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Abbigliamento da sci alpinismo: le dritte di Damiano Lenzi

Un buon base layer e vestirsi a cipolla, la parola a un grande dello sci alpinismo

Scritto il
da Redazione outdoortest.it

abbigliamento da sci alpinismo Damiano Lenzi veste Dynafit Damiano Lenzi veste Dynafit Damiano Lenzi veste Dynafit

Abbigliamento da sci alpinismo: come sceglierlo? Qual è il vestiario più adatto agli amanti delle pelli di foca? Abbiamo chiesto qualche consiglio a Damiano Lenzi, classe 1987, sci alpinista professionista in forze al Centro Sportivo Esercito di Courmayeur, componente della Nazionale Italiana di Sci Alpinismo e atleta Dynafit. Cresciuto alle pendici della parete Est del Monte Rosa in Valle Anzasca, ha iniziato la sua carriera con lo sci di fondo con il piccolo Sci Club del paese allenato dal padre, poi è passato allo sci alpinismo agonistico. Oggi è uno degli atleti più forti a livello internazionale, avendo vinto la maggior parte delle competizioni più importanti del mondo: il Trofeo Mezzalama, la Pierra Menta, il Tour du Rutor, la Patrouille des Glaciers, la Coppa del Mondo ISMF Vertical e la Coppa del Mondo ISMF Overall due volte.

 

Prima di tutto Damiano, quali caratteristiche deve avere il giusto abbigliamento da sci alpinismo?
Nonostante si pratichi a basse temperature, lo scialpinismo, come tutte le attività endurance, fa sudare! È quindi importante vestirsi a cipolla, ovvero a strati. E togliere alcuni capi pesanti durante la salita è cosa saggia. Partendo da un buon intimo tecnico si risolvono già molti problemi legati al freddo, e in generale il consiglio è indossare capi in grado di fornire traspirabilità e al tempo stesso trattenere il calore. Il peso di questo abbigliamento è solitamente molto contenuto e garantisce libertà di movimento con minore dispendio energetico.

C’è differenza nell’abbigliamento di chi fa gare di sci alpinismo e chi semplicemente si allena ma comunque in modo molto sostenuto e veloce?
Noi agonisti prediligiamo abbigliamento da sci alpinismo leggero, funzionale e dal design impattante. Inoltre durante le gare dobbiamo rispettare un regolamento che prevede del materiale obbligatorio come giacca e pantaloni antivento e capi termici in Polartec o Primaloft. Per vivere al meglio la dimensione speed della disciplina i prodotti, oltre a pesare il meno possibile, devono anche essere affidabili e robusti. Velocità vuol dire soprattutto sicurezza, diventano quindi importanti membrane antivento e idrorepellenti per proteggersi dalle diverse condizioni climatiche, che in montagna cambiano molto velocemente. I dettagli intelligenti sono poi essenziali come le zip di ventilazione, un sistema di tasche funzionale, dettagli riflettenti per rendersi più visibili in condizioni di scarsa visibilità o per chi si allena in notturna, una tendenza sempre più in crescita.

Spesso in gergo si parla di “tutine” riferendosi a chi fa scialpinismo in velocità. Non avete freddo vestiti così “poco”?
Come già detto lo scialpinismo è un’attività ad alta intensità e quindi generiamo molto calore praticandola. Ad ogni modo le “tutine” stanno un po’ scomparendo, o vengono limitate al puro terreno di gara. L’evoluzione dei materiali ha a portato allo sviluppo di altre soluzioni che risultano comode come la “tutina” ma molto più funzionali, sempre orientate a performance, leggerezza e traspirabilità.

Damiano Lenzi

Tu di solito, quando ti trovi a fare un giro con le pelli per conto tuo, come ti vesti e quanto ti copri?
La linea Race di DYNAFIT, mio sponsor tecnico, prevede dei capi pensati proprio per il training. Ad esempio utilizzo tute spezzate che risultano più comode e funzionali e altri capi che si caratterizzano per la garanzia di un isolamento attivo, cioè la capacità di proteggere dalle intemperie, ma senza bloccare l’espulsione del sudore e la traspirazione, per una perfetta termoregolazione. La linea Mezzalama è in particolare la mia preferita, si ispira alle esigenze degli atleti che prendono parte a questa classica dello scialpinismo, una gara in cui ho più volte conquistato il primo gradino del podio.

Le gambe generalmente sono l’ultimo dei problemi quanto al freddo. Che mi dici invece delle mani e del petto? È necessario prestare maggiore attenzione nel coprirli? E la testa?
I guanti sono essenziali per proteggere le mani dal freddo, è importante scegliere quello più idoneo al tipo di uscita che si sta per affrontare. Per il petto è di vitale importanza indossare un buon baselayer, cioè l’intimo funzionale che sta direttamente a contatto con la pelle, e un buono strato intermedio, quello che in gergo si chiama mid layer: entrambi devono agevolare l’espulsione del sudore in eccesso, favorire comunque la traspirabilità e mantenerci asciutti. Per la testa il mio consiglio è indossare sempre il casco, ci isola al meglio e soprattutto ci protegge!

Sempre nel caso amatoriale, consiglieresti di portarsi uno zaino un po’ più grande e di mettere dentro, oltre a sonda e pala, qualche strato in più o di ricambio? Per esempio quale?
Consiglio di avere sempre con sé una maglia underwear di ricambio, per sostituirla a quella sudata una volta arrivati in vetta prima di affrontare la discesa. È importante avere con sé anche un antivento e uno strato termico, piumino o Primaloft, per proteggersi dal freddo. Attenzione all’artva! Non deve rimanere nello zaino, ma deve essere indossato sotto l’abbigliamento per fare in modo che lo scialpinista non lo perda nello sfortunato caso in cui sia travolto da una valanga. Infine un consiglio che esula dall’abbigliamento: ricordatevi di portare sempre una consona riserva d’acqua e alimenti energetici come frutta secca o cioccolato…vi saranno utili!

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