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Scopriamo il nuovo ARVA EVO BT con Hugo Stalder

Un dispositivo che ha tutto ciò che serve senza funzioni superflue e inutilizzate dalla maggior parte degli utenti

Scritto il
da Luca Tessore

Di dispositivi ARTVA in commercio ce ne sono davvero tanti, ognuno con caratteristiche e prestazioni differenti ma il nuovo EVO BT di ARVA potrebbe essere il dispositivo per ricerca in valanga che stavi cercando. Per scoprire qualche cosa in più abbiamo voluto fare una chiacchierata con Hugo Stalder, product management dell’azienda ARVA.

ARVA EVO BT CONTROLLO TRA PARTNER
Ph Mathurin Vauthier

Intervista a Hugo Stalder

Ciao Hugo, per prima cosa a chi consiglieresti il nuovo EVO BT?

In realtà il target di utenti è piuttosto ampio, dal principiante al maestro di sci, può essere utilizzato da molte persone. È l’equivalente dello sci all mountain che conoscete, abbastanza facile da essere compreso e utilizzato da un principiante ma con caratteristiche e prestazioni sufficienti a soddisfare i più esperti.

Quali vantaggi ha rispetto agli altri ARTVA della stessa categoria?

I principali vantaggi sono:

-il prodotto con il miglior rapporto qualità-prezzo sul mercato

-L’ergonomia: super piacevole e facile da maneggiare.

-Le prestazioni e le caratteristiche: ha tutto ciò che serve e niente che non serva. Nessuna funzione complicata che nessuno usa, solo ciò che serve quando serve di più. 60 m di larghezza della striscia di ricerca, connessione bluetooth per l’aggiornamento del software, autodiagnosi, formazione di esperti, etc.

ARVA EVO BT
ARVA EVO BT
Quali tecnologie sono state incluse per facilitare il soccorritore?

Una nuova tecnologia sviluppata su NEO BT PRO e ora disponibile su EVO BT è l’AGC (Automatic Gain Control). Si tratta di un nuovo modo di elaborare il segnale, che permette al segnalatore di bilanciare meglio i segnali forti e quelli deboli durante la ricerca. Rende il segnalatore più affidabile e più veloce in uno scenario con più vittime.

Si parla spesso di rallentamenti durante la ricerca con l’ARTVA causati dalle interferenze di dispositivi elettronici. Ho letto che il nuovo EVO BT cerca di gestire e mitigare questi effetti per una miglior ricerca. Come funziona?

In generale, si dovrebbe evitare di portare con sé dispositivi elettronici durante la ricerca, come orologi, zaini airbag elettronici, luci frontali, telefoni, guanti riscaldanti, ecc. Metteteli almeno a 50 cm di distanza dal vostro segnalatore o spegneteli.  Perché? Perché i dispositivi elettronici possono generare due tipi di perturbazione: un rumore di fondo o un segnale fantasma.

Il rumore di fondo nasconderà il segnale del segnalatore. Per rilevare il segnale del segnalatore è necessario essere molto più vicini di quanto si sarebbe potuto essere. Il secondo problema è il segnale fantasma, che significa che i dispositivi elettronici potrebbero emettere un segnale molto simile a quello a 457 kHz. Il vostro ARTVA potrebbe visualizzare una vittima che non esiste.

Per far fronte a questo problema, i segnalatori ARVA ridurranno l’ampiezza della striscia di ricerca in caso di interferenze elettroniche. La sensibilità sarà ridotta, consentendo al segnalatore di identificare meglio la presenza o meno di un segnale. Per quanto riguarda il segnale fantasma, è una questione di algoritmo interno per smistare i diversi segnali ricevuti.

ARVA EVO BT
Ph Mathurin Vauthier
Mi piace la possibilità di aggiornare il dispositivo in modo indipendente. Quanto è importante per la nostra sicurezza?

Come costruttore, potremmo avere qualche miglioramento da aggiungere ai nostri beacon. Con il bluetooth possiamo inviare queste versioni software e invitare l’utente finale a farlo da solo grazie all’applicazione per smartphone. Di recente abbiamo rilasciato un aggiornamento del software per il NEO BT PRO, che consente al segnalatore di avviarsi in 8 secondi invece che in 20 secondi. Abbiamo aggiunto anche una melodia all’accensione e allo spegnimento per aiutare la comprensione del ricetrasmettitore. Potrebbe trattarsi di aggiornamenti di sicurezza, ma fortunatamente non abbiamo mai dovuto farlo.

Per quanto riguarda la manutenzione, quando bisogna farla e in cosa consiste?
Freerider in salita
Ph Mathurin Vauthier

Raccomandiamo di effettuare una manutenzione presso la nostra sede centrale ogni 3 anni, o ogni anno se si fa un uso intensivo (come il noleggio o le pattuglie di sci). Durante questo test controlliamo che tutto funzioni bene, il consumo di energia, la frequenza, la potenza irradiata, ecc. Si tratta di un’apparecchiatura di sicurezza, non di un telecomando per la TV, quindi dobbiamo controllare tutto a fondo.

Avere il kit ARTVA, Pala e Sonda è il primo passo ma non è sufficiente…

Invito tutti gli utenti ad esercitarsi più volte durante la stagione per essere pronti in caso di incidente. Il livello di stress sarà così alto che solo la perfetta conoscenza del vostro kit APS vi aiuterà a gestire la situazione. Per questo vi invitiamo a scaricare l’app ARVA e a verificare le vostre conoscenze e ad allenarvi sul terreno grazie ai nostri scenari di valanga. Questi contenuti sono stati creati in collaborazione con l’ANENA, l’ente valanghe francese.

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