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Congelamenti: cosa sono e come evitarli

Cause, sintomi e soluzioni di un problema comune

Cecilia Mariani Scritto il
da Cecilia Mariani

La maggior parte di noi potrà pensare che i congelamenti possono succedere quando si scalano le grandi montagne, quando si va ad alta quota o su un ghiacciaio, ma non è così. Congelamenti e principi di congelamento possono capitare anche sulle Alpi, sia in estate che in inverno, se le condizioni lo permettono e non si ha l’attrezzatura adeguata. Questo articolo aiuterà a capire come evitare i congelamenti e quali sono i sintomi, come prevenirli e, nel peggiore dei casi, come curarli.

congelamenti
Foto di Mitya Er su Unsplash

Come evitare i congelamenti: cosa sono e cause

Il congelamento è un danno a livello dei tessuti provocato dall’esposizione più o meno protratta al freddo. È proprio in risposta al freddo che il nostro corpo costringe i vasi sanguigni delle estremità, deviando così il calore verso gli organi vitali, evitando la dispersione di calore e mantenendo il più possibile la temperatura corporea. Questo impedisce al sangue di circolare liberamente e di conseguenza riduce l’apporto di ossigeno e calore ai tessuti interessati. Questa condizione è la normale risposta del nostro corpo a condizioni di temperature estreme, ma se dura troppo a lungo i liquidi presenti nei tessuti si congelano formando cristalli di ghiaccio. Questo può provocare la distruzione dei tessuti cutanei e dei vasi sanguigni sottostanti. Se il flusso sanguigno non viene ripristinato e le cellule rimangono prive di ossigeno troppo a lungo, questo porterà finalmente alla morte dei tessuti. Il congelamento può essere superficiale, e quindi causare danni temporanei e limitati, oppure raggiungere un livello più profondo e causare danni più gravi e permanenti.

Foto di Jason Mavrommatis su Unsplash

Gradi di congelamento e sintomi

I congelamenti colpiscono prevalentemente le estremità del nostro corpo, e quindi mani, piedi, naso e orecchie. Possono essere di diverso grado. I congelamenti di primo grado, ad esempio, interessano solo la partes superficiale della pelle e causano un danno superficiale e non permanente. I sintomi sono formicolio, prurito e dolore alla parte interessata, la pelle diventa fredda e pallida e l’arto si intorpidisce. Questo grado di congelamento, generalmente, si risolve con calore e cure base.

I congelamenti di secondo grado si verificano quando un congelamento di primo grado continua ad essere esposto al freddo. Se questo accade, invece di coinvolgere solo la superficie della pelle i sintomi iniziano ad estendersi anche all’epidermide, la pelle si indurisce e prende una colorazione bianco-bluastra. Se riscaldata, la pelle diventa rossa e gonfia e possono presentarsi vesciche. È indispensabile l’intervento medico per assicurarsi che non ci siano danni permanenti.

Da ultimo, un congelamento di terzo e quarto grado coinvolge i tessuti profondi del nostro corpo (muscoli, tendini, nervi, vasi sanguigni). La funzionalità dell’area coinvolta è compromessa, la pelle diventa nera-violacea e i danni alle terminazioni nervose possono provocare perdita permanente della sensibilità. In casi gravi è necessario ricorrere all’amputazione.

In tutti i casi sopra elencati i sintomi principali sono bruciore, prurito, dolore, intorpidimento, formicolio, perdita della sensibilità, vesciche, necrosi del tessuto, a seconda della gravità del congelamento (che dipende dalla durata dell’esposizione). Il recupero completo è possibile in casi lievi e con immediato intervento medico.

Foto di Will Swann su Unsplash

Come evitare i congelamenti e cosa fare in caso di congelamenti

Un modo per evitare di essere colpiti da congelamenti è vestirsi correttamente per poter mantenere tutto il corpo al caldo (utile, ad esempio, vestirsi a strati), proteggersi dal vento e dalle precipitazioni e bere e mangiare regolarmente per tutto il tempo di durata dell’uscita. Nonostante ciò, a volte, le cose non vanno come vorremmo ed è quindi importante sapere come comportarsi.

In caso di congelamenti, è importante riscaldare la persona colpita con quello che si ha a disposizione, ad esempio coperte, vestiti asciutti, un telo termico o un group shelter oppure un sacco a pelo, a seconda di quello che si ha a disposizione. È importante, inoltre, togliere i vestiti bagnati e sostituirli con capi asciutti per evitare ulteriori perdite di calore. Non utilizzare mai fonti di calore dirette in quanto possono causare ustioni.

La persona colpita va evacuata ed è necessario consultare un medico.

Foto di Anna Claire Schellenberg su Unsplash

Fattore windchill

Non potrei concludere un articolo sui congelamenti senza almeno accennare al fattore windchill. Il windchill si riferisce alla differenza fra la temperatura dell’aria misurata e la temperatura percepita dal corpo, solo in relazione alle temperature basse e in funzione alla forza del vento. Più forte è il vento, più percepiremo una temperatura bassa, inferiore a quella misurata. Quando la temperatura esterna è inferiore rispetto a quella del nostro corpo, infatti, quest’ultimo tenderà a perdere calore. E dunque, più forte è il vento e più grande sarà questa tendenza.

Il fattore windchill viene determinato da diversi elementi, tra cui fattori meteorologici (l’umidità dell’aria, la velocità del vento e le condizioni d’irraggiamento) e fattori non meteorologici (la percezione individuale del caldo e del freddo, l’abbigliamento, l’attività fisica svolta e la capacità del corpo di produrre calore o meno). Ad esempio, si percepisce una temperatura più alta in presenza diretta del sole o se c’è un’alta percentuale di umidità, oppure una temperatura più bassa se c’è vento forte.

Non mi dilungherò sull’argomento e non entrerò nel dettaglio ma volevo semplicemente portare l’attenzione su di un fattore spesso poco conosciuto e che potrebbe far la differenza al momento della pianificazione o meno della nostra uscita in montagna.

Foto di Les Anderson su Unsplash

Ecco spiegato in parole povere come evitare i congelamenti, da cosa sono causati e come, e cosa fare nel caso ci trovassimo a doverli gestire. Per informazioni più dettagliate consiglio di consultare un medico, per poter essere preparati e poter organizzare al meglio le nostre escursioni.

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