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Come scegliere gli attacchi da scialpinismo più adatti a te e al tuo sci

Tante categorie di attacchi da scialpinismo per ogni esigenza e sci, scopriamo insieme cosa guardare per una scelta che ottimizza la propria attrezzatura

Scritto il
da Luca Tessore

Lo sci alpinismo non sarebbe così tanto amato e libero se l’Ingegnere tirolese Fritz Barthel non avesse inventato negli anni ‘80 il primo prototipo di attacchino. Quando la rivoluzione dei pin ha fatto capolino nel mondo c’è stato un certo fermento, e ancora oggi non si è fermata, la stragrande maggioranza sceglie questa soluzione per ancorare i propri scarponi agli sci. Come sappiamo, oggi, il mercato offre una nutrita schiera di attacchini, ma la scelta non va fatta sull’onda del momento, scegliere quello giusto per i propri sci e scarponi vi permetterà di sfruttare al meglio ogni elemento del proprio set da sci alpinismo. Vediamo quindi come scegliere l’attacco giusto per la propria attrezzatura e stile.

Piastra vs Pin

Per completezza partiamo come sempre dalle origini. Prima dei più amati attacchini esisteva una sola tipologia di attacco da scialpinismo: l’attacco a piastra. Questo sistema prevede un puntale al quale sono vincolati sia lo scarpone che una talloniera la quale rimane ancorata allo scarpone anche in salita. Puntale e talloniera sono collegati fra loro per mezzo di una piastra. Durante la progressione, lo skialper, alza la talloniera e la piastra, questo implica un certo dispendio di energie.

Al contrario, gli attacchini prevedono una salita più agile, il tallone rimane libero e lo scarpone è vincolato all’attacco soltanto per mezzo dei famosi “pin”.

Marker F12 TOUR (attacco a piastra) e Marker ALPINIST (attacco a pin categoria touring)

Le due soluzioni hanno vantaggi e svantaggi, utilizzare una soluzione piuttosto che l’altra dovrebbe essere una scelta dettata da esigenze specifiche. A grandi linee possiamo dire che gli attacchi a piastra sono una soluzione per tutti coloro che si approcciano ad uno scialpinismo più vicino al freeride dove la salita è una minima componente dell’attività, o comunque non gli si dà grande importanza, perché si preferisce avere determinate prestazioni in discesa.

Questo ragionamento è dettato dal fatto che gli attacchi a piastra sono certificati dalla TÜV in quanto rispettano lo standard ISO 13992. In termini pratici questi attacchi sono il massimo per quanto riguarda l’affidabilità di sgancio in caso di caduta: elemento non da poco per chi prevede di affrontare linee e terreni difficili. Potersi affidare ad un attacco capace di reggere carichi importanti sapendo che non si aprirà, ma soltanto laddove le forze in gioco superano certi valori, tendenzialmente dovuti a cadute, significa potersi concentrare esclusivamente sul gesto tecnico.

Per tutta l’altra fetta di scialpinisti, gli attacchi con pin sono la soluzione ideale (…anche se oggi sempre più freerider della nuova generazione gli scelgono). Sarà che, a conti fatti, quando si pratica scialpinismo si passa la maggior parte del tempo con le punte rivolte verso monte piuttosto che verso valle. Il sistema a pin, permette un passo più agile, alleggerito e quindi facilita la progressione in salita. Ecco perché è la scelta della maggiorparte degli skialper.

Proviamo quindi a fare il punto della situazione su quest’ultima tipologia; per farlo abbiamo diviso in quattro categorie il vasto mondo degli attacchini in modo da dare una linea guida e orientarvi sulla scelta in base alla tipologia di sci che avete, ma soprattutto all’uso che ne vorrete fare. Iniziamo.

Attacchi Tour

Forse è la scelta più versatile che uno scialpinista può fare. Non a caso questi attacchi si prestano ad essere montati su sci altrettanto versatili, capaci di divertire su ogni tipo di neve ed essere il giusto mix tra leggerezza per la fase di risalita e prestazioni di sciata. Gli attacchi di questa categoria non sono particolarmente leggeri, il peso varia dai 300 ai 600 grammi (ad attacco), ma garantiscono allo sciatore una buona struttura capace di dare quella robustezza in più, necessaria quando si hanno ai piedi sci touring.

Dynafit Radical

Attacchi Light

In questi ultimi anni sono forse quelli più gettonati, talvolta richieste improbabili vedono l’unione improbabile di questi attacchi a sci esageratamente larghi. A dirla tutta, istintivamente dovrebbe farci nascere qualche dubbio sulla giusta interpretazione di un set di quel tipo. Questi attacchini si avvicinano al mondo delle gare, il loro peso viene limato, e si arriva ad avere attacchi che stanno spesso sotto i 200 grammi. Qui si inizia ad avere i primi impicci degli attacchi racing, alcuni modelli infatti non sono dotati della pratica slitta che ha la doppia funzione di: spalmare la forza, specie quella risultante della leva che si va a formare tra spigolo dello sci e attacco/scarpone, e garantire un minimo di margine di adattabilità per poterli usare con eventuali altri scarponi.

ATK Trofeo PLUS

Attacchi Race

Qui tutto è rivolto in un’ottica di gara. La leggerezza è la caratteristica principale. Questi attacchi hanno un peso che si aggira intorno ai 100 grammi e ogni componente è stato limato e “scavato” per raggiungere gli standard richiesti da una disciplina dove tutto è tirato al limite pur di guadagnare in leggerezza. Chi sceglie questa tipologia di attacchi dovrebbe essere consapevole che nascono per allenamenti e gare. Chi avrà fatto l’esperimento di utilizzare nella quotidianità attacchi di questo tipo si sarà accorto che gli inconvenienti possono essere molti. Usura più evidente dell’alza tacco rispetto alle altre tipologie di attacchi (dovute proprio al fatto che i materiali sono tirati all’osso), spesso non è prevista la slitta per la talloniera e di conseguenza maggiore possibilità di strappare gli attacchini in caso di forti sollecitazioni (soprattutto se montati su sci non race), talvolta i più esigenti possono lamentare sensazioni di sciata piuttosto poco soddisfacente. Insomma, tanti inconvenienti per avere un setup racing che molte volte non verrà nemmeno sfruttato. Questa tipologia di attacchi pin, sono sicuramente una scelta quasi obbligata per i garisti. Un pò azzardata per tutti gli altri.

 

Ski Trab Titan Vario

Attacchi Free

Abbiamo parlato della categoria freeride quando abbiamo descritto gli attacchi a piastra. Ebbene, esistono attacchini o meglio attacchi a pin, dedicati ad attività più esuberanti, come il freeride appunto. Questi attacchi devono poter supportare salti, ma soprattutto atterraggi non sempre soft, discese veloci su terreni difficili, e maltrattamenti vari che soltanto attacchi dedicati possono essere all’altezza. Non sono sicuramente attacchi volti alla leggerezza, ma proprio per questo sono robusti e capaci di soddisfare le esigenze del pubblico più freerider. Ovviamente questi attacchi hanno senso su sci altrettanto strutturati, in caso contrario avrete un setup sbilanciato e controproducente. Riconoscerete questi attacchi in quanto più massicci della media e tendenzialmente non sono full-pin: la tecnologia pin è utilizzata soltanto nel puntale, mentre la talloniera è solitamente uguale a quella di un attacco step-in alpino. Questo dà un vantaggio in fase di sciata, in quanto si ha la sensazione di avere il tallone ben serrato a terra.

Fritschi Vipec Evo 12

Il compromesso, è un pò di peso in più da portarsi in salita. Esiste un solo attacco full-pin (cioè con pin anche nella talloniera) certificato da TÜV secondo l’ISO 13992 ed è il Dynafit ST Rotation 10.

Attacco Dynafit ST Rotation 10
Ricapitoliamo

Tutti gli attacchi che escono su mercato oggi sono il frutto di anni di studi, sperimentazioni e continui miglioramenti. Gli attacchi si dividono in attacchi a piastra (frame), in attacchi full pin e attacchi ibridi. La TÜV certifica l’attacco, secondo gli standard DIN ISO 13992, rispettando parametri ben precisi per quanto riguarda lo sgancio automatico dello scarpone dall’attacco. Questo sistema di controllo permette allo sciatore di avere valori di chiusura standardizzati e univoci per poter così regolare in base ai propri parametri ed esigenze il serraggio dell’attacco e avere due principali vantaggi:

  1. evitare aperture indesiderate dell’attacco durante l’attività;
  2. garantire lo sgancio automatico in caso di caduta, quando superati certi valori prestabiliti in fase di registrazione dell’attacco.

In generale gli attacchi full pin non posseggono questo tipo di certificazione. Questo non significa che non siano sicuri o che funzionino meno bene, ma semplicemente sono il frutto di una scelta dei costruttori, i quali hanno preferito concentrare le proprie risorse per migliorare altri aspetti degli attacchi full pin. Anche questi attacchi hanno determinati valori di serraggio, con tanto di valori soglia, che se superati determinano lo sgancio automatico dello sci. La differenza, come dicevamo, sta nel fatto che questi valori non sono standardizzati secondo la norma DIN ISO 13992.

L’importanza del giusto abbinamento

Come abbiamo detto per scegliere l’attacco giusto dobbiamo valutare la tipologia di sci sul quale andrà montato e non da meno, la tipologia di scarpone. Il consiglio, che poi è quello fornito dalla maggior parte dei costruttori e skiman, è quello di avere un set formato da sci + attacchi + scarponi il più possibile sulla stessa linea. Immaginate un attacco da gara montato su uno sci da 120 mm di larghezza al centro. In questo caso, il rischio è quello di avere un attacco che sarà sollecitato oltre misura in fase di curva, con il rischio di strappare letteralmente le viti dallo sci. Questo è possibile in quanto i vincoli degli attacchini race sono distribuiti su una superficie piuttosto piccola e con sci piuttosto larghi, ecco che nasce una leva perfetta, in grado di sollecitare oltre modo proprio quella zona.

Nello stesso tempo abbinare un attacco da free ride ad uno sci race, non vi darà alcun vantaggio, e avrete rovinato un bellissimo sci ultra leggero. Ecco che quando dovrete scegliere il vostro attacco potrete tranquillamente sceglierlo in relazione agli altri due elementi del set (sci e scarponi) e non potrete sbagliarvi.

Ultime considerazioni sulla scelta

Una volta scelta la categoria di attacchino, non rimane che valutare alcuni elementi degli attacchi con pin. Per prima cosa capire se preferiamo lo ski stopper oppure no. Se la nostra scelta ricade su attacchini race abbiamo risolto il problema in quanto tendenzialmente non è prevista questa opzione. Per tutti gli altri attacchini il dubbio c’è sempre. Visti gli ormai super leggeri skistopper disponibili per gli attacchi a pin, se prevedete di usarli anche in pista, oppure non volete avere il timore di perdere gli sci ogni qual volta vi dimenticate i lacci di ancoraggio, allora potrete sacrificare un po’ di leggerezza per questa comodità in più.

Lo ski stopper può risultare utile non soltanto quando si rischia di perdere lo sci in caso di caduta, ma soprattutto può essere molto comodo quando si fa il cambio d’assetto e ci si prepara per la discesa. A volte avere questa comodità è una nota positiva.

Infine, soffermarsi sulla modalità walk. dove in realtà non c’è molto da dire in quanto la scelta dell’attacco non dovrebbe passare da qui. In ogni caso valutare quanti range di alza tacco sono possibili può essere per qualcuno un motivo di scelta. Anche se oggi la tendenza è quella di salire cercando di mantenere il più possibile costante il proprio set up.

Concludendo, potrete verificare il range di sgancio dell’attacco scelto tenendo presente che alcuni modelli danno la possibilità di scegliere la forza della molla a “U” della talloniera. La scelta dovrà essere fatta confrontandosi con il vostro rivenditore di fiducia o il vostro skiman in modo tale da valutare, in relazione ai vostri parametri, quella più adatta a voi.

A questo punto non vi resta che fare la scelta giusta e godervi al massimo il vostro set da sci alpinismo sfruttando al meglio ogni componente. Buon divertimento!


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