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Ski-travel, gli sci come mezzo per viaggiare

Insieme a Massimo Braconi, il “Brac”, approfondiamo alcuni aspetti da non trascurare per vivere un'esperienza di ski-travel nel modo più autentico possibile.

Scritto il
da Martina Tremolada

Ski-travel può sembrare il solito anglicismo vuoto per indicare qualcosa di etereo. In parte è vero. Ski-travel, letteralmente sci-viaggio, è un modo di approcciarsi ad un’esperienza sportiva itinerante che sfugge alle solite mete turistiche dello sci inteso nella più classica delle concezioni. Tuttavia, ski-travel è una formula tutt’altro che vuota, anzi, è densa di un significato profondo che, forse, si definisce solo con l’aiuto dell’esperienza stessa.

Di questo approccio alla scoperta abbiamo parlato con il Brac, al secolo Massimo Braconi, un professionista della montagna: maestro di sci, freerider, apinista, telemarker e viaggiatore.

In inverno Massimo Braconi guida clienti alla scoperta del territorio delle DolomitiSuperski collaborando con ArabbaHolidays. In estate guida tour, di bike o trekking, sull’Etna verso i crateri sommitali. Ha vissuto e vive viaggi sportivi che racconta – con parole, fotografie e video – nelle serie “I diari del Brac”.

Gli abbiamo rivolto qualche domanda per sapere di più sul mondo dello ski-travel.

Ski-travel
Ski-travel in Giappone

Intervista

Come si organizza uno ski-travel in autonomia?

Bisogna prepararsi prima per sapere dove andare e dove è meglio non avventurarsi.

Se si viaggia con una guida, ci si può permettere di concentrarsi sui panorami senza pensare dove andare e come muoversi, si è indubbiamente più rilassati.

Se si intraprende un viaggio in autonomia è importante concentrarsi sulla mappa per fissare un paio di punti da cui passare obbligatoriamente per arrivare alla meta (ad esempio un rifugio). Una volta sul posto, però, è bene lasciarsi un po’ di libertà per farsi prendere dal panorama e andare a istinto.

Qual è il segreto per massimizzare ogni avventura?

È bello riuscire ad entrare profondamente nella cultura del posto in cui si va. Bisogna avere una mente aperta e non avere gli occhi inchiodati sulla cartina. Viaggiare cercando di riprodurre ciò che normalmente si fa a casa propria è un limite. Occorre viaggiare pensando di immedesimarsi nelle abitudini del luogo in cui si è, comportandosi come una persona del posto.

Per esempio, il Giappone ha la fama di essere una destinazione particolarmente cara, ma non è necessariamente vero. Con un pochino di capacità di muoversi, si riescono a trovare soluzioni economiche. Dormi sul tatami e ti adatti al loro modo di vivere. Lo stesso vale per le condizioni della neve. Può non esserci neve fresca, basta adattarsi. In viaggio trovi quello che c’è in quel momento.

Immedesimarsi nella cultura locale significa anche assaggiare le specialità tipiche

Come reperire le informazioni per uno ski-travel?

Occorre orientare la ricerca per trovare informazioni che permettano di vivere un viaggio nel modo più reale possibile. Sconsiglio di partire con una tabella di marcia prestabilita. Trovate le informazioni che servono, ci si può dare un’agenda che prevede alcune tappe intermedie. Si prendono quelle come mete e poi si collegano seguendo l’istinto e la curiosità, senza andare in linea retta dal punto A al punto B.

Un aspetto importante in fase di pianificazione riguarda anche la cartina politica di un paese per constatare se si attraversano regioni diverse. Molti paesi, come per esempio la Georgia, sono molto estesi e da una regione all’altra cambia la cultura.

Anche visitando varie zone del Pakistan si può rimanere sorpresi. Non vi sono solo talebani e donne con il burqa. Loro si trovano in prevalenza ad Islamabad, ma in altre zone, per esempio, abitano molti Balti (gruppo etnico tibetano) e si trovano culture differenti con diversi stereotipi.

In primis è bene, quindi, informarsi sulle regioni da visitare e sulla cultura. La fase successiva prevede un buono studio della cartina e, infine, bisogna lasciarsi andare, uscire dalla scatola. La mentalità del viaggiatore è accogliere quello che viene giorno per giorno.

ski-travel
Camminando sul soffice manto nevoso

La moltitudine di fonti e la facilità di reperire informazioni ci aiuta per vivere un’esperienza autentica di ski-travel?

Bisogna cercare di trovare informazioni che arricchiscano e non limitino lo spirito di avventura. Occorre capire le fonti. Oggi sembra più facile documentarsi, ma c’è il rischio di trovarsi nei posti più frequentati dai turisti. Non bisognerebbe muoversi a flotte, ma uscire dalla massa. Non è facile, ma ci si può riuscire guardando diverse fonti e decidendo poi se può essere interessante uscire dagli stereotipi.

La moltitudine di informazioni e canali di approfondimento può sicuramente essere d’aiuto per costruire un viaggio come meglio si crede.

Il mio consiglio, comunque, è quello di viaggiare senza aspettative. Ad esempio, in estate spesso lavoro con clienti francesi i quali trovano su una famosa guida le informazioni sulle esperienze che proponiamo. Leggono molte nozioni e si creano molte aspettative, se poi il viaggio non le rispecchia, sembra sia andato male. Invece, io suggerisco di informarsi il più possibile senza crearsi delle aspettative. Poi durante un’avventura il bello è godere di ciò che viene incontro. La prima cosa da avere è la curiosità.

Trekking sull’Etna

Come si gestisce l’attrezzatura per uno ski-travel?

Anche in questo caso, è bene informarsi su un’eventuale possibilità di noleggio e su cosa viene usato nel luogo dove si vuole viaggiare. Ad esempio, se vado a Revelstoke (British Columbia, Canada) non troverò sci da gigante o da slalom con la concezione che abbiamo noi europei. Troverò solo sci larghi è questo conferma che la neve lì è alta e polverosa.

È bene scegliere il materiale in relazione a ciò che si vuole fare.

Andare in montagna da soli può essere davvero pericoloso, come scegli la compagnia per le tue avventure di ski-travel?

Se si vuole organizzare un viaggio in freeride occorre necessariamente avere una compagnia. È importante scegliere gli amici giusti, a volte non si conosce a sufficienza chi si pensa di conoscere profondamente e nei momenti che sono fuori dalla routine si scoprono gli altarini. Ho sempre viaggiato con gente che conosco al 100% sia per le capacità pratiche sul campo che per la mentalità e attitudine al viaggio. Se un giorno non si riesce a sciare nessuno impazzisce, questo è un aspetto importante.

Già in sede di pianificazione si riesce a capire se si condividono gli obiettivi. Si deve partire con gente con cui si sa di non aver problemi. Gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, ma se vissuti con le persone giuste si possono trasformare in momenti divertenti. Questo alla fine è ciò che fa il viaggio.

Ski-travel
Sciando sopra le nuvole

Ci fai un esempio di imprevisto diventato momento divertente?

In Giappone dopo aver noleggiato la macchina ci siamo accorti che il navigatore era in giapponese e noi non capivamo assolutamente nulla. Non riuscivamo nemmeno ad individuare la voce del menù che ci avrebbe permesso di cambiare lingua. Così abbiamo fermato un tassista che parlava un po’ di inglese e ci ha aiutati a cambiare la lingua. Tutto sistemato.

Un altro episodio è avvenuto in Iran quando eravamo spersi in una valle e non sapevano come uscirne. Dopo un po’ sono arrivate delle persone del posto che ci hanno caricati in macchina portandoci dove dovevamo andare. Non avevano chiaramente il porta sci, ci siamo spostati in macchina portando gli sci che sporgevano dai finestrini aperti.

Ski-travel
Le montagne illuminate al tramonto

Entrambi gli episodi si risolvono con l’interazione con le persone del posto. Quanto è importante questo aspetto?

Siamo abituati ad avere il telefono in ogni momento. Anche in viaggio se lo usiamo molto c’è il rischio di isolarci. Se devo dare un consiglio per vivere un’esperienza fino in fondo, questo sarebbe: metti in tasca il telefono e non esserne succube. Suona i campanelli e interagisci con la gente. Uno sportivo che viaggia (anche un cicloviaggiatore per esempio) è spesso ben accolto, si socializza tantissimo.

Si incontra molta gente e si conoscono amici con cui si mantengono i rapporti nel tempo. Il telefono è bene averlo per chiamare in emergenza, ma aprirsi al mondo è meglio per chiedere e trovare soluzioni diverse dal solito. Chiedi alle persone le informazioni che cercheresti su internet!

Ski-travel: gli sci come mezzo per viaggiare

Cosa pensi dei social in relazione allo ski-travel?

I social, da un lato, sono in grado di fornire informazioni preziose, ma dall’altro rischiano di far chiudere molte persone in quella famosa scatola che è sempre in agguato. Bisogna uscirne, bisogna viaggiare in libertà.

Oggi siamo rilegati a vedere cosa fa l’altro. Negli anni ‘80 partivo per le spedizioni in Nepal perché mi piaceva, ero appassionato. Lo scopo non era fare le foto da postare, dei viaggi migliori potrei anche non avere ricordi fotografici.

In particolare, nel raccontare le avventure sugli sci i social, spesso, deviano dalla realtà.

Una delle prime edizioni di MilanoMontagna sono stato invitato insieme a Xavier De Le Rue. Hanno proiettato i nostri filmati uno di seguito all’altro.

Il documentario “I diari del Brac” è, in quanto tale, un racconto della realtà. Comprese le eventuali condizioni meteo avverse o le difficoltà che si possono incontrare. I filmati del campione francese erano il risultato di 6 mesi passati in Alaska ad aspettare le condizioni perfette per creare le immagini.

Bisogna fare attenzione a non confondere le immagini ricercate e la realtà delle cose. Per esempio la valanga non è un gioco per ottenere un filmato di 30 secondi da mettere su Instagram. La cultura della montagna esige preparazione e materiali adatti.

Ski-travel
Ski-travel alle Svalbard

Collabori anche con ArabbaHolidays che organizza tour itineranti in DolomitiSuperski (e non solo). Ci racconti brevemente come funziona questo genere di ski-travel?

Anche in questi casi possiamo parlare di ski-travel: si tratta di un’esperienza emozionale più che di una sciata, gli sci sono il mezzo per vivere un’avventura autentica. Questi viaggi sono rivolti sia a gruppi già formati (amici o famiglie) sia a individualità che formano poi il gruppo. In base all’offerta ci si muove tra i rifugi con le pelli massimizzando i momenti in neve fresca o con gli impianti sciando in pista.

I nostri clienti sono quasi tutti stranieri. Gli italiani faticano ad apprezzare proposte del genere perché non hanno la mentalità di fare una vacanza itinerante. Preferiscono stare in albergo in un unico posto, hanno meno mentalità di scoperta. Gli stranieri sono aperti e curiosi, meno interessati alla tecnica, ma più viaggiatori. Vogliono una guida che spieghi loro dove sono e cosa c’è intorno. Spesso durante la giornata o alla sera, spiego loro cosa sono le Dolomiti, che storia hanno e altri aneddoti interessanti.

Possiamo trovare contenuti interessanti sul sito: http://www.idiaridelbrac.com/

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