Sono passati più di 60 anni da quando si scoprì come imitare la neve e ad oggi ci ritroviamo in Italia con ben il 90% delle piste da sci che si affidano ai cannoni sparaneve per superare la stagione. Se andiamo oltralpe, in Austria si scende al 70%, in Svizzera al 53%, in Francia al 37% e in Germania appena il 25% sono innevate artificialmente (fonte Cableways Association of Switzerland).

Ma vi siete mai chiesti cosa è la neve artificiale e quale impatto ha sull’ambiente e come mai in Italia sembra che non se ne possa fare a meno? Per scoprirlo ho deciso di fare una chiacchierata con Michele Freppaz, professore ordinario di pedologia e nivologia all’Università di Torino dove presiede anche il Centro Interdipartimentale sui rischi naturali in ambiente montano e collinare (NatRisk).

Intervista al Dott. Michele Freppaz
Per prima cosa chiariamo cosa è la neve artificiale o per meglio dire la neve tecnica. Quali sono le differenze rispetto ad un cristallo di neve naturale?
La neve programmata o tecnica è una neve con caratteristiche specifiche, tanto che nella nuova classificazione internazionale della neve stagionale al suolo* le è stata attribuita una classe apposita, la MM, “machine made snow”. Essa è costituita da grani arrotondati, di piccole dimensioni, che una volta depositati al suolo generano un manto nevoso generalmente più denso rispetto al manto nevoso naturale.
*(Fierz, C., Armstrong, R.L., Durand, Y., Etchevers, P., Greene, E., McClung, D.M., Nishimura, K., Satyawali, P.K. and Sokratov, S.A. 2009. The International Classification for Seasonal Snow on the Ground. IHP-VII Technical Documents in Hydrology N°83, IACS Contribution N°1, UNESCO-IHP, Paris)
Perché secondo lei in Italia l’uso di neve programmata è così diffuso rispetto al resto d’Europa?
Non è facile rispondere, ma il maggior numero di impianti di innevamento programmato presenti in Italia rispetto alle altre nazioni europee può essere attribuito a diverse ragioni legate, ad esempio, al fatto che l’Italia è stata pioniera nell’adozione delle tecnologie per l’innevamento artificiale e ha continuato a investire nell’impiego di questa tecnologia grazie ad un insieme di risorse finanziarie pubbliche e private.

Quali sono i range ottimali di temperatura e umidità per produrre neve tecnica?
La produzione di neve artificiale può avvenire solo in determinate condizioni di temperatura e umidità dell’aria. Naturalmente, deve essere sufficientemente freddo. Ma non solo, deve essere anche asciutto. Per essere precisi, è importante la combinazione delle due variabili: maggiore è l’umidità atmosferica, più fredda deve essere la temperatura dell’aria per trasformare le minuscole gocce d’acqua in cristalli di neve.
La combinazione di temperatura e umidità si misura con la temperatura di bulbo umido, valore che si ottiene mettendo in relazione la temperatura misurata con il termometro a secco con l’umidita relativa dell’aria. Più bassa è la temperatura di bulbo umido maggiore è l’efficienza di produzione della neve programmata, con un valore che comunque deve essere inferiore alle cosiddette temperature marginali (~-3 °C), ovvero quelle temperature in cui i generatori di neve lavorano alla temperatura più alta possibile.
Al fine di monitorare l’andamento di temperatura e umidità dell’aria, lungo le piste da sci sono collocati sensori per la loro misura, così come sensori per la misura della velocità e direzione del vento. Infatti, con venti troppo intensi, anche se le temperature sono favorevoli, la produzione di neve non può essere effettuata perché il rischio trasporto di neve all’esterno delle piste potrebbe risultare troppo elevato.

In generale come funziona l’impianto d’innevamento?
Lungo le piste da sci sono visibili solo i generatori di neve, i cosiddetti cannoni, e i punti di connessione, che però costituiscono solo una piccola parte dell’intero sistema. L’acqua e l’aria necessarie per la produzione della neve tecnica vengono convogliate dalle sale macchine ai generatori di neve attraverso tubazioni interrate. Le sale macchine ospitano la stazione di pompaggio per l’approvvigionamento idrico e nel caso in cui i generatori non dispongano di un compressore integrato anche macchinari per la produzione di aria compressa.
L’acqua per l’innevamento è captata generalmente da corsi d’acqua, laghi naturali o bacini di raccolta artificiali. In alcuni casi è necessario l’impiego di torri di raffreddamento le quali fanno in modo che l’acqua presenti la temperatura ideale per la produzione di neve.
In genere, con un metro cubo di acqua è possibile generare 2,5 metri cubi di neve. Ne deriva che per innevare 1 m² di pista da sci con uno spessore di neve di 50 cm e di densità di circa 450 Kg/m³ si usano circa 250 litri d’acqua. È inoltre necessario che i generatori di neve siano collegati all’alimentazione elettrica e al sistema di controllo dell’impianto, completamente automatizzato e gestibile da un’unica stazione di controllo.

Che il processo per produrre neve tecnica utilizzi molta acqua è noto. Ma quali sono le principali sfide tecniche legate a questa pratica?
Le stazioni di pompaggio dell’acqua in un impianto di innevamento devono fornire a tutto il sistema l’acqua con pressione e portata sufficienti per sfruttare tutte le potenzialità della rete di cannoni da neve al fine di ridurre i tempi di potenziale utilizzo, comunque sempre più ridotti, in relazione agli effetti del riscaldamento globale. Estrema importanza viene data anche alla temperatura dell’acqua che viene impiegata in quanto una temperatura bassa dell’acqua ne permette una sua più facile trasformazione in neve.
Per quanto concerne i consumi energetici il progetto Interreg Alcotra ALPIMED CLIMA ha evidenziato che per produrre 1 m³ di neve servono dai 0.5 ai 2 kWh. Complessivamente il costo per la produzione di un metro cubo di neve dipende dalle condizioni specifiche dell’impianto e in particolare dalle modalità di approvvigionamento idrico, con valori compresi fra i 3,5 e i 5 Euro.

La neve tecnica di oggi è solo composta da acqua e aria o troviamo altre sostanze al suo interno come additivi chimici o batteri?
In Italia a mia conoscenza non vengono impiegati additivi (es. additivi batterici) nel processo di produzione della neve artificiale.
In seguito al processo di produzione di neve artificiale i gestori degli impianti possono comunque inserire additivi nel manto nevoso per ottenere determinate caratteristiche?
Sì, l’impiego di prodotti per l’indurimento del manto nevoso viene preso in considerazione per garantire, ad esempio, in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli, il normale svolgimento delle gare di sci.
Vantaggi e svantaggi di produrre neve tecnica a livello di suolo flora e fauna
Il manto nevoso delle piste da sci innevate artificialmente è in media più spesso e con un contenuto d’acqua maggiore rispetto alle piste di neve naturale. Ne deriva il fatto che sulle piste innevate artificialmente la neve permane generalmente due-tre settimane in più rispetto alle piste con neve naturale, ritardando così la ripresa vegetativa delle piante. Inoltre, in conseguenza della maggior durata dell’innevamento, sulle piste di neve artificiale si riscontrano con maggiore frequenza piante tipiche degli ambienti soggetti a disgelo molto tardivo, e cioè le cosiddette specie delle vallette nivali.
Indipendentemente dal fatto che le piste siano innevate naturalmente o artificialmente, la loro battitura determina una riduzione del potere isolante del manto nevoso, e conseguentemente il raggiungimento di temperature più basse del suolo, con potenziali effetti sulla dinamica degli elementi nutritivi.

Nello stesso tempo sia la preparazione, sia la gestione delle piste da sci nel periodo estivo rivestono un ruolo chiave nel condizionare le proprietà del suolo e della vegetazione. In particolare, le operazioni di spietramento e di livellamento, se da un lato determinano una riduzione dello spessore di neve necessario per l’apertura delle piste da sci, dall’altro rendono necessarie operazioni specifiche per costruire suoli in grado di ospitare specie vegetali, anche autoctone, per ridurre i processi erosivi e l’impatto paesaggistico altrimenti inevitabile.