Se anche tu ami camminare nei boschi, in praterie con l’erba che ti sommerge, o lungo umidi rii di montagna alla ricerca di paesaggi selvaggi, o semplicemente ami i pascoli alpini prima o poi ti capiterà di incontrare una zecca, e se deciderà che tu sarai il suo prossimo ospite allora dovrai essere pronto a sfrattarla. Ecco come!
In questi ultimi anni si sta sentendo sempre più parlare di zecche e delle loro punture. Ormai abbiamo imparato a conoscerle; e se in un primo momento nell’immaginario comune le zecche sono state quelle che si prendono i nostri amici a 4 zampe, oggi sappiamo che ci sono tante specie diverse e che alcune di queste prediligono oltre agli animali selvatici anche l’uomo: proprio questa promiscuità di ospiti è alla base delle possibili conseguenze di infezioni a nostre spese.
Prima si toglie meglio è…
Cosa sono le zecche, dove e quando è più probabile trovarle ormai lo sappiamo (ne abbiamo parlato QUI), la prevenzione è sempre la miglior difesa da questi insetti, ma se dovesse succedere che questi riescano a pungerci è consigliato sapere come comportarsi specie per chi ha l’abitudine di affrontare lunghi trekking in percorsi poco urbanizzati dove trovare un ospedale risulta difficile. Come sappiamo riuscire a togliere tempestivamente il parassita è fondamentale per diminuire le probabilità di possibili infezioni.
Come si “attacca” la zecca
La zecca si stabilizza sulla nostra cute tramite l’apparato boccale (rostro) che serve sia per penetrare la cute che per succhiare il sangue di cui si nutre. Il rostro una volta penetrato fungerà da arpione e la zecca non si staccherà fintanto che questa non si lascerà cadere spontaneamente (tra i 2 e i 7 giorni). In questo periodo grazie a delle particolari sostanze che la zecca ci inietta tramite l’apparato boccale non sentiremo particolari dolori se non un leggero prurito nell’area interessata. A differenza di altre punture di insetti, dovute a comportamenti di difesa, qui il parassita deve fare di tutto per non farsi notare e approfittare di vitto e alloggio gratis. Non ci si accorge del suo arrivo perché utilizza una sostanza antidolorifica così da penetrare la cute dell’ospite senza che questo se ne accorga. La garanzia del pasto è data da una sostanza anticoagulante, così il sangue rimane disponibile.
Perché è difficile staccarle dalla cute
La difficoltà principale nel togliere una zecca è data da un’anatomia molto efficace del rostro. Il profilo uncinato arpiona saldamente l’animale all’ospite e da qui nasce il problema di togliere correttamente l’insetto senza strapparlo; tirando verso l’alto la zecca si rischia di lasciare conficcato nella cute parte dell’apparato boccale con possibili conseguenze di infezioni. Inoltre, sfilare in questo modo “aggressivo” aumenta la possibilità che la zecca rigurgiti all’interno dell’ospite il contenuto dell’apparato digerente, e quindi aumenta nuovamente la possibilità di infezioni.
Cosa NON utilizzare
Sempre per motivi di rigurgito per togliere la zecca NON vanno utilizzati metodi aggressivi. Quindi è abolito il fuoco e tutti quei prodotti che favoriscono il rigurgito dell’insetto: alcool, benzina, acetone, ammoniaca, etc…
Cosa si deve utilizzare
Per esperienza personale, il migliore attrezzo per estrarre le zecche sono delle pinzette specifiche che potrete trovare in alcune farmacie o in alternativa in negozi specializzati per il campeggio o ancora in negozi per animali. Queste sono studiate appositamente per l’anatomia della zecca e basterà seguire le istruzioni sulla confezione per una corretta rimozione. Ci sono diversi modelli io personalmente trovo queste le più pratiche e di facile utilizzo.
Come utilizzare le pinzette per zecche
Premetto che l’estrazione potrebbe essere fatta anche con normali pinzette per sopracciglia. In questo caso però aumenta la possibilità di toglierla in modo aggressivo magari spezzando l’apparato boccale o pinzando il corpo della zecca rischiando il solito rigurgito quindi, il consiglio è quello di “investire” in un paio di pinzette specifiche.
Queste dovranno essere posizionate il più possibile a contatto con la pelle e con un movimento a vite si sfilerà il parassita senza nemmeno ucciderlo. A quel punto si dovrà bruciare l’insetto ed evitare di schiacciarlo o tagliarlo (è abbastanza coriaceo) sempre per evitare possibili infezioni.
Come avrete notato il movimento a vite favorisce l’estrazione del rostro in quanto si contrasta la funzione arpionante degli uncini.
E dopo?
In seguito all’estrazione della zecca, come ci ricorda il Dott. Gege Agazzi, membro Società Italiana di Medicina di Montagna e della Commissione Centrale Medica CAI, si dovrà disinfettare con accuratezza la cute evitando sostanze che colorino la pelle. In questo modo sarà più semplice constatare eventuali infezioni e rossori. A questo punto si dovrà segnare sul calendario il giorno in cui abbiamo rimosso la zecca e monitorare l’area nei successivi 30-40 giorni in caso dell’insorgenza di infezioni. In quel periodo prestate attenzione anche ad eventuali stati febbrili e dolori articolari che potrebbero essere il segnale d’infezione dovuta al parassita, a quel punto recarsi dal medico per un’eventuale terapia.
A questo punto non vi resta che attrezzarvi adeguatamente in modo da non trovarvi impreparati in caso una zecca decida di soggiornare presso di voi 😉