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Le previsioni a lungo termine: come nascono e quanto sono precise oggi

Il famoso climatologo Luca Mercalli fa il punto della situazione su una materia tanto affascinante quanto complicata

Scritto il
da Luca Tessore

Il primo freddo è arrivato, e immancabilmente con esso si inizia a parlare di neve, di sci e di ciaspolate e, soprattutto, se e quando si potrà godere di tutti questi momenti; di fatto si finisce per verificare qualsiasi pronostico meteorologico, non importa se  addirittura è un’antica “ricetta” contadina, l’importante è che ci dia un fantomatico “Si’, nevicherà!”.

Per comprendere meglio lo stato dell’arte di questa scienza, abbiamo voluto fare qualche domanda al climatologo Luca Mercalli, così da prendere consapevolezza ogni qualvolta andremo a consultare previsioni a lungo termine, per dare il giusto peso a quel tipo di informazione.

Luca Mercalli
Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico italiano e direttore responsabile di NIMBUS.

Intervista al climatologo Luca Mercalli

Innanzitutto, quando una previsione è definita a lungo termine?

“Bisogna precisare che, nel campo della previsione meteorologica, una previsione di dettaglio su un territorio molto limitato è definita a breve termine quando rientra dagli uno ai quattro giorni, a lungo termine quando arriva a 15 giorni. Ci sono poi previsioni a lungo termine che non chiamiamo più meteorologiche, ma stagionali ed è proprio con queste che l’orizzonte diventa di uno/tre mesi; più sono lontane meno sono precise.

Come si arriva ad una previsione di tipo stagionale?

“In sostanza si devono mettere in relazione i fenomeni meteorologici con le temperature marine. L’effetto di memoria a lungo termine dell’atmosfera viene esercitato dagli oceani che sono delle grandi riserve di energia; in base alle anomalie di temperatura oceanica, misurate oggi dai satelliti, si costruiscono le previsioni per eventuali anomalie sui mesi successivi. Le previsioni a lungo termine di tipo stagionale, quindi tra uno, due o tre mesi ci possono soltanto dire se ci saranno anomalie generali, cioè se farà più caldo o più freddo, se ci saranno più o meno perturbazioni della media e così via.”

Autunno neve previsioni a lungo termine
Foto di Justin Luebke su Unsplash

Per le previsioni stagionali a quale livello di attendibilità siamo arrivati oggi?

“Fino a tre, quattro anni fa, le usavamo soltanto a livello sperimentale, quindi per addetti ai lavori e non erano affidabili. Ad oggi siamo ad un livello appena più che sperimentale. Comincia ad esserci un segnale di affidabilità, in ogni caso rimane un prodotto appena indicativo e a differenza di quelle a breve termine, non si possono prendere decisioni basandosi sulle previsioni stagionali. La quantità di dati e di processi coinvolti nelle previsioni sono così tanti che rimane una parte d’incertezza che in altri settori si possono limitare facilmente; paradossalmente è molto più complicato fare questa tipologia di previsioni che mandare una sonda nello spazio per milioni di chilometri.

Nonostante l’evidente difficoltà nel fare una previsione stagionale, troviamo ovunque affermazioni e metodi che spesso si basano su osservazioni o si rifanno a qualche “Ricetta” contadina utilizzata per programmare il lavoro nei campi. Noi, ci siamo imbattuti in un’affermazione propagandata da alcuni atleti dello sci alpino in ritiro in sud America, durante l’inverno dell’emisfero australe, la quale afferma che: “se in Sud America, l’inverno è stato generoso di neve, allora anche il nostro inverno sulle Alpi lo sarà.

Possono essere attendibili queste previsioni?

No, in climatologia non abbiamo nessuna ricetta di questo genere, purtroppo. Se ci fossero le useremmo. Io sarei molto più contento di usare la regola contadina che spendere 100 milioni di euro per supercalcolatori a parallelismo massivo da 40 petaflop. Se funzionassero sarebbe tutto più semplice, si dovrebbe comunque fare uno studio statistico su tutta la superficie del globo cercando di capire quando una variabile in un punto può generarne un’altra in un altro punto. Tra l’altro questo genere di correlazioni hanno un nome: “teleconnessioni atmosferiche.”

Previsioni a lungo termine neve su foglia
Foto di Maddy Baker su Unsplash
Di cosa si tratta?

“Sostanzialmente le teleconnessioni sono individuate per quei fenomeni che avvengono in un certo luogo e che possono dare un determinato comportamento in un altro luogo. La teleconnessione più importante e famosa è il fenomeno del Niño e la Niña.”

Tornando sulle Alpi, che autunno ci aspetta?

“Per il momento i modelli ci danno un segno “più” sulle temperature, quindi il resto di ottobre e tutto novembre le temperature saranno sopra la media stagionale. Le piogge, invece, danno un “uguale”, non sarà quindi né più piovoso, né meno piovoso. Su dicembre è troppo presto per dirlo.”

Abbiamo compreso che per il momento fare una previsione stagionale è piuttosto complicato, che nonostante farebbe comodo a tutti utilizzare metodi alternativi per arrivare ad ottenere un trend climatico, purtroppo, non è un metodo affidabile. Soprattutto, abbiamo compreso che una previsione a lungo termine necessita di continui aggiornamenti e il risultato è generale sotto tutti gli aspetti, di conseguenza tutto può cambiare a scala locale e giornaliera. A noi non resta che goderci l’autunno in tutti i suoi colori e fantasticare sull’inverno che verrà.


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