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Tor des Géants: una gara da vere donne!

Scilla Tonetti ci parla del suo "viaggio" a piedi e di corsa lungo il percorso della gara più lunga delle Alpi

Letizia Scritto il
da Letizia Ortalli

Di recente abbiamo assistito alla presentazione del Tor Des Géants 2019, la gara più dura al mondo con i suoi 330km e 24mila metri di dislivello positivo da portare a termine in meno di una settimana, in Valle d’ Aosta al cospetto dei “giganti” Monte Rosa, Monte Bianco, Cervino e Gran Paradiso.

Siamo stati ospitati da Daniela Berta, direttrice del Museo Nazionale della Montagna del CAI Torino, e custode di un patrimonio di immagini e reperti che rappresentano la storia dell’alpinismo sulle alpi. Non poteva esserci luogo più azzeccato per presentare un evento di questo tipo.

Partecipiamo ad una piacevole serata dai toni colloquiali, le nostre relatrici sono Erica Noro (responsabile dei VolonTOR, i volontari del Tor), Anna Ferrino (CEO di Ferrino Spa e sponsor del Tor), Scilla Tonetti e Alice Modignani Fasoli ultrarunner del Ferrino Women team, il tutto condotto dal sapiente Ettore Pettinaroli, giornalista fortemente legato a questo evento.

Per il 2019 Tor Des Geants si svolgerà dal 6 al 15 settembre 2019 presentando quattro tracciati di gara. Dalla classica 330km, al Tor Des Glaciers da 450km, il Tot Dret da 130km e il Passage au Malatra da 30km.

Ci rendiamo subito conto che le quote rosa che gravitano attorno al Tor Des Géants sono la maggioranza, infatti i numeri parlano chiaro: quattro delle cinque persone che lavorano tutto l’anno nella sede di Aosta sono donne. E’ donna la coordinatrice dell’esercito dei 2.500 volonTOR e sono donne, moltissime delle rifugiste che accolgono i concorrenti in gara a qualunque ora del giorno e della notte. 

Non solo fanno parte del dietro le quinte di questo evento, ma anche nella partecipazione alla gara la percentuale delle atlete che completa il percorso è superiore a quella del totale dei partecipanti che finiscono il Tor. 

“Gli elementi determinanti per tagliare il traguardo sono costanza, pazienza, abnegazione e resistenza: doti femminili al 100 per cento” afferma Anna Ferrino.

Durante la serata abbiamo avuto modo di incontrare Scilla Tonetti, una tipa davvero tosta, che ai miei occhi da neofita, ha fatto sembrare l’ ultra trail running uno sport semplice, faticoso si, ma senza troppe pretese. Con lei abbiamo parlato di Tor e al solo pronunciare di questa parola, ho potuto ammirare un mix di emozioni in cui gli occhi iniziavano a brillare e le gambe a saltellare.

Ma che cosa è questa gara per suscitare così tanta emozione a così tanta distanza?

Sembra che più di una gara sia un viaggio, lungo 330km con 24mila metri di dislivello..avete letto bene 24MILA.

Vogliamo capire qualcosa di più da Scilla Tonetti, che il Tor Des Géants lo corre da diversi anni, con un paio di podi in tasca di cui un secondo posto alla passata edizione.

Che cosa spinge una persona a stare fuori per così tante ore a fare così tanta fatica?

“ Ho iniziato a correre nel 2011, inizialmente per gioco, poi ho provato a prepararmi per una mezza maratona, una maratona ed infine ho iniziato a correre in montagna, dove mi piace di più in assoluto. La curiosità mi ha portato a fare la pre iscrizione al mio primo Tor nel 2012 ed ho avuto la fortuna di essere subito sorteggiata. Era diventato il mio nuovo obiettivo. Non ero molto dentro in questo mondo e non conoscevo quasi nessuno, ma volevo provare. L’idea di passare una settimana in montagna per conto mio mi elettrizzava! Ed eccomi qui, sette anni dopo a correre ancora questa gara che mi ha fatto innamorare”.

Dopo mesi di preparazione arriva la fatidica partenza della gara..

“I primi anni avevo una paura folle, speravo di arrivare e senza troppi acciacchi, poi quasi subito è arrivato il primo podio e da lì l’agitazione è salita ancora di più, speravo di riuscire a fare sempre meglio.

Poi in realtà in una gara di questo tipo c’è più tempo per sbagliare e per riprendersi. Lo scorso anno ero talmente agitata che ancora prima del primo ristoro sono stata male, pensavo di non farcela, poi è passato tutto..ed è andata bene!”

Il viaggio del Tor, pensieri, allucinazioni e il passare del tempo, ti va di raccontarci un episodio che ti è capitato?

“Il tempo passa, inspiegabilmente ma passa, lo scorso anno sono stata fuori per 95h e 45min, dormendo poco meno di due ore. Le notti sono i momenti più lunghi in cui sei solo e la sola luce della frontale ti fa compagnia, vedi il sentiero e niente più, riesci a focalizzarti meglio. 

Le allucinazioni capitano spesso, una di quelle che ricordo più divertita è dello scorso anno salendo al Malatra vedevo proiettate sulla montagna immagini di calciatori, abbassavo la testa perché mi rendevo conto fosse una cosa poco plausibile, e poi la rialzavo e le immagini erano ancora li che giravano. Erano davvero realistiche!”  Ride..

Dopo giorni a correre su e giù per montagne, finalmente vedi l’arrivo…che succede?

“Quando sono in gara, arrivo ad un certo punto in cui inizio a sentire la stanchezza e non ho più voglia di passare le notti fuori. C’è sicuramente la voglia di arrivare. D’altro canto più si avvicina l’arrivo più sento il ritorno alla normalità, il pensiero del “dover tornare al lavoro”.

Sembrerà folle, ma per me questa è la mia settimana di “vacanza” quattro giorni in cui sono in montagna per me stessa, a godermi il mio tempo.

Quando il lunedì torno a lavorare allora realizzo che la mia settimana magica è davvero finita, viene “il mal di Tor”, credo sia una situazione abbastanza comune per chi l’ha corsa. E non vedo l’ora che sia di nuovo settembre per ripartire per il mio Tor Des Géants.”


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