compagno di cordata.

Soste in parallelo

Le soste in parallelo sono le più utilizzate in quanto ripartiscono meglio i carichi poiché non vengono costruite su un solo punto ma su più punti di ancoraggio.

Le possiamo classificare principalmente in 4 tipologie, e di seguito cercherò di spiegarvele al meglio.

1. Sosta mobile

La sosta mobile viene realizzata su 2 o più ancoraggi, ha il vantaggio di suddividere il carico in maniera più o meno equilibrata e funziona bene qualunque sia la direzione del carico.

Se la sosta si ribalta, nel caso di assicurazione classica, al vertice si genereranno grandi forze d’arresto e quindi forti sollecitazioni all’ultimo rinvio, è pertanto consigliabile fare un’assicurazione ventrale. In caso di rottura di uno degli ancoraggi ci sarà un’importante sollecitazione verso gli altri, mentre se si romperà il cordino tutta la sosta verrà compromessa.

Viene utilizzata soprattutto quando non si conosce la direzione di calata o questa potrebbe variare.

 

soste e arrampicata
Sosta mobile

 

2. Sosta fissa

La sosta fissa viene usata soprattutto quando si conosce perfettamente la direzione di calata o in manovre di soccorso.

Il carico viene ripartito molto bene sui vari punti di ancoraggio, in caso della fuoriuscita oppure la rottura di uno dei rami la sosta non viene compromessa. Ha lo svantaggio, però, in caso di ribaltamento che il carico vada a gravare su un solo punto di ancoraggio.

 

soste e arrampicata
Sosta fissa

 

3. Sosta fissa bilanciata

Di facile realizzazione ha una buona direzionalità ed in caso di ribaltamento si ha comunque una buona ripartizione dei carichi. Se un ancoraggio cede o un ramo si rompe il restante punto di ancoraggio non subirà eccessive sollecitazioni.

soste e arrampicata
Sosta fissa bilanciata

 

4. Sosta semi mobile

La sosta semi mobile è una via di mezzo fra la sosta mobile e quella fissa mettendo insieme i vantaggi sia di una che dell’altra.

Si realizza principalmente quando non si è sicuri della tenuta di un ancoraggio o quando si conosce la direzione di calata anche se permette un minimo spostamento tra i nodi.

soste e arrampicata
Sosta semimobile

I carichi vengono suddivisi in modo uguale tra tutti gli ancoraggi ed in caso di rottura di un ramo o la fuoriuscita di un ancoraggio la sosta non viene compromessa del tutto e il restante ramo non subisce una grande sollecitazione.

Bisogna prestare la dovuta attenzione nella realizzazione dei due punti e che nel caso di ribaltamento venga sollecitato solo uno dei ancoraggi. Può avere una realizzazione complessa nel caso si debba inserire il cordino direttamente nell’occhiello del chiodo.

Vi ricordo che l’esecuzione dei nodi e le manovre sopracitate richiedono una specifica formazione che deve essere eseguita con personale certificato come guide alpine, istruttori CAI o FASI. Le informazioni contenute in questo articolo sono semplicemente linee guida che vanno integrate con opportuni corsi di formazione e manuali d’uso.


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