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Maestri di sci lombardi: la Regione rompe gli indugi

Convocate d'ufficio dalla Regione le nuove elezioni del Collegio, l'8 ottobre a Milano

alfredo tradati Scritto il
da Alfredo Tradati

Il palazzo sede della Regione Lombardia a Milano Fasi di voto concitate all'Aprica il 14 novembre 2015 Il presidente Ghislandi controlla le operazioni di voto Assalto alle urne durante le votazioni del 14 novembre 2015

Solo ieri chiedevano da queste pagine di sapere quando e dove si sarebbe votato per eleggere il nuovo direttivo del Collegio dei maestri di sci lombardi e la risposta non si è fatta attendere.

Con un’azione del tutto inusuale e inaspettata, la Regione Lombardia ha preso in mano la situazione e, in virtù delle sue prerogative di controllo e vigilanza sul Collegio, ha deciso d’ufficio, di fatto scavalcando il tentennante presidente “in prorogatio” Aldo Ghislandi, di fissare la data delle nuove elezioni all’8 ottobre, con sede in Milano, nella sala Marco Biagi di Palazzo Lombardia, in via Melchiorre Gioia.

Le motivazioni sono espresse in modo chiaro, inequivocabile, dall’assessore Antonio Rossi in un post sulla propria pagina facebook, nella serata del 7 luglio. Nel testo si auspica che la scelta di una sede neutra e di grande prestigio favorisca lo svolgersi di una tornata elettorale corretta, trasparente, nel pieno rispetto dei basilari criteri democratici, diversamente da quanto è accaduto il 14 novembre 2015.

La soddisfazione dei molti maestri di sci che fin dall’indomani dell’episodio dell’Aprica si sono impegnati nel tentativo di rinnovare l’ambiente e riprogettare la professione, è evidente. La decisione della Regione è già una vittoria che premia i colleghi che hanno avuto il coraggio di esporsi e rivolgersi al Tar per ottenere, così come di fatto è avvenuto, l’annullamento delle precedenti irregolari elezioni.

Adesso comincia il lavoro duro, la campagna elettorale per far prevalere un nuovo modello di gestione, fondato sull’onestà, la trasparenza, il perseguire in via esclusiva gli interessi veri dei maestri.

L’appello è rivolto a tutti gli iscritti al Collegio affinché decidano prima di tutto di andare a votare, di non disinteressarsi. Scelgano poi i candidati che desiderano, ma liberi da imposizioni, ricatti, promesse. In gioco c’è la reputazione dell’intera categoria e questa volta, ad osservare ciò che succede, ci saranno occhi più attenti e numerosi.

Antonio Rossi definisce i maestri lombardi “una risorsa inestimabile per il nostro territorio“, sta a noi dimostrare di esserlo veramente.

 


6/7/2016. Maestri di sci lombardi: quando e dove si vota?

I maestri di sci lombardi, dopo le irregolarità dell’assemblea elettiva di novembre 2015 e il successivo annullamento da parte del Tar di Brescia a febbraio 2016, vivono ancora nell’incertezza circa la data di convocazione delle nuove elezioni. Lo stesso dicasi per il luogo, una sede appropriata per ubicazione e dimensioni, onde evitare le problematiche logistiche riscontrate all’Aprica, che ancora non si conosce.

I tempo stringe, l’estate passa in fretta e a settembre i maestri di sci già pensano alla nuova stagione, mentre quest’anno dovranno fare i conti con un appuntamento elettorale “imprevisto” che, dopo i fatti accaduti, riveste un’importanza ancor maggiore. In gioco c’è la credibilità dell’ambiente, la professionalità della categoria, direi anche l’onore di ogni singolo maestro lombardo.

Spesso accade che gli istituti di democrazia, come le elezioni, vengano presi come una noiosa routine, un “fastidio” necessario che va affrontato e archiviato velocemente, senza pensarci troppo, tanto non fa differenza. E in effetti è quello che è accaduto lo scorso anno e gli anni precedenti, con il risultato di un generico disinteresse per il Collegio stesso e le sue funzioni. Disinteresse che genera disinformazione, generalizzazioni, sterili schieramenti di parte.

Fortunatamente il panorama non è del tutto piatto. La novità che sta emergendo nell’ambiente è l’aggregarsi di un nutrito gruppo di maestri interessati al cambiamento e al rispetto delle regole. Un movimento trasversale fatto di professionisti da ogni parte della regione, scuole di sci e liberi professionisti, che vogliono invertire la rotta e dare un taglio alla malagestione del passato.

I temi in dibattito sono molti e importanti. Si va dalla gestione vera e propria dell’istituto del Collegio, nel rispetto delle sue competenze e funzioni, con trasparenza e onestà, all’aggiornamento periodico dei maestri, alla formazione dei nuovi professionisti, alla tutela della professione nei confronti dell’abusivismo, interno e dall’estero. Su queste pagine trattiamo e tratteremo ogni soggetto, pensando già a quello che il nuovo direttivo che emergerà dalle elezioni autunnali dovrà affrontare per rimettere in rotta quella che oggi è solo una barca alla deriva.

Ma prima dei grandi temi ci sono da risolvere due questioni pratiche, ma di grande rilevanza: data e luogo dell’assemblea elettorale. Riguardo ai modi di svolgimento, augurandoci di mai più assistere ad uno spettacolo vergognoso come quello del 14 novembre scorso, rimandiamo alle precise direttive scritte nelle motivazioni con le quali il Tar di Brescia ha accolto i due esposti che chiedevano l’annullamento. La Regione Lombardia, dal canto suo, speriamo vorrà esercitare, nei limiti di competenza, il suo ruolo di controllo.

Torniamo a quando e dove. La data, in base alle voci di corridoio, potrebbe essere identificata entro la metà di ottobre e il luogo in Bergamo. Come maestro di sci iscritto al Collegio, e perciò votante, e come giornalista osservatore dell’evolversi dei fatti, ritengo che si sia andati ormai troppo in la con le tempistiche. Da febbraio sono passati quasi cinque mesi, e a ottobre saranno otto. Davvero un ritardo imperdonabile da parte del presidente “in prorogatio” che, in fondo, aveva questo impegno come somma priorità da assolvere.

Riguardo al luogo, la scelta è delicata. Nelle elezioni fin qui svolte si è sempre cercato di andare incontro a quel gruppo di elettori o a quell’altro, cercando così di favorire i gruppi di potere più rilevanti, poco inclini allo spostamento. Oggi lo scenario è diverso. Si tratta, come dicevo in apertura, di ridare dignità alla categoria, di ritrovare l’orgoglio di essere maestri rispettati, stimati, punto di riferimento. Esiste a mio avviso una sola sede degna di tutto questo: la sede delle Regione Lombardia a Milano. Il palazzo di via Melchiorre Gioia è un simbolo e la città, Milano, è il vero cuore economico e politico della nazione. Votare qui significherebbe diffondere un messaggio chiaro e forte di cambiamento, di rinnovamento e professionalità non solo al nostro interno, ma anche al di fuori, ai genitori, alle famiglie, a tutti coloro che ricercano i servizi delle scuole di sci e dei maestri.

L’invito è rivolto a tutti i maestri: diteci cosa ne pensate a questo indirizzo: maestri_lombardi@outdoortest.it

 


15/11/2015. Elezioni del Collegio Maestri di Sci Lombardia

Assemblea irregolare all’Aprica il 14 novembre 2015

Da sabato 14 novembre, mi sento meno orgoglioso di far parte della categoria dei maestri di sci lombardi. Quello che ho visto accadere nella sala congressi dell’Aprica mi ha dapprima sorpreso, poi indignato profondamente come cittadino, prima ancora che maestro di sci.

Durante entrambe le assemblee, ordinaria prima, elettiva poi, la platea dei 700 maestri convenuti (per la gran parte ignara e disattenta) ha dovuto assistere ad una farsa del rito democratico di un’elezione, digerendo passivamente le decisioni unilaterali del consiglio uscente ed in particolare del presidente Aldo Ghislandi.

Andiamo con ordine. Dapprima la decisione, imposta e non proposta, di dare la parola al presidente uscente per 20 minuti, e solo 3 minuti per eventuali altri interventi dei maestri presenti. Stessa imposizione per le presentazioni delle candidature nell’assemblea elettiva dove, quest’anno, non erano pochi gli elementi di novità che richiedevano approfondimento adeguato: la presenza di ben tre liste (anziché la solita “lista unica”) e il voto senza deleghe.

La presentazione dei bilanci, consuntivo e previsionale, da parte del revisore dei conti Ducoli, è stata a dir poco lacunosa e approssimativa e le risposte alle richieste di chiarezza da parte di un intervento puntuale in platea, oltre ad essere evasive, hanno assunto il tono di una polemica personale che davvero poco si addice ad una carica istituzionale e tecnica nel collegio.

Ma il momento clou dell’assemblea ordinaria è stato senza dubbio quello dell’approvazione dei bilanci. Premetto che, essendo posizionato a metà sala, ho potuto ben osservare ogni dettaglio. Innanzitutto, la capienza della sala stessa, indicata in 350 posti, lasciava intuire che nessuna votazione regolare avrebbe potuto esservi svolta, dal momento che dei 700 e oltre accreditati, più della metà non avrebbe potuto assistere ai lavori ne’ tantomeno votare.

Ma tant’è, e Ghislandi procede imperterrito chiedendo ai favorevoli al bilancio di votare. Si alzano molte mani, che non vengono contate. E’ il turno dei contrari, pochi, che vengono sommariamente contati. Poi tocca agli astenuti: nessuno. In realtà, dalla mia postazione ho potuto verificare con precisione quanti maestri in tutta la sala non abbiano espresso alcuna votazione, essendo tecnicamente astenuti, ma dal tavolo della presidenza neanche un plissé, tutto regolare. Stessa manfrina quando è stato il turno del bilancio di previsione. Dai due notai invitati dal presidente a supervisionare le operazioni neanche una parola, un cenno, un intervento.

Si chiude così in modo meschino la prima parte del pomeriggio. I maestri in platea, perlopiù precettati per l’occasione a garanzia di un voto scontato, sono già stufi, vogliono concludere, votare come gli è stato detto e tornare rapidamente a casa. Altro che stare a sentire chi parla di rinnovamento, salto di qualità della professione, critiche alla gestione attuale, democrazia e altre baggianate…

Il presidente dell’assemblea elettiva, ancora una volta Aldo Ghislandi, non perde nemmeno un minuto per presentare le novità della molteplicità delle liste e dell’assenza di deleghe. Dettagli insignificanti, o forse è già sicuro di come andranno le cose e, pertanto, non occorre perdere tempo.

Si da il via agli interventi di 3 minuti, rigorosi, ed è lo stesso Ghislandi a bacchettare chi sfora (ovviamente sempre appartenenti a un’altra lista). Quando è il turno di un intervento “caldo” che denuncia, numeri alla mano, le irregolarità, le incongruenze, le inesattezze nella gestione del Collegio, partono i fischi dalla platea (che tempismo!) e, ovviamente, nessun cenno a riportare ordine in sala dal tavolo presidenziale.

Ma adesso arriva il bello e non so dire se si sia trattato esclusivamente di incapacità organizzativa, di improvvisazione, oppure di un’ulteriore macchinazione per rendere ancora più torbide le acque e mettere al sicuro il risultato.

Il presidente dal palco chiede 5 minuti per assemblare le 4 postazioni per il voto “segreto” (box di legno) sul palco. Nessuno che organizzi i numerosi votanti che si accalcano così verso il palco stesso, senza alcuna direttiva, senza alcuna canalizzazione di entrata e uscita. Il risultato è delirante. Centinaia di maestri, ansiosi di farla finita, votare a andare a casa, si spingono uno addosso all’altro, fin contro le urne e le cabine di voto. Non si capisce più nulla. Ghislandi non riesce a gestire la situazione ma non molla il microfono. I 4 addetti alla distribuzione delle schede lavorano pressati da decine di mani che mostrano un documento e pretendono la scheda; come abbiano fatto in queste condizioni a registrare correttamente la consegna, non è dato di sapere, mentre si sa che qualcuno di loro segnava l’avvenuta consegna con la matita, anziché con la penna (chissà mai che poi non si renda necessario correggere…).

L’atto del voto merita una descrizione a parte: chi contro il muro, chi per terra o sui banchi (vedi video), scambiandosi la penna e le istruzioni di voto stampate ad hoc, qualcuno riesce ad arrivare in cabina, magari in compagnia di qualcun altro e con la fila dietro che incalza. Su tutti, in piedi sul tavolo, il presidente (vedi foto) controlla con lo sguardo diretto all’interno delle cabine stesse.

Il resto della serata racconta di maestri indignati che se ne sono andati senza votare, di proteste in sala inascoltate, di richieste di verbalizzazione di quanto accaduto da parte di avvocati e candidati a cui, dopo un patetico rimpallo tra revisore dei conti e presidente, è stata data risposta negativa.

Un epilogo vergognoso e molto triste. Tristezza per una categoria mal gestita ma che dà mostra di accettare la situazione, piuttosto che impegnarsi a cambiarla. Tristezza per i colleghi giovani che, come spesso accade in Italia, sono mortificati, non considerati e finiscono per assecondare le scelte dei “veci” supinamente, acriticamente. Tristezza per il degrado del senso civico che è emerso, chiaro e forte, nell’episodio.

La domanda a tutti i colleghi è questa: riuscite ad immaginare come avrebbero potuto reagire i nostri clienti, i genitori dei bambini che fanno lezione nelle nostre scuole, al vedere un tale spettacolo? Pensate che tornerebbero a darci fiducia, e i loro soldi? Che affiderebbero ancora i propri figli a chi, nel momento forse più importante della propria vita professionale, riesce a dare una così bassa immagine di sé?


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