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Aurélien e Agathe: neve, uova e adrenalina…la ricetta per vivere l’inverno a La Grave!

Rinunciare ai comfort di tutti i giorni per una vita ricca di soddisfazioni; la scelta di una giovane coppia di abitare in un villaggio isolato facendo freeride e allevando galline, ecco i protagonisti di "Meaningless Pursuit of Snow” il nuovo docufilm di Patagonia

Scritto il
da Luca Tessore

A poco più di una settimana dal lancio del nuovo documentario di Patagonia “Meaningless Pursuit of Snow” (“Insensata ricerca della neve”), abbiamo voluto conoscere uno dei 5 protagonisti, Aurélien Routens, snowboarder professionista, che insieme alla sua compagna Agathe Margheriti, ha acquistato un villaggio isolato e vecchio di 400 anni, sopra la città di La Grave, in Francia, per restaurarlo con materiali di recupero e poter vivere e fare freeride nel cuore di alcune fra le montagne più belle d’Europa.

Intervista

Ciao Aurélien e Agathe, è arrivata la neve dalle vostre parti? Siete già usciti per qualche gita?

“Ahimè, non ancora! Eravamo in ritardo con i preparativi per l’inverno, ma ora abbiamo finito. Ci rimane ancora qualche lavoretto oltre ai pulcini da badare, nel frattempo, purtroppo, dopo la neve è arrivata anche la pioggia, rovinando tutta quella bella neve polverosa.”

Aurelien, originario di Grenoble, conosciuta come la “capitale delle Alpi”, fin da piccolo ammirava la vasta catena alpina che aveva davanti.

“Ogni volta che guardavo fuori dalla finestra volevo essere lassù…e appena avevo un momento andavo a cavalcare e a godermi le montagne circostanti.”

Nel documentario “Meaningless Pursuit of Snow” sciate in luoghi magnifici: come gestite le vostre uscite tu e Agathe? Avete qualche consiglio da dare ai giovani che si avvicinano a questo sport?

“Prendetevi il vostro tempo: è così che abbiamo fatto per 10 anni. Spesso siamo tornati indietro e abbiamo aspettato che le condizioni fossero più favorevoli, più stabili.”

Aurelien e Agathe a La Grave Francia
Aurélien e Agathe durante i lavori nel loro villaggio a La Grave (FR)_PHOTO CREDIT: © Garrett Grove
Vivete in un posto unico, cosa vi ha spinto a fare questa scelta?

“Volevamo trovare un posto isolato dove poter avere la nostra piccola fattoria e, dato che amiamo molto questa regione, è stata una scelta ovvia per noi.”

Agathe racconta che fin da bambina lei e la sua famiglia trascorrevano le vacanze sulla neve a La Grave, quando poi suo fratello decise di trasferirsi proprio in questa località, le occasioni per andarlo a trovare non mancavano e, visita dopo visita, La Grave conquistò anche Agathe, attratta dalla qualità della vita che si può ancora trovare lì.

Agathe definisce la loro vita come un lusso e probabilmente sono molti, guardando il documentario “Meaningless Pursuit of Snow” a invidiarli;

Vivere così isolati deve pur avere dei lati negativi…o non ci sono?

“La difficoltà è ovviamente l’accesso. Abbiamo un cingolato che può trasportare fino a 200 kg, ed ogni estate portiamo al villaggio circa 25-30 tonnellate, di viveri per noi e per le nostre galline, oltre ad altri beni di consumo. Invece, in inverno non possiamo usarlo, quindi i nostri zaini sono spesso piuttosto pieni.”

So che pagate le bollette vendendo le uova delle vostre 200 galline. Questo lo trovo fantastico, siete slegati dal sistema, un ritorno ad una vita più semplice e piena. Avete in mente altri progetti simili?

“Purtroppo le uova non bastano per pagare tutte le bollette…abbiamo molti altri progetti: orticoltura, frutti di bosco, marmellate, e vogliamo accogliere le persone qui e condividere con loro un po’ della vita in montagna attraverso l’agriturismo.”

A quali comfort avete rinunciato?

“Solo alle comodità quotidiane, ma è il prezzo da pagare per vivere qui.”

 

Aurelien e Agathe a La Grave mentre costruiscono una recinzione
Aurelien e Agathe alle prese con la recinzione per le loro galline ovaiole_PHOTO CREDIT: © Garrett Grove

Ho saputo del progetto della funivia sul ghiacciaio del Girose, ai piedi del Meije, in località La Grave. Questo accanimento nei confronti della montagna con progetti simili è una consuetudine diffusa su tutto l’arco alpino e, nonostante siano sotto gli occhi di tutti, molti preferiscono nascondere la testa nella sabbia. Voi siete saliti sul ghiacciaio e vi siete schierati per proteggere questo angolo di montagna.

Volete lanciare un messaggio ai nostri lettori affinché diventino anche loro custodi del loro angolo di mondo?

“Vorrei solo dire che bisogna lottare per ciò che si ritiene giusto. A volte è difficile perché le pressioni e le critiche non sono facili da sopportare quotidianamente, ma se si è convinti di ciò per cui si lotta si ottengono anche molte soddisfazioni, anche se le varie battaglie per il rispetto della natura e degli esseri viventi, sia umani che animali, sono tutt’altro che vinte!”

Meaningless Pursuit of Snow
PHOTO CREDIT: © Garrett Grove
Un’ultima domanda prima di salutarci, in un mondo che sta facendo della sostenibilità una coccarda da esibire prima ancora di essere vinta, come possiamo noi sci-alpinisti migliorare il rapporto con la natura durante le nostre uscite?

“Ci sono molte cose che possiamo fare, come ad esempio rinnovare meno spesso l’attrezzatura, ripararla invece di buttarla via, condividere l’auto e dare la priorità al touring piuttosto che al resorts.”

A La Grave, Aurelien e Agatha stanno vivendo una vita a stretto contatto con la natura, come loro sparsi per il mondo ci sono sci alpinisti e snowboarder che pur rinunciando a qualche comfort riescono a vivere una vita che per molti di noi è un sogno, ma per chi decide di buttarsi è realtà!


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