Proprio come per gli altri sport, anche l’approccio all’arrampicata su cascate di ghiaccio, deve avvenire gradualmente seguendo degli step ben precisi.
L’arrampicata su ghiaccio è una disciplina affascinante e allo stesso tempo impegnativa. Richiede non solo una gran forza fisica, ma anche un’accurata conoscenza di tutte le possibili variabili ambientali e approfondite nozioni riguardo l’attrezzatura specifica da utilizzare. In questo articolo, esploreremo i dettagli di questa adrenalinica attività cercando di dare consigli pratici e una check list per chiunque voglia avventurarsi in questo mondo.
Tecnica di base
L’arrampicata su cascate di ghiaccio inizia con la conoscenza della tecnica di base chiamata “front pointing”, questo diventerà il vostro migliore amico che vi permetterà di muovervi agilmente in parete. Per prima cosa occorre puntare le punte frontali dei ramponi nel ghiaccio e successivamente le piccozze tecniche, una volta approcciati alla cascata è necessario trovare la posizione di equilibrio del corpo e terminare il movimento con lo spostamento del corpo. Equilibrio, agilità e coordinazione sono gli elementi chiave per superare le cascate di ghiaccio.
Inoltre, quando si scala bisogna prestare attenzione all’angolatura del tallone rispetto alla parete: i piedi devono essere perpendicolari alla cascata ghiacciata. Infine, prima di effettuare un movimento occorre spostare il peso del corpo sulla punta dei ramponi ancorati alla parete.
Il triangolo
Ogni serie di movimenti deve iniziare e finire con la posizione a triangolo. Dove i piedi formano la base e le braccia la punta, il punto centrale è il corpo dello scalatore, mantenuto stabile grazie all’ancoraggio sulle cascate di ghiaccio con ramponi e piccozze.
Attrezzatura indispensabile
Avere la giusta attrezzatura è indispensabile per un’arrampicata sicura e divertente, dalle piccozze alle corde con tecnologia Dry, dai ramponi agli scarponi. Di seguito tutto il materiale che vi servirà per muovere i primi passi sulle cascate di ghiaccio.
Piccozza e ramponi
Quando si pensa alla scalata su cascate di ghiaccio vengono in mente immediatamente due attrezzi: piccozze e ramponi.
Le piccozze tecniche da utilizzare in questo sport presentano la lama a “banana”, con un’impugnatura ergonomica e più corta rispetto alle altre, per una progressione precisa. La piccozza è formata da una testa o becca ed un manico dotato di puntale. Questo oggetto è fondamentale e sta alla base della piolet-traction cioè trazione-piccozza. Una tecnica di scalata che consiste nel puntare, una alla volta, le piccozze in parete e salire trazionando sulle becche fatte penetrare nel ghiaccio. Logicamente prima di fare leva occorre assicurarsi che siano state piantate in maniera corretta.
I ramponi sono un altro accessorio assolutamente da acquistare per scalare su ghiaccio. In commercio ne esistono di svariati tipi e materiali, per questo sport optate per quelli in acciaio, più resistenti di quelli in alluminio, con attacco rapido per agganciarli più facilmente agli scarponi.
Chiodi, rinvii e corda
Un po’ come per l’arrampicata su roccia, anche quella sulle cascate di ghiaccio, richiede l’uso di una corda, rinvii e viti o chiodi. Le viti da ghiaccio sono essenziali per assicurare la salita e devono adattarsi alle diverse durezze del ghiaccio. La vite viene avvitata manualmente nel ghiaccio e costituisce un ancoraggio dove inserire un rinvio e poi la corda. Solitamente vengono realizzate in diverse misure tra i 10 ed i 22 cm, la lunghezza “giusta” della vite da utilizzare varia a seconda dello spessore e qualità del ghiaccio. Se siete alle prime armi istintivamente potreste pensare che quelle più lunghe tengano di più, ma non è così. Infatti, una vite lunga inserita in ghiaccio debole tiene molto meno rispetto ad una corta in ghiaccio solido. Una buona soluzione è quella di avere principalmente viti da ghiaccio medie, intorno ai 16 cm.
I rinvii da ghiaccio sono dotati di una fettuccia in dyneema. Ad una estremità si trova un anello in metallo al cui interno presenta un occhiello in gomma che permette di muoversi attorno alla vite, mentre dall’altra c’è un moschettone dove far passare la corda.
Per quanto riguarda la corda da ghiaccio ha caratteristiche diverse rispetto a quelle per la scalata su roccia; è uno strumento di progressione, assicurazione e per manovre di soccorso. È fondamentale che la corda abbia un trattamento idrorepellente e che la lunghezza sia di almeno 50 m, da poter garantire così sia la giusta distanza tra i componenti della cordata, che una metratura adeguata a tutte le manovre di soccorso.
Altra attrezzatura
Altri materiali necessari sono: guanti waterproof e caldi per tenere una buona temperatura delle mani, imbrago, freno discensore, casco, scarponi da ghiaccio con apposito attacco per i ramponi, piumino molto caldo, intimo termico e zaino resistente all’acqua.
Il ghiaccio
Requisito fondamentale per praticare questa disciplina è la presenza di ghiaccio. Il ghiaccio è mutevole e richiede una valutazione attenta nella scelta dell’itinerario. Oltre alla qualità del ghiaccio occorre prestare massima attenzione anche al rischio di valanghe.
Per prima cosa si testa la qualità del ghiaccio, va studiata nel dettaglio la conformazione della parete e la temperatura esterna. Se fa troppo freddo il ghiaccio sarà duro e quando lo si colpirà con la piccozza tenderà a frantumarsi in mille pezzi, viceversa se fa troppo caldo sarà molle rischiando che la cascata crolli su se stessa.
Valutazione del grado
La difficoltà di una scalata viene data dalla pendenza, dalla conformazione della parete e dalla composizione del ghiaccio che può essere di vario tipo: fine, solido, compatto, ecc. I gradi vanno in crescendo dall’I al VII, dalle pareti più inclinate con ghiaccio buono a pareti strapiombanti e complesse.
I | passaggi a 50°- 60°. Necessita comunque esperienza nell’uso di piccozza e ramponi. Conoscenze di tecniche di assicurazione |
II | passaggi a 60°- 70°. Il ghiaccio offre sempre buone possibilità di assicurazione. |
III | passaggi a 70°- 80°, solitamente su buon ghiaccio. Tratti verticali di massimo 4/5 metri alternati a tratti appoggiati dove effettuare le soste. |
IV | passaggi a 75°- 85°, con tratti verticali fino a una decina di metri. Solitamente possibilità di buone soste |
V | Lunghezza che necessita una grande esperienza e tecnica, anche per la qualità del ghiaccio (meduse e cavolfiori). Lunghi tratti verticali anche di una ventina di metri |
VI | Un tiro molto impegnativo con tratti verticali di oltre 30 metri oppure con passaggi strapiombanti per collegare sequenze di stalattiti. Ghiaccio sovente fragile e delicato. Una cascata di grado 6 può anche risultare da una sequenza di più gradi 5 |
VII | Itinerario come il precedente, ma con ampiezza e continuità delle difficoltà ancor maggiori. Esistono solo poche salite di ghiaccio con questa valutazione. |
Come approcciarsi: corsi e sicurezza per le prime salite
L’arrampicata su ghiaccio è uno sport che richiede molta esperienza e conoscenza. Per muoversi in sicurezza, almeno all’inizio, è bene frequentare dei corsi con persone esperte. Si possono fare esperienze attraverso corsi di alpinismo su ghiaccio con i CAI, partecipare ad iniziative volte all’approccio con questa disciplina oppure affidarsi a guide alpine professioniste.
Cosa non scontata ma essenziale è abituarsi al freddo. Un buon allenamento al freddo può essere andare in bici con temperature rigide, correre sotto la pioggia o fare il bagno in acqua gelata. Questi sono solo degli esempi, non dovete prenderlo alla lettera (attenzione a non andare incontro ad ipotermia, ne abbiamo parlato QUI).
Per concludere l’arrampicata su cascate di ghiaccio è un’arte che richiede preparazione, attrezzatura specializzata e una conoscenza approfondita dell’ambiente. Attraverso la consapevolezza e la pratica sarete pronti ad affrontare le pareti con sicurezza e passione.