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La situazione dei rifugi sulle Alpi

Svizzera, Germania, Austria e Francia, come si stanno muovendo?

Letizia Scritto il
da Letizia Ortalli

Mentre la situazione in Italia rimane nell’incertezza, senza aver ricevuto ancora alcuna notizia per una fase di ripartenza, cerchiamo di capire quale è la situazione dei rifugi sulle Alpi.

Sembra ormai chiaro che dal 3 di giugno sarà possibile per gli italiani muoversi all’interno dell’unione europea, è invece in definizione da parte degli stati membri se ci sarà o meno un periodo di quarantena forzato per chi proviene dalle altre nazioni, l’ Italia rimane nell’occhio del ciclone dato l’alto numero di contagi.

Abbiamo raccolto per voi le notizie ufficiali dei Club Alpini delle nazioni a noi confinanti, augurandoci maggiore chiarezza sugli spostamenti per le prime settimane di giugno.

La situazione dei rifugi sulle Alpi – Svizzera

Il primo stato ad aver annunciato l’allentamento di diverse misure del lockdown è stata la Svizzera a partire dall’11 maggio 2020.

Da questa data diversi rifugi hanno avuto la possibilità di riaprire nel rispetto delle norme di igiene e distanziamento attuando misure di protezione per ospiti e collaboratori.

Per quanto riguarda gli ospiti dei rifugi, sono state introdotte delle norme di buona condotta per usufruire al meglio degli spazi nel rispetto delle regole. Tra queste vi è l’ obbligo di prenotazione del posto letto, muoversi solo in caso di buona salute, portare con sé mascherina protettiva, disinfettante, asciugamano, e sacco lenzuolo di proprietà.

Se tutto ciò scritto su carta sembra una grande notizia, cosa sta succedendo nella realtà ai rifugi che hanno già provato ad aprire, si riesce a lavorare?

Piccoli rifugi per grandi problemi” è il titolo dell’articolo che SRF news, canale di notizie svizzero, dedica a questo argomento, elencando i problemi ai quali i rifugisti, sopratutto di piccole dimensioni, stanno andando incontro.

Dormitori, bagni stretti e sale da pranzo comuni sono ora un problema: “se seguissimo le linee guida dello Swiss Alpine Club, rimarrebbero solo un manciata di ospiti. Non posso tenere i due metri da nessuna parte. Non possiamo aprire il rifugio” spiega Maja Janggen del rifugio Clanda sopra Coira.

Un’idea condivisa anche dagli altri gestori, in cui gli spazi stretti e condivisi sono un problema ed i costi di personale rimangono invariati, per via anche dei costi di pulizia più elevati.

Ulteriori disposizioni di allentamento sono previste per il mese di giugno, in cui i rifugisti svizzeri sperano di avere più libertà per ricevere gli ospiti.

 

Via libera anche per i rifugi del DAV (Deutscher Alpenverein), il Club Alpino Tedesco e Austriaco, che seguiranno le norme dei rispettivi stati di appartenenza. L’apertura è possibile dal 15 maggio ed ogni rifugio si sta organizzando per la propria ripartenza (Qui trovate l’elenco completo dei rifugi e delle loro date di riapertura). 

 

La situazione dei rifugi sulle Alpi – Germania

I rifugi sul suolo tedesco, avranno un’apertura graduale, partendo dal 18 maggio in cui verranno aperte le aree esterne, da lunedì 25 maggio gli ospiti possono anche utilizzare l’area interna ed infine da sabato 30 maggio, i pernottamenti sono nuovamente consentiti.

Ogni rifugio, in base alla sua costruzione dovrà trovare soluzioni diverse per i suoi visitatori seguendo le regole di comportamento che si adottano in tutte i rifugi del DAV:

  • Fondamentalmente, valgono gli stessi requisiti per lavarsi le mani, le distanze e le restrizioni di contatto come a valle.
  • Le passerelle contrassegnate e le aree comuni sono vincolanti per ogni ospite. Questo vale anche per le istruzioni del personale.
  • Il personale del rifugio ha il compito di registrare i dettagli di contatto di tutti gli ospiti in modo che le catene di infezione possano essere rintracciate in caso di emergenza.
  • La distanza minima è di 1,5 metri – in tutte le aree: al tavolo, quando ci si alza e si siedono, sui sentieri, nei locali sanitari e anche nell’area di attesa. Eccezioni si applicano alle persone autorizzate a contattarsi.
  • I rifugi possono essere visitati solo in buone condizioni di salute. Se ci sono sintomi di malattia respiratoria acuta di qualsiasi gravità o febbre, purtroppo non è possibile rimanere.
  • La protezione della bocca e del naso è obbligatoria, sia all’interno che all’esterno. Come a valle, basta un panno una sciarpa o un buff. Questa precauzione non è necessaria solo al tavolo.
  • Bisogna prepararsi a lunghi tempi di attesa: molti rifugi devono ridurre considerevolmente le loro capacità di posti a sedere a causa delle norme sulla distanza. Soprattutto con i rifugi più popolari, ci possono essere lunghi tempi di attesa nei bei giorni del fine settimana.
  • Gli escursionisti dovrebbero prendere abbastanza provviste e bevande con loro per poter fare a meno del rifugio se non necessario

La situazione dei rifugi sulle Alpi – Austria

Differente la gestione della situazione per l’Austria che prevede un’apertura graduale che parte dal 15 maggio in cui i rifugi riapriranno per le operazioni diurne e dal 29 maggio saranno di nuovo possibili i pernottamenti.

Il regolamento è lo stesso valido per la Germania ad eccezione del punto sul distanziamento:

  • La distanza minima è di un metro – in tutte le aree: al tavolo, quando ci si alza e si siede, sui sentieri, nella toilette e anche nell’area di attesa. Ciò non si applica alle persone dello stesso gruppo famigliare.

La situazione dei rifugi sulle Alpi – Francia

 

Ancora incertezza anche per la riapertura dei rifugi in Francia, che riceveranno aggiornamenti nei primi giorni di giugno.

Nel frattempo è stata inviata al governo una proposta di apertura della quale vi proponiamo dei passaggi:

“Noi, come proprietari e attori della montagna, siamo molto attaccati a questi valori: quelli della forza del gruppo, la responsabilità del praticante, la fiducia nell’altro, senza la quale nessuna attività in montagna potrebbe esistere, e infine, quelli dell’accoglienza e della sicurezza dei praticanti. (..)

È quindi nel rispetto di questi valori, collegati all’equilibrio socio-economico delle nostre valli e consapevoli delle attuali problematiche di salute e sicurezza, che noi proprietari desideriamo proporre un piano di ritorno per le attività della nostra rete di rifugi.

Scenari e misure globali

In tutti gli scenari, si applicano misure di allontanamento fisico, nonché un lavaggio sistematico delle mani, l’uso di gel idroalcolico e l’uso di una mascherina durante tutti i viaggi all’interno e all’esterno dell’edificio se il distanziamento fisico è impossibile. e sistematicamente per il personale (guardie, aiuti, tutori).

Ogni rifugio è specifico, sarà necessario adattarsi caso per caso al fine di istituire le strutture e le operazioni più pertinenti ed efficaci. In tutti i casi:

  • È necessaria una buona gestione dei movimenti all’interno degli edifici, tra gruppi, personale.
  • Una disposizione spaziale e temporale dell’organizzazione dei pasti per evitare i punti di accumulo delle persone.
  • Sarà effettuata una pulizia rigorosa, in conformità con le raccomandazioni nazionali, di tutti gli spazi, nonché un possibile rafforzamento dei CMV quando esistenti e, se possibile.
  • La formazione del personale delle guardie e dei volontari nonché le informazioni a tutti sono necessarie. Saranno implementate ampie comunicazioni a monte e display in diverse lingue. Verranno aggiornati i siti Web dei rifugi e quelli dei proprietari.
  • I registri delle prenotazioni e delle presenze consentiranno agli utenti di essere monitorati nel rispetto dei diritti individuali.
  • È necessario fornire uno spazio dedicato e isolato per le persone con sintomi di covid-19 prima che la loro evacuazione sia organizzata il prima possibile.
  • Una valutazione e un feedback devono consentire ad ogni dispositivo di adattarsi in tempo reale al fine di migliorare tutte le situazioni: le “buone idee” devono essere utili a tutti.
  • Inoltre, tutti gli utenti e i professionisti dovrebbero essere responsabili delle misure e dei buoni comportamenti da adottare, a partire dalla prevenzione in caso di sintomi sospetti.
  • Non esiste rischio zero, ognuno fa parte del sistema di protezione della salute, con piena responsabilità, per se stesso e per gli altri.
  • Ogni professionista dovrà farsi carico delle proprie attrezzature di protezione della salute: gel idroalcolico, maschera … Anche se le attrezzature saranno fornite in loco: questo sembra essenziale per dare potere ai praticanti. Saranno informati di queste necessità al momento della prenotazione e tramite siti Web e social network (nelle lingue più comuni).
  • Informazioni chiare su tutti i supporti a nostra disposizione (siti Web di rifugi, social network, stampa …) saranno divulgate sulla realtà dei rifugi, sullo stato delle misure sanitarie adottate.

 


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