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Arrampicata su ghiaccio e su roccia: le 5 differenze principali

La scalata è uno sport vario, praticabile su terreni differenti durante tutto l'arco dell'anno. In questo articolo le cinque differenze principali. tra l'arrampicata su ghiaccio e su roccia.

Andrè de Biasi Scritto il
da Andrè De Biasi

L’arrampicata su ghiaccio e su roccia presentano cinque differenze principali sia a livello di sfide che tecnica di scalata, anche se per certi aspetti sono due attività con caratteristiche molto simili tra loro. Negli ultimi anni l’arrampicata su cascate ghiacciate ha avuto un’evoluzione incredibile, dovuta a due fattori principali. Le precipitazioni nevose sempre più scarse hanno fatto sì che le persone si avvicinassero a questo sport. Inoltre, gli appassionati di arrampicata su roccia sono in aumento, e ciò ha determinato l’aumento del numero di scalatori che trovano nelle cascate di ghiaccio il naturale proseguimento dell’attività estiva. In questo articolo, quindi, troverai le cinque differenze principali tra l’arrampicata su ghiaccio e su roccia.

Ambiente, condizioni meteorologiche e stagionalità

La prima differenza che viene in mente quando si pensa all’arrampicata su ghiaccio e su roccia è la diversità di ambiente. L’ice climbing avviene in ambienti alpini e glaciali, spesso severi, con temperature molto basse che possono raggiungere parecchi gradi sotto lo zero. Al contrario, l’arrampicata su roccia, può essere praticata in una grande varietà di ambienti, dai più aridi come il deserto, alle falesie immerse nel verde, alle pareti di grandi montagne a tutte le latitudini. Per l’arrampicata su ghiaccio le condizioni meteorologiche avverse sono un fattore predominante, compromettenti per l’attività. Le variazioni di temperatura o l’esposizione al sole potrebbero cambiare in maniera repentina le condizioni del ghiaccio provocandone dei distacchi fatali. Infine, va da sé che affinché si possa scalare sul ghiaccio ci deve essere freddo, quindi, è uno sport prettamente invernale o di inizio primavera al massimo. L’arrampicata su roccia, invece, può essere praticata durante tutto l’anno.  

Arrampicata su ghiaccio e su roccia
Ambienti alpini con temperature rigide(foto di Jon Hieb)

 

Attrezzatura

L’attrezzatura tra le due discipline è differente. L’arrampicata su ghiaccio richiede l’uso di piccozze per agganciarsi al ghiaccio e ramponi per ottenere aderenza sulla parete. Ai piedi, se in arrampicata su roccia si indossano solo delle leggere scarpette, per la scalata su ghiaccio occorre indossare degli scarponi d’alpinismo con apposito attacco per i ramponi. Nella disciplina invernale per tenere al caldo le mani sono necessari dei guanti pesanti, in quella praticabile tutto l’anno non sono contemplati, ma anzi sarebbero solo un ostacolo nei movimenti e con il contatto con la roccia.

Corda, rinvii e protezioni

Per entrambi gli stili di arrampicata, per la progressione, sono necessari sia la corda che i rinvii, ma con caratteristiche diverse. Per l’ice climbing, la corda, deve avere uno speciale trattamento per la resistenza all’acqua, ed i rinvii presentano un anello con un occhiello in gomma per rendere libero il movimento intorno alla vite da ghiaccio. In arrampicata su roccia le protezioni sono di diverso tipo: spit, fix, friend, nut, chiodi piatti, fettucce e cordini per le clessidre, ecc.  In arrampicata su ghiaccio le protezioni da usare sono principalmente chiodi o viti da ghiaccio. Il tubo è di alluminio mentre la punta in acciaio, con una manovella ultraleggera per agevolare l’avvitatura e l’inserimento nel ghiaccio. Inoltre, ogni scalatore da ghiaccio ha anche un ampio corredo di arpioncini e ganci (di Abalakov o di progressione), che possono essere utilizzati insieme a cordini e moschettoni per attrezzare soste e calate. Questi materiali, alle volte, sostituiscono i chiodi da ghiaccio in particolari situazioni in cui non si riesca ad utilizzarli.

Arrampicata su ghiaccio e su roccia
Attrezzatura arrampicata su roccia (foto di Patrick Hendry)

 

Imbrago e casco

Il casco per le attività legate al ghiaccio deve garantire una protezione sia in caso di caduta dell’arrampicatore che di ghiaccio o pietre dall’alto. L’ideale è scegliere un modello che sia certificato sia per gli urti dall’alto che laterali. Non è necessario che sia dotato di molte aperture per la ventilazione, dato che lo si utilizza prevalentemente con temperature molto rigide, ma anzi che sia il più robusto e solido possibile.L’imbrago da arrampicata su ghiaccio e su roccia deve essere preferibilmente regolabile, in modo da poterne aggiustare la vestibilità in base agli indumenti indossati. A differenza dell’arrampicata in falesia, per l’ice climbing, non servirà il modello più essenziale e leggero in commercio, ma un imbrago caldo dotato di un cinturone imbottito per dare maggiore comfort durante le fredde giornate in ambiente alpino.

Tecnica di movimento

La tecnica di movimento dell’arrampicata su ghiaccio è più delicata, ma simile alle prime progressioni che si fanno su roccia. Una prima differenza è il bilanciamento. Su roccia è dato dall’attrito della scarpetta sulla parete ruvida, mentre farlo con il rampone sul ghiaccio scivolo diventa potenzialmente pericoloso. 

Progressione

Altra differenza riguarda la progressione laterale, realizzabile solo su roccia poiché, su questo terreno, è possibile mettere in appoggio il piede di lato, così da assumere un assetto laterale rispetto alla parete. La progressione frontale, invece, accomuna entrambe le discipline, favorendo l’avvicinamento del bacino alla parete, dando una sorta di bilanciamento anche nell’arrampicata su ghiaccio. L’arrampicata su ghiaccio, infatti, prevede che lo scalatore affronti la parete con la faccia rivolta verso di essa, che si innalzi piantando in maniera alternata una delle due piccozze e le punte frontali dei ramponi. 

Front pointing

La tecnica fondamentale dell’arrampicata su ghiaccio è detta front pointing. Si basa su quattro elementi chiave: puntare i ramponi, proseguire con gli attrezzi “del mestiere”, trovare la posizione di equilibrio del corpo ed infine terminare il movimento con lo spostamento del peso corporeo. Come per l’arrampicata su roccia, agilità, equilibrio e una buona dose di coordinazione sono alla base del successo dell’azione.  Inoltre, l’inizio e la fine di ogni movimento deve essere la posizione a triangolo, dove la massa del corpo è il punto centrale del triangolo, i piedi sono la base e le braccia la punta. 

Arrampicata su ghiaccio e su roccia
Posizione frontale (foto di Greg Rakozy)

 

Movimenti

In arrampicata su roccia la tecnica è molto diversa e più “fantasiosa”. A differenza del ghiaccio dove il movimento è obbligato, sulla roccia si possono sfruttare dai grandi ai piccoli appigli, sia verticali che rovesci, ruvidi, appuntiti o lisci. Il movimento del bacino è fondamentale per trovare l’equilibrio del proprio corpo e permettere il passo successivo. Il piede può essere usato in tutti i suoi punti: di punta e in aderenza, laterale e perfino incastrando il tallone.  In entrambi i casi viene richiesta una certa forza. In arrampicata su ghiaccio il movimento prevede una sorta di trazione sulle piccozze, mentre in arrampicata su roccia, gran parte dello sforzo avviene alzando gambe e piedi. 

Scale di difficoltà 

Sia in arrampicata su ghiaccio che su roccia la difficoltà viene data dalla somma della complessità della parete, pendenza, possibilità o meno di proteggere, lunghezza della via e dai pericoli oggettivi. Le scale di difficoltà o i gradi, però, sono catalogati in maniera differente.

Arrampicata su ghiaccio

La difficoltà dell’arrampicata su ghiaccio viene descritta da due numeri. I numeri romani indicano l’impegno globale, tengono conto delle difficoltà nell’avvicinamento e nella discesa, dei pericoli oggettivi e della lunghezza. I numeri arabi indicano la difficoltà tecnica dei tiri più impegnativi.

Numeri arabi

I numeri arabi vanno dall’1° al 7°, qui sotto le vediamo brevemente nel dettaglio.

  1. Passaggi tra i 50° e 60°. È necessaria sia una buona esperienza nell’uso di piccozza e ramponi, che di conoscenze di tecniche di assicurazione.
  2. Passaggi tra i 60° e 70°. La parete non è particolarmente complessa e offre buone  possibilità di assicurazione.
  3. Passaggi tra i 70° e 80°, di solito su ghiaccio buono. La parete presenta tratti verticali di massimo 4/5 metri alternati a tratti appoggiati dove è possibile fare le soste. 
  4. Passaggi tra i 75° e 85°. I tratti verticali arrivano fino a una decina di metri, con possibilità di buone soste.
  5. La lunghezza della via diventa importante e necessita di una grande esperienza e tecnica, anche per la qualità del ghiaccio (presenti conformazioni a medusa o cavolfiore). I tratti verticali possono arrivare fino ad una ventina di metri.
  6. Presenta almeno un tiro molto impegnativo con tratti verticali oltre i 30 metri di lunghezza, oppure passaggi strapiombanti che collegano varie sequenze di stalattiti. Il ghiaccio è fragile e delicato. Una cascata di grado 6 può essere data anche dalla sequenza di più gradi 5. 
  7. Come il grado 6 ma con caratteristiche più severe.
Numeri romani

I numeri romani vanno anch’essi dall’I al VII.

  1. Non presenta un impegno particolare. La via è breve con soste attrezzate e discesa facile. Avvicinamento quasi nullo.
  2. Come l’I, leggermente più impegnativa.
  3. Itinerario di più e/o avvicinamento a piedi o con gli sci più lungo. Le soste non sono attrezzate e la discesa viene fatta in corda doppia.
  4. Via di più tiri in ambiente che richiede buone capacità alpinistiche. Esposizione a pericoli oggettivi come valanghe, caduta di ghiaccio e sassi. Discesa con difficoltà e calate da attrezzare.
  5. Itinerario molto lungo e con più tiri consecutivi di difficoltà elevata. Presenza di pericoli oggettivi, discesa impegnativa, e poche ascensioni. 
  6. Itinerario particolarmente lungo ed in ambiente isolato, con possibilità di bivacco notturno, ed avvicinamento e discesa complessi. Questo è il grado più duro assegnato agli itinerari di ghiaccio sulle Alpi e nel mondo.
  7. Come il VI ma con difficoltà ancora maggiori. Attualmente esistono solo poche salite con questa gradazione.
Arrampicata su roccia

I gradi dell’arrampicata su roccia sono, invece, espressi su diverse scale: scala Welzenbach, ora sostituita dalla UIAA (Unione Internazionale Associazioni Alpinistiche). È composta da numeri romani e da simboli + e – che vengono utilizzati per indicare una leggera difficoltà maggiore o minore rispetto al grado stesso. In Italia, ed in generale in tutta Europa, la scala più diffusa in arrampicata sportiva è quella francese. I gradi dell’arrampicata vengono espressi tramite dei numeri che vanno dall’ 1 al 9 suddivisi da 3 lettere a, b e c, che a loro volta sono suddivise da un + (ad esempio 6a, 7b+, 8c, ecc.). Si inizia a parlare di arrampicata vera e propria a partire dal 4°, e al momento il massimo grado liberato è il 9c. Con la continua evoluzione dei materiali e l’allenamento sempre più specifico non sarà difficile veder aumentare questo grado, essendo l’arrampicata uno sport ancora così giovane. 

Esistono altre scale come quella americana, inglese ed australiana ma poco usate nelle nostre falesie. 

Arrampicata su ghiaccio e su roccia
Arrampicata su roccia (foto di Foto di Jeff Ochoa)

 

Vietato volare

Sul ghiaccio, rispetto all’arrampicata su roccia, da primi, non si deve volare. Le protezioni usate nell’ice climbing sono meno resistenti e prevedibili, e la parete presenta più sporgenze contro cui impattare. Inoltre, gran parte dell’attrezzatura è dotata di punte taglienti, come picche e ramponi, che possono ferire. In caso di caduta, i ramponi potrebbero impigliarsi nel ghiaccio e produrre capovolgimenti. Quindi, sul ghiaccio è meglio non volare. Per evitare di volare, se ci si sente affaticati e con mani e braccia infreddolite, meglio posizionare una vite e appendersi. È bene riposare piuttosto che andare oltre il proprio limite e farsi male. Di conseguenza se ci si ritrova regolarmente appesi ad ogni vite, significa che la via che si sta provando è della difficoltà errata, è opportuno quindi valutare le proprie capacità e scegliere la via più conforme.

Arrampicata su ghiaccio e su roccia
Vietato sbagliare (foto di Chaewul Kim)

 

In arrampicata su roccia, soprattutto in falesia, volare è una cosa del tutto naturale soprattutto quando si sta provando un tiro. Occorre, in ogni caso, calcolare il volo. Se la parete presenta terrazzini o sporgenze la caduta potrebbe comportare dei seri infortuni. 

In base a queste cinque differenze tra arrampicata su ghiaccio e su roccia, scegli quella che fa più al caso tuo. Entrambe le discipline sono adrenaliniche e divertenti, ognuna a suo modo. Scala con coscienza e se sei alle prime armi affidati a delle persone competenti. 

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