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Borse da bici a basso impatto ambientale? Con Nordcruz si può

Borse da bici nate per riportare la manifattura in Italia e per costruire un futuro a impatto zero

Alice Dell'Omo Scritto il
da Alice Dell'Omo

Il tessuto di una borsa manubrio può aver fatto ben 20.000 km prima di finire applicata alla bicicletta. Se pensiamo che questa percorrenza equivale a circa un anno in automobile é facile intuire l’impatto ambientale che possiamo causare dalla sola scelta di acquisto” ci racconta Michele, uno dei soci fondatori di Nordcruz, nella lunga intervista che segue.

Nordcruz, nuovo brand e startup, si occupa di produrre e vendere borse da bici etiche e sostenibili davvero, perchè prodotte grazie a laboratori diffusi, confezionate riciclando gli imballaggi e recuperando le materie prime. 

La filosofia di lavoro del brand è originale e interessante. Condividiamo con voi questa bella e approfondita intervista a uno dei soci fondatori.

Intervista

Come nasce Nordcruz?

Nordcruz nasce nella primavera del 2020 a seguito del primo Lockdown. In previsione di un weekend lungo, Alessandro ed io (i soci fondatori di Nordcruz, ndr) stavamo organizzando un giro in bikepacking. Premetto: entrambi siamo cicloturisti di vecchia data. Alessandro aveva un negozio a Torino che era un punto di riferimento nel cicloturismo fino a qualche anno fa. Io ho addirittura basato la tesi di Laurea sul mercato del cicloturismo quasi 20 anni fa. Quindi per noi viaggiare in bici non era assolutamente una novità. Tuttavia volevamo sperimentare delle modalità nuove e in quella occasione ci siamo concentrati sul bikepacking, il quale ci permetteva di avere un approccio al viaggio più essenziale. Entrando in vari negozi ci siamo resi conto che per allestire le bici non c’era niente. E quando dico niente intendo davvero niente, perché moltissimi famosi brand producono in Asia, ed a causa del Lockdown non era arrivato niente nei negozi. Che il mondo della bicicletta avesse come epicentro l’Asia lo sapevamo benissimo, perché entrambi abbiamo biciclette di alta gamma “Made in Taiwan“, tuttavia non avevamo mai considerato di rimanere a piedi con gli accessori. Così Valeria, la mamma di Alessandro, riciclando un vecchio giubbotto in tessuto di qualità Cordura, ci ha realizzato le prime borse fatte a mano. Da qui é nata l’idea di realizzare una gamma di borse completamente Made In Italy. La prima borsa era davvero pessima, ma racchiudeva tutti i nostri valori”.

Borse Nordcruz
Qual è il vostro obiettivo?

“L’obiettivo di Nordcruz è riportare la manifattura in Italia. Ci rendiamo perfettamente conto che questa cosa può sembrare utopistica o comunque generalmente legata unicamente a prodotti che hanno a che fare con il lusso. Noi non pensiamo che sia così. L’Italia e più in generale l’Europa produce tessuti e componenti di altissima qualità per il mondo tessile. In alcuni casi ci sono brevetti e processi produttivi ben radicati in Europa. E’ normale quindi che i produttori di tessuti ad alte prestazioni non vogliano produrre in Cina, per un semplice discorso di tutela della proprietà intellettuale. Ecco quindi che i produttori cinesi, che in alcuni casi sono anche molto bravi nella manifattura, devono importare tessuto, lavorarlo e poi rivendere una borsa nel mercato italiano.

Ho calcolato che ad esempio il tessuto di una borsa manubrio può aver fatto ben 20.000 km prima di finire applicata alla bicicletta.

Se pensiamo che questa percorrenza equivale a circa un anno in automobile é facile intuire l’impatto ambientale che possiamo causare dalla sola scelta di acquisto.

Io personalmente non riesco a pensare che un ciclista non dia peso a queste cose. Persone che hanno deciso in alcuni casi di fare della bicicletta una filosofia di vita non possono, a fronte di dati oggettivi, rimanere insensibili. Quello di acquistare prodotti locali o che comunque hanno fatto un tragitto breve per finire nelle nostre case è ad oggi una scelta necessaria per ridurre le emissioni di inquinamento“.

Borse da bici Nordcruz
Come vengono realizzati i prodotti?

“Ti ringrazio per la domanda perché in tantissimi ci chiedono di venire a vedere la nostra “fabbrica” a Torino. Non c’è nessuna fabbrica! Con Nordcruz abbiamo fatto una serie di scelte che ad alcuni possono far sgranare gli occhi.

Noi usiamo il concetto di “fabbrica diffusa“.

In estrema sintesi forniamo del lavoro a realtà artigianali, quelle che magari sono state più colpite dalla crisi dovuta alla pandemia. Forniamo loro i tessuti, le cerniere, il filo e gli accessori e chiediamo di realizzare un prodotto che abbiamo in mente.

Di solito lasciamo sempre molto spazio alla creatività perché è una cosa su cui noi Italiani siamo veramente incredibili e che molto spesso ci hanno dato risultati sopra le aspettative.

In questo momento per esempio realizziamo prodotti diversi in sedi diverse: la parte di Bikepacking viene realizzata a Reggio Emilia mentre i prodotti personalizzati, specialmente per E-bike, vengono realizzati a Torino. Nella zona di Vicenza stiamo portando avanti un progetto legato a zaini da ciclismo. A Treviso invece stiamo portando avanti un progetto Top Secret“.

Photo by Patrick Hendry on Unsplash
Cosa c’è dietro alle borse Nordcruz?

Dietro ogni borsa Nordcruz c’è la storia di un’avventura, un ricordo, una emozione. I prodotti sono in evoluzione continua. Ci caratterizza molto il contatto costante con la nostra clientela: ci mandano foto delle borse, ci raccontano i loro viaggi e ci dicono come migliorare i prodotti. Stiamo creando una bella community. E poi c’è tanta ricerca e le borse devono evolvere con il mondo della mobilità.

Pensiamo ad esempio alle biciclette pieghevoli o ai monopattini che si trovano nelle città.

I nostri clienti per esempio prendono il treno per andare a lavoro e poi usano la bici pieghevole per raggiungere l’ufficio, vogliono borse facili da agganciare e sganciare senza usare orpelli (visto che spesso questi mezzi sono a noleggio). Noi siamo qui ad ascoltarli. Ed ecco quindi che prima nascono soluzioni personalizzate che dopo un lungo stress test diventano prodotti nel nostro catalogo. I clienti alla fine ci confermano la bontà delle soluzioni sviluppate. Siamo partiti lo scorso anno con appena 4 borse e quest’anno ci saranno altri 6 modelli di borse. Tutte rigorosamente Made in Italy”.

Photo by Brent Olson on Unsplash
Cosa significa etico e green applicato alla vostra catena produttiva?

“Come già anticipato, per noi etico significa riflettere sulle cose che facciamo e sulla conseguenza dei nostri comportamenti. Come “costruttori” di borse cerchiamo di applicare questi concetti nei nostri prodotti. Ad esempio, le borse Nordcruz sono solamente nere, non perché il tessuto sia disponibile solo in nero o perché noi siamo particolarmente affezionati a questo colore, ma il motivo è che usando unicamente il nero abbiamo una drastica riduzione degli scarti di lavorazione. Avere meno scarti significa inquinare meno e per noi questo é un punto fondamentale.

Ti racconto un altro aneddoto divertente. Tempo fa siamo stati contattati da un Blogger per chiederci se volevamo farli testare le borse. Ci ha proposto una scaletta di attività tra le quali l’unboxing. Io sinceramente mi sono messo a sorridere perché di solito noi le borse le spediamo nelle scatole dei biscotti che recuperiamo nel supermercato vicino a casa. Siamo assolutamente consapevoli che sarebbe bello avere una bellissima scatola ma bisogna essere anche un minimo coerenti. E’ vero che L’Italia é regina in Europa per il riciclo degli imballaggi ma noi abbiamo deciso di usare la filosofia dell’ UPCYCLING per gli imballi, ossia riciclare dando una destinazione d’uso agli oggetti superiore da quella per cui sono stati concepiti. Ecco quindi che lo scatolone nato per trasportare biscotti del valore di qualche euro viene riutilizzato e trasportare borse per ciclismo. Crediamo fortemente che siano le piccole cose a portare grandi cambiamenti nel lungo periodo.

Inoltre noi vendiamo direttamente al cliente finale attraverso il nostro sito e questo per fare in modo che ci siano meno dispersioni possibili. Sembrerebbe che vogliano bypassare i rivenditori di accessori di ciclismo ma quello che vogliamo fare é esattamente il contrario.

Crediamo nelle piccole rivendite, quelle di paese o di quartiere, molto spesso soggiogate da un sistema distributivo che non é calato sulla loro realtà basato su acquisti di grosse forniture. Mi immagino ad esempio qualche ciclista “attempato” che magari non ha dimestichezza su Internet che grazie al suo amico rivenditore si procura le borse Nordcruz.

Credo che ci sia spazio per tutti se abbiamo la forza di immaginare che un sistema di commercio diverso é possibile”.

Photo by Marek Piwnicki on Unsplash

Nordcruz


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