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In Solitaria 2021 – Pioggia, pioggia e ancora pioggia

Calabria e Basilicata, in bilico tra due mari

Cecilia Mariani Scritto il
da Cecilia Mariani

Che fine ha fatto il nostro Elia? Eccolo alle prese con la punta dello stivale, tra Calabria e Basilicata, e con tanti chilometri di asfalto. Due settimane fa, l’11 aprile, l’avevamo lasciato alle porte dell’Aspromonte. Vediamo dov’è arrivato.

Settimana 10

“Inizio a camminare lungo una infinita strada di campagna che si trova immersa tra distese di piante da vivaio e alberi abbattuti e tagliati per la legna. Ho caldo, cammino lungo questo itinerario lentamente, come se non avessi energie e con la sensazione di esser fuori posto, come se non appartenessi a certi scenari in cui la mano dell’uomo prende il sopravvento sull’ambiente circostante mutando completamente la sua natura. Finalmente verso l’ora di pranzo inizio a camminare all’interno di stupende faggete alternate a graziose peccete, una divertente alternanza di colori e fondi differenti sui quali è molto divertente camminare. Ritrovo i miei spazi, ritrovo me stesso e con essi le energie si moltiplicano.”

Strade infinite in Calabria
Strade infinite in Calabria

Elia si lascia così alle spalle le Serre Calabresi e si avvicina alla Sila. “Il paesaggio inizia a mutare, da terreni metamorfici con prevalenza di granito delle Serre Calabresi si passa a terreni calcarei che contraddistinguono la Sila. Adoro il calcare, mi ricordano le mie amate Grigne, e tra lame affilate e ciuffi d’erba cammino lunga una stupenda cresta che in discesa dalla cima del Monte Tiriolo mi conduce verso San Pietro Apostolo.”

Mercoledì 14 aprile Elia entra finalmente nel territorio del Parco della Sila “La giornata è grigia, le nuvole sono basse e la nebbia avvolge tutto quello che ho attorno. Mi ritrovo così a camminare in una stupenda pineta, nella completa solitudine, con la nebbia che gioca tra gli alberi creando scenari davvero suggestivi. Mi sento bene, sento di essere al mio posto. Per due ore cammino sospeso come la nebbia tra gli alberi, mi perdo tra di essi senza timore, lascio che l’istinto mi guidi e cammino nella più totale serenità. Raggiungo così senza accorgermene la casettina della forestale, per oggi la tappa è finita, piazzo la tenda e da domani si entra nel cuore della Sila.”

Faggeta nella nebbia
Faggeta nella nebbia


Elia comincia a camminare tra le pinete della parte più selvaggia del parco, senza vedere traccia dell’uomo per una giornata intera, fino a raggiungere il paesino di Roseto Capo Spulico e poi Lago Arvo a Lorica.

Il giorno successivo Elia parte in direzione del Monte Botte Donato sotto la neve: sembra non voglia proprio smettere. “Il paesaggio è davvero invernale, e nonostante stia salendo dal lato meridionale, dai 1600 metri trovo davvero molta neve caduta nei mesi precedenti. Per fortuna le temperature rigide hanno reso il manto compatto e riesco ad avanzare senza troppi problemi. Raggiungo la vetta del Monte Botte (m. 1900) e inizio la discesa sul versante settentrionale con quasi due metri di neve dura sotto i miei piedi, chi l’avrebbe mai detto di trovar tutto questo oro bianco ad aprile in Calabria?!

Ancora tanta neve
Ancora tanta neve

Da qui comincia un lungo tratto di asfalto per raggiungere la Catena Costiera della Sila. Elia deve attraversare la Vallata dei Crati, area stretta e pianeggiante della Calabria settentrionale fortemente antropizzata che si estende longitudinalmente per circa 35 km in linea d’aria da Cosenza sino al territorio comunale di Tarsia. In questa tratta non esiste un sentiero, infatti il CAI prevede, per chi voglia percorrere il Sentiero Italia, di utilizzare il trenino a scartamento ridotto per raggiungere Cosenza. “Non ho voglia di utilizzare dei mezzi di trasporto per il mio viaggio e così decido di percorrere questa tratta su asfalto.”

Settimana 11

“Il brutto tempo mi perseguita, speravo di potere percorrere la Catena Costiera e il Parco del Pollino baciato dal sole, con quel caldo primaverile che ti scalda le ossa dopo un lungo inverno, con i profumi frizzanti degli alberi in fiore e l’esplosione di colori che solitamente questa stagione ci regala. Mi ritrovo invece tra grandine, neve, pioggia e nebbia. Muoversi in queste condizioni non è semplice, il materiale che non asciuga mai, avere sempre quella sensazione di esser umidi e con la preoccupazione costante di mantenere il più possibile le cose asciutte senza danneggiare nulla. L’umore un poco ne risente, ma ogni volta si risolleva grazie alle emozioni che provo guardando ed ammirando le bellezze che mi circondano.”

La pioggia non accenna a smettere
La pioggia non accenna a smettere

L’undicesima settimana di cammino comincia così, ancora una volta sotto la pioggia. Elia cammina lungo i sentieri della Catena Costiera, e grazie all’ospitalità locale riesce a passare la notte al caldo. La pioggia non accenna a fermarsi, e la nebbia avvolge ogni cosa. Lasciata alle spalle la Catena Costiera, Elia si addentra nel Parco Nazionale del Pollino, a cavallo tra Basilicata e Calabria “L’intera zona del Pollino è formata da due principali massicci: il Massiccio del Pollino e dell’Orsomarso con vette che arrivano fino a 2.200 m.s.l.m. Il territorio del parco è composto da rocce dolomitiche, bastioni calcarei, dirupi, gole, grotte carsiche, timpe di origine vulcanica, pianori, prati, pascoli ad alta quota, accumuli morenici e massi erratici che fanno di questo luogo un posto davvero unico, tanto da essere dichiarato, nel 2015, patrimonio naturale dell’UNESCO. Mi ritrovo così a camminare tutto il giorno su stupendi single track lungo i quali ritorno ad assaporare la vera montagna che tanto mi è mancata in questi ultimi giorni.”

Ed è qui, dopo quasi 2000 chilometri a piedi, che Elia deve abbandonare i suoi amati scarponi. “Sperando nella primavera e in temperature più miti ho scelto di utilizzare delle scarpe basse, spero che siano di buon auspicio per le prossime settimane e di andare in contro finalmente al caldo.”

Dopo 2000 km è giunto il momento di abbandonare i vecchi scarponi
Dopo 2000 km è giunto il momento di abbandonare i vecchi scarponi

E finalmente il 25 aprile la pioggia si ferma e lascia spazio a un po’ di sole. Elia raggiunge la vetta del Monte Papa, cima più alta del Massiccio del Sirino, ancora innevata, e da qui può osservare “la Catena Costiera appena attraversata, il Parco del Pollino, il Mar Jonio e il Mar Tirreno: che spettacolo! Poi perdo quota fino ad arrivare al Santuario del Sirino, dove piazzo la tenda e mi godo in serenità il bel tramonto all’orizzonte. Finalmente una giornata tranquilla senza pioggia.”

Finalmente torna il sole
Finalmente torna il sole



Ed è qui che salutiamo Elia, dopo l’undicesima settimana di cammino. Lo ritroveremo come al solito tra due settimane, sempre sul Sentiero Italia.

Per seguire Elia: Eliaorigoni.com

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