Se stai leggendo questo articolo è perché, molto probabilmente, l’ultima discesa è stata più un “portiamo a casa le ginocchia” piuttosto che una sciata in fuoripista. Incontrare la temuta crosta non portante è l’incubo di ogni scialpinista e freerider, tuttavia esistono alcuni accorgimenti adatti per sciare sulla crosta a tutti i livelli, capaci di facilitare il rientro a casa. Vediamoli insieme a Gianluca Partel nostro tester e maestro di sci.
Intervista a Gianluca Partel, maestro di sci della scuola Moena 2010
Ad ogni neve la sua tecnica
Quando si parla di tecnica di sci ci si proietta subito in pista, dando per scontato che per sciare fuori dalle piste battute basterà fare un copia e incolla e il gioco è fatto. Tutto funziona più o meno bene fintanto che non ci si imbatte nella tentacolare crosta non portante. All’improvviso ogni tentativo di applicare le nostre conoscenze viene a meno e ci si arrende a discese degne dei migliori cine panettone.
“E’ una neve difficile da affrontare -sottolinea Gianluca-, gli sci tendono ad impuntarsi e si fa fatica a cambiare direzione, per questo è necessario adottare tecniche particolari per sciare su questo tipo di neve”.
Cos’ è la crosta
Il termine dice già molto, infatti, la neve crostosa non è altro che uno strato di neve che risulta molto duro rispetto agli altri strati.
La sua formazione dipende da un processo di compattamento e/o congelamento. Per esempio in seguito ad un ciclo di gelo/disgelo, oppure in seguito all’azione del vento. In relazione alle diverse variabili, il risultato è un ventaglio di nevi crostose diverse che mettono più o meno a dura prova ognuno di noi.
Partiamo dal giusto atteggiamento
L’essenza dello sci si assapora soprattutto fuori pista e, come ci fa notare Gianluca “questa neve permette allo sciatore di migliorare la sua capacità di adattamento e può essere una fonte d’ispirazione capace di migliorare l’agilità di sciata di ognuno di noi mettendo alla prova lo spirito d’improvvisazione.”
I 3 trucchi per sciare sulla crosta
Sciare leggeri
“Quando ci si trova su una neve crostosa – ci suggerisce Gianluca – si deve sciare leggeri evitando movimenti impulsivi, facendo attenzione a sentire bene il terreno sotto i piedi e percependo le variazioni della neve.” Il problema della crosta non portante è che ci si ritrova con gli sci in una sorta di binario dal quale è difficile uscirne. Quando si scia sulla crosta o quando si intuisce che la si può trovare è molto importante moderare la velocità perché non possiamo prevedere quanto possa peggiorare la neve.
Il passo di giro
“Quando sei in mezzo a neve crostosa si può utilizzare anche il passo di giro: una sorta di camminata continuando però a scivolare.” Vi sarà capitato di muovervi con questa tecnica in salita quando la traccia compie curve larghe. La coda dello sci esterno si apre, in successione si avvicina parallelamente lo sci interno, così via fino a quando non si è cambiata la direzione. Una tecnica che in salita è semplice, meno immediata in discesa, ma assolutamente da imparare per togliersi con disinvoltura su nevi crostose.
La tecnica più antica
“Quando ci si ritrova con i piedi bloccati e curvare risulta difficile, allora si può ricorrere ad uno dei metodi più antichi utilizzati dai primi sciatori: la raspa. Per rallentare si utilizzano i bastoncini premuti nella neve, vincolati in mezzo alle gambe o tenuti di lato, in modo da controllare la velocità prima di cambiare direzione.” Se dovrai utilizzare questa tecnica significa che curvare è molto faticoso, se non impossibile con i metodi classici. Con questa tecnica l’importante è avere pazienza cercando di fare traiettorie che non ti facciano prendere troppa velocità e goderti comunque la discesa.
Crosta e valanghe
Ultima considerazione da fare riguarda la sicurezza. Uno strato di neve crostosa può essere non soltanto un problema a livello di sciabilità, ma può evidenziare un potenziale pericolo valanghe. Infatti, la crosta è uno strato decisamente rigido il quale può essere causa di distacchi di valanghe a lastroni. In particolare, la crosta può agire in modo subdolo: in presenza di uno strato di crosta sepolto da una nuova nevicata, potremmo sciarci su fino a che questo non ceda all’improvviso innescando quindi una valanga. Per questo è importante conoscere, tramite il bollettino valanghe, non soltanto il grado di pericolo, ma anche le caratteristiche generali del manto nevoso così da farsi un’idea di cosa si ha sotto i piedi.
Il bello di muoversi in ambienti naturali risiede proprio nell’infinita variabilità alla quale possiamo andare incontro, neve inclusa. Saper gestire situazioni diverse e talvolta difficili non potrà che arricchire la vostra esperienza e farvi acquisire una maggiore sicurezza durante le vostre gite.
La crosta è soltanto uno dei tanti tipi di neve che uno sci alpinista può incontrare, se volete migliorare il vostro stile e ancora più importante aumentare il divertimento, il consiglio è quello di fare qualche uscita con i maestri di sci come Gianluca o con le guide alpine, rimarrete sorpresi da quanto ancora c’è da imparare sul mondo della neve e dello sci!