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L’orribile anno del noleggio

Da marzo 2020 ad oggi, il racconto del crollo del settore attraverso le testimonianze degli affilati Rentandgo

Alice Dell'Omo Scritto il
da Alice Dell'Omo

Sul campo di battaglia fumante che il Covid si è lasciato dietro sulle nostre montagne, le macerie più drammatiche, ma forse meno evidenti, sono quelle dei noleggi di sci. Un migliaio di realtà in tutta Italia, con maggiore presenza sull’Arco alpino, di dimensione variabile da poche decine di metri quadrati a migliaia, con un parco sci da un centinaio di paia a diverse migliaia e gestioni da conduzione familiare con 2/3 addetti a vere e proprie aziende con decine di dipendenti (per un quadro completo qui trovate i dati di Prowinter Lab – Fiera Bolzano).

Prowinter 2017 (foto Marco Parisi)

Le avvisaglie della tempesta che si stava addensando all’orizzonte si sono concretizzate l’8 marzo 2020, data di inizio del lock-down generalizzato in Italia e di chiusura totale degli impianti da sci. Fino ad allora le cose erano andate bene, anzi, benissimo. La stagione invernale 19/20 si stava rivelando eccezionale, probabilmente la migliore degli ultimi dieci anni. Ma il blocco ha vanificato ogni aspettativa, togliendo un mese secco di lavoro e fatturato ai noleggi. Un danno che gli interessati hanno calcolato tra il 10 e il 30 % ma, tutto sommato, “incassabile”.

La risposta di molti è stata quella di tirare il freno sugli acquisti di materiale (sci e scarponi) per la stagione successiva, con grande disappunto delle Case produttrici che, sui pre-ordini del settore noleggio impostano i “lanci” di produzione per la stagione successiva.

In casa Rentandgo le cose sono andate un po’ diversamente. Il fatto di essere un gruppo con 70 affiliati e di avere una direzione efficiente ha fatto si che, seppur di calo si debba parlare, questo sia stato più contenuto delle media al di fuori della catena.

Rentandgo Valdaora Gassl, i banchi di lavoro
I banchi di lavoro all’interno del noleggio Rentandgo di Valdaora Gassl

Quello che però nessuno è stato in grado neppure di immaginare è la tremenda situazione che si è venuta a creare, e che ancora stiamo vivendo, con l’azzeramento della stagione invernale stessa, l’annullamento dell’attività sciistica, la scomparsa totale della clientela straniera. I noleggi italiani sono al 40% circa esclusivamente tali, non disponendo di una parte destinata alla vendita, e per queste realtà il fatturato è piombato quasi allo zero. A poco è valso poter noleggiare sci d’alpinismo e ciaspole, poiché le quantità a disposizione in ciascun noleggio sono davvero esigue. Per l’altra componente, mix di vendita e noleggio, le cose sono andate un po’ meglio, ma tra chiusure/aperture alterne e improvvise, e le merceologie legate allo sci da pista totalmente bloccate, il bilancio ad oggi è sempre un desolante “profondo rosso”.

Mystery shopper per valutare il noleggio sci

La voce di Rentandgo

Abbiamo voluto ascoltare le testimonianze della catena di noleggio professionale più riconosciuta in Italia che con i suoi 70 negozi dislocati in sette regioni/provincie diverse dispone di un punto di vista ampio e approfondito sul settore. Di seguito trovate le interviste alla direzione del Gruppo, la presidente Linda Stricker e il direttore Kurt Ladstätter. Un quadro realistico della battaglia a cui accennavamo in apertura e dei combattenti in campo, che di sicuro reagiranno ma che hanno bisogno di sostegno e attenzione da parte delle istituzioni come tutte le altre categorie della montagna.

Le testimonianze

Come abbiamo scritto, Rentandgo è un gruppo di 70 noleggi sci, fondato nel 1996 da 3 atleti protagonisti dello sci mondiale negli anni ’70-80: Erwin Stricker, Kurt Ladstätter e Gerhard Königsrainer.

Kurt Ladstëtter, ex azzurro dello sci, direttore di Rent and go, in pista
Kurt Ladstëtter, ex azzurro dello sci, direttore di Rent and go, in pista

Abbiamo intervistato Kurt Ladstätter, oggi direttore della famosa catena, che ci parla della difficile situazione attuale: “Stiamo vivendo una situazione molto pesante, dato l’annullamento della stagione invernale per i noleggi. Noi come gruppo cercheremo di agevolare i nostri affiliati con le spese e i contributi. Abbiamo intrapreso trattative con le aziende fornitrici per spostare i pagamenti più in là possibile, ovvero in prossimità della prossima stagione invernale. I noleggiatori sono tutti nella stessa barca, purtroppo. Qualcuno che ha anche il negozio riesce magari ad affittare sci fondo, sci alpinismo, ciaspole, ma non si salva, riesce a malapena a coprire le spese che deve affrontare. Non possiamo far altro che sperare in una stagione normale per il prossimo anno. Dobbiamo tenere duro e cercare di recuperare quando sarà possibile, in quanto non esiste un Piano B: noi siamo ormai strutturati per lavorare con il turismo”.

Linda Stricker, presidente Rentandgo
Linda Stricker, presidente Rentandgo

Linda Stricker, moglie di Erwin, ex atleta e sciatore della Valanga Azzurra negli anni ’60, vero ideatore del noleggio di qualità, e responsabile dei 15 noleggi Sport Service Rentandgo dell’Alto Adige, spiega: “Dopo l’ultima notizia di conferma di chiusura degli impianti fino al 5 marzo ci troviamo senza dubbio in una situazione difficile. I noleggi sono profondamente legati agli impianti risalita. E ciò si traduce in Zero incassi. Si riesce a lavorare un po’ con lo sci alpinismo ma si deve anche valutare se la struttura “noleggio” vale la pena di essere tenuta aperta. Ultimamente abbiamo tenuto aperto solo nei fine settimana con l’ulteriore restrizione di chiusura domenicale. La stagione per noi noleggiatori si traduce in un -95% di incasso, se non di più. Inoltre, la primavera scorsa abbiamo già ordinato tutta l’attrezzatura, che è stata consegnata in autunno. In ogni caso troveremo senz’altro insieme ai fornitori una soluzione, per i pagamenti, che vada bene per tutti. Dobbiamo sopravvivere in questi mesi e arrivare fino al prossimo inverno sperando che in una stagione normale. Il noleggio estivo delle bici potrebbe essere una risorsa ma la situazione è ancora incerta anche su questo fronte, soprattutto se i confini rimarranno chiusi. Aspettiamo di capire se Regione e Stato troveranno soluzioni che riescano a supportarci. Mi sono chiesta tante volte cosa avrebbe fatto mio marito in una situazione come quella che stiamo vivendo. Sicuramente, come del resto abbiamo fatto anche noi, avrebbe cercato di comunicare con i media, di far capire il nostro disagio economico. Si parla infatti molto degli impianti di risalita ma esistiamo anche noi, come categoria professionale: siamo la terza colonna portante in montagna. Non bisogna dimenticarsi dei noleggiatori“.


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