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Come scegliere la picca da alpinismo

Una descrizione delle varie tipologie di picche a partire dalla geometria per arrivare ai dettagli, e individuare così quella ideale per il tuo prossimo obbiettivo alpinistico

Scritto il
da Luca Tessore

L’evoluzione dei materiali e della tecnica degli stessi alpinisti ha dato vita a piccozze di forme e dimensioni diverse. Per avere un’idea chiara di quella che puo’ essere più adatta ai tuoi obbiettivi vedremo insieme le caratteristiche delle principali tipologie in commercio.

Come è fatta una piccozza

Tutte le piccozze hanno una testa, un manico e un puntale. Queste tre parti possono essere un monoblocco o modulari, cioè montate singolarmente con possibilità di cambiare i pezzi in relazione alle esigenze.

Piccozza da escursionismo su ghiacciaio (mod. Glacier Petzl)

La testa

Questa è solitamente formata da due parti: la “becca” e dalla parte opposta possiamo trovare o la “palettao il “martello”. Tutti questi elementi variano di caratteristiche per meglio adattarsi alla tipologia di terreno e progressione che dovrà affrontare l’alpinista. In generale la becca serve per “arpionare” il ghiaccio, la neve o la roccia, dovrà quindi avere una certa resistenza e mantenere la giusta affilatura durante il suo utilizzo. Per questo sono utilizzati materiali con caratteristiche altamente performanti, come il chromo-molibdeno, l’acciaio al carbonio e dove è richiesta una maggior leggerezza si utilizza l’alluminio o leghe leggere come il sandvik nanoflex.

La funzione della paletta, invece, è quella di intagliare i gradini nel ghiaccio o scavare punti di sosta nella neve, mentre il martello vi sarà utile in quei terreni dove è necessario piantare chiodi nella parete per proteggersi.

Particolare della testa di una piccozza (in foto mod. Corsa Alpine di CAMP Copyright archivio C.A.M.P. – www.camp.it)

Il manico

Punto focale della piccozza è proprio il manico. Questo un tempo era solamente un bastone dritto che impediva agli alpinisti, insieme alla mancanza di punte frontali sui ramponi, di affrontare le pareti verticali. Oggi, avrete notato che, pur essendo rimasta la classica piccozza a manico dritto, la maggior parte delle piccozze presentano un manico con una curvatura più o meno accentuata. Più la curvatura del manico è accentuata più è adatta ad un alpinismo tecnico fino ad arrivare alle cascate di ghiaccio o al dry tooling. Anche la lunghezza del manico è cambiata nel tempo, oggi troviamo picche che variano da un minimo di 50 cm fino a 1 metro. Le picche più tecniche tendono ad essere le più corte. Tuttavia, troviamo modelli di piccozze classiche in varie misure per soddisfare le varie esigenze dettate dall’altezza del singolo alpinista.

Curvature dei manici a confronto (a sinistra Glacier Petzl, in centro Summit EVO Petzl e a destra Quark Petzl)

 

Il puntale

È la parte finale del manico; il suo scopo è quello di agevolare la penetrazione della picca nella neve o nel ghiaccio. Come avrete intuito viene utilizzato nell’alpinismo classico, cioè in quei percorsi dove non c’è un’eccessiva verticalità. Le picche che nascono per la progressione in parete solitamente non hanno un puntale in quanto non servirebbe. Al posto troviamo un’impugnatura più strutturata che facilita l’utilizzo della piccozza su pareti verticali.

Ora proviamo ad unire i tre elementi che abbiamo appena descritto per fare un identikit delle tre tipologie di piccozze di cui potreste aver bisogno durante le vostre uscite.

Impugnatura ergonomica che agevola l’utilizzo prolungato in parete oltre al classico puntale che rende questa piccozza particolarmente versatile (piccozza per alpinismo tecnico X ALL mountain CAMP Copyright archivio C.A.M.P. – www.camp.it)

Piccozza da alpinismo classico (trekking su ghiacciaio)

Questa è adatta per la progressione lungo i percorsi classici su ghiacciaio, quindi per tutte quelle situazioni dove non si devono attraversare lunghi tratti ripidi o pareti. Perciò, in buona sostanza, la progressione consiste nel muoversi naturalmente come se stessimo facendo un trekking normale. La parte più utilizzata della piccozza sarà quindi il puntale, andando ad impugnare la piccozza  appoggiando il palmo della mano sulla testa. L’identikit di una picca per alpinismo classico è:

  • una testa con becca e paletta;
  • un manico dritto la cui lunghezza facilita la progressione il più possibile eretto con la schiena;
  • un puntale di materiale molto resistente all’usura in quanto sarà la parte più utilizzata della picca.

Piccozza da alpinismo classico (primi passi su pendenze sostenute)

Molti percorsi su ghiacciaio pur non rientrando nella categoria dei percorsi alpinistici tecnici prevedono tratti piuttosto ripidi. In questo caso la nostra picca dovrà essere adatta quel minimo per affrontare con maggior agilità la pendenza. L’accorgimento scovato dai costruttori è stato quello di curvare leggermente il manico in modo da facilitare quel che basta l’alpinista nella sua progressione e nello stesso tempo non compromettere in modo eccessivo il comfort d’utilizzo nei tratti meno ripidi.

Piccozze per alpinismo tecnico

Questo è un mondo molto tecnico, in tutti i sensi, ci limiteremo ad evidenziare alcune peculiarità che vi aiuteranno a comprendere meglio gli accorgimenti presi per queste tipologie di piccozze.

Partendo dalla testa, questa può continuare ad avere la paletta oppure avere il martello, che sarà utilizzato per piantare i chiodi in parete. Ma non è l’unico accorgimento, anche la stessa becca può assumere forme diverse, infatti, oltre al classico profilo questo può seguire una curvatura particolare detta a “banana”. Questo accorgimento facilita l’alpinista durante la fase di trazione, specialmente quando si trova in situazioni strapiombanti. Infatti, le picche tecniche per cascate di ghiaccio adottano questa soluzione. Infine, rimanendo sulla becca della piccozza, questa può presentare una dentellatura anche sulla parte superiore, specie in prossimità del manico. Questo accorgimento è adottato per le picche da dry tooling, per favorire un ancoraggio particolare che si adotta in determinate condizioni della parete.

Come abbiamo detto, più la picca è tecnica, più il manico sarà accentuato. Le piccozze per alpinismo tecnico sono tutte con manici curvi, più la picca ha il manico curvo più vuol dire che è adatta a pareti strapiombanti. Anche questo accorgimento è stato preso per permettere una miglior progressione in parete.

Per concludere, il puntale è presente fintanto che il manico non è eccessivamente curvo. Dal momento che i giochi si fanno estremamente duri e quindi il manico molto curvo, cessa anche lo scopo di avere un puntale preferendo una migliore ergonomicità dell’impugnatura per un movimento più sciolto e meno affaticante in fase di ascesa in parete.

Saper scegliere la piccozza giusta per ogni situazione è il primo passo per progredire nella tecnica e nel divertimento, spero di avervi dato qualche spunto per scegliere quella migliore per voi. Buon alpinismo a tutti!


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